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Contemplare il Vangelo di oggi

Vangelo di oggi + omelia (di 300 parole)

Lunedì, XXI settimana del Tempo Ordinario
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Prima Lettura (2Ts 1,1-5.11b-12): Paolo e Silvano e Timòteo alla Chiesa dei Tessalonicési che è in Dio Padre nostro e nel Signore Gesù Cristo: a voi, grazia e pace da Dio Padre e dal Signore Gesù Cristo. Dobbiamo sempre rendere grazie a Dio per voi, fratelli, come è giusto, perché la vostra fede fa grandi progressi e l’amore di ciascuno di voi verso gli altri va crescendo. Così noi possiamo gloriarci di voi nelle Chiese di Dio, per la vostra perseveranza e la vostra fede in tutte le vostre persecuzioni e tribolazioni che sopportate. È questo un segno del giusto giudizio di Dio, perché siate fatti degni del regno di Dio, per il quale appunto soffrite. Il nostro Dio vi renda degni della sua chiamata e, con la sua potenza, porti a compimento ogni proposito di bene e l’opera della vostra fede, perché sia glorificato il nome del Signore nostro Gesù in voi, e voi in lui, secondo la grazia del nostro Dio e del Signore Gesù Cristo.
Salmo Responsoriale: 95
R/. Annunciate a tutti i popoli le meraviglie del Signore.
Cantate al Signore un canto nuovo, cantate al Signore, uomini di tutta la terra. Cantate al Signore, benedite il suo nome.

Annunciate di giorno in giorno la sua salvezza. In mezzo alle genti narrate la sua gloria, a tutti i popoli dite le sue meraviglie.

Grande è il Signore e degno di ogni lode, terribile sopra tutti gli dèi. Tutti gli dèi dei popoli sono un nulla, il Signore invece ha fatto i cieli.
Versetto prima del Vangelo (Gv 10,27): Alleluia, alleluia. Le mie pecore ascoltano la mia voce, dice il Signore, e io le conosco ed esse mi seguono. Alleluia.
Testo del Vangelo (Mt 23,13-22): In quel tempo, Gesù parlò dicendo: «Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che chiudete il regno dei cieli davanti alla gente; di fatto non entrate voi, e non lasciate entrare nemmeno quelli che vogliono entrare. Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che percorrete il mare e la terra per fare un solo prosèlito e, quando lo è divenuto, lo rendete degno della Geènna due volte più di voi. Guai a voi, guide cieche, che dite: “Se uno giura per il tempio, non conta nulla; se invece uno giura per l’oro del tempio, resta obbligato”. Stolti e ciechi! Che cosa è più grande: l’oro o il tempio che rende sacro l’oro? E dite ancora: “Se uno giura per l’altare, non conta nulla; se invece uno giura per l’offerta che vi sta sopra, resta obbligato”. Ciechi! Che cosa è più grande: l’offerta o l’altare che rende sacra l’offerta? Ebbene, chi giura per l’altare, giura per l’altare e per quanto vi sta sopra; e chi giura per il tempio, giura per il tempio e per Colui che lo abita. E chi giura per il cielo, giura per il trono di Dio e per Colui che vi è assiso».

«Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che chiudete il regno dei cieli davanti alla gente»

P. Marc VAILLOT (París, Francia)

Oggi ancora una volta, il Vangelo mostra come si capovolga la bontà di Dio che veglia sulla nostra felicità. Ci indica chiaramente quali sono le fonti: la verità, il bene, la rettitudine, giustizia, l'amore... e tutte le virtù. Ci avverte anche affinché non cadiamo nelle trappole —eccessi, concupiscenze, inganni, in una parola, i peccati— che ci impedirebbero di raggiungere tale felicità.

Gesù usa la sua autorità divina per mostrarci chiaramente il carattere assoluto del bene, che dobbiamo perseguire, e quello del male, che dobbiamo evitare a tutti i costi. Da qui la sua viva e gentile esortazione per rispettare la Magna Carta della vita cristiana: le Beatitudini, vie che danno accesso alla Felicità. Parallelamente, troviamo il tono minaccioso usato nel Vangelo di oggi: le Maledizioni di quegli atti distruttivi che devono essere sempre evitati. Lo stesso Sacro Cuore, lo stesso Amore è colui che detta le Beatitudini (cfr Mt 5,1 ss) e le Maledizioni. È molto importante capire che l'uno è importante quanto l'altro per chi vuole essere salvato: "Beati" i poveri; cuori assetati di giustizia; anime misericordiose... «Guai a voi!»... quando scandalizzate gli altri; quando insegnate e non lo fate; quando corrompete la sana dottrina; quando deviate gli altri dalla retta via...

Gesù aggiunge con fermezza: più grande sarà la vostra responsabilità davanti agli altri, più forte sarà la maledizione che cadrà su di voi. Nostro Signore, in questo brano si rivolge ai notabili: «Guai a voi, scribi e farisei ipocriti!» (Mt 23,13 ss).

Applichiamo questo insegnamento divino alla nostra vita. Le nostre buone e cattive azioni hanno sempre un doppio impatto: uno, che ricade su noi stessi, poiché ogni azione ci migliora o ci devasta; l'altro, tenendo conto della nostra situazione di adulti, genitori, insegnanti, responsabili in qualsiasi modo, ogni nostra azione può avere ripercussioni, buone o cattive, insospettabili: «La vita non è tempo che passa, ma tempo di incontro» (Francesco).

E ne dovremo rendere conto all'amore di Dio!

Pensieri per il Vangelo di oggi

  • «Noi formiamo un solo corpo in Cristo, ricchi e poveri, schiavi e liberi, sani e malati; e solo uno è il capo da cui tutto deriva: Gesù Cristo. E come accade alle membra di un solo corpo, ciascuno deve prendersi cura degli altri, e tutti di tutti» (San Gregorio Nazianzeno)

  • «Dio —come un regalo— ci ha rivelato il suo Santo Nome: dobbiamo conservarlo nella nostra memoria, in un silenzio di amorosa adorazione. Ma ciononostante nessuna parola è stata tanto abusata quanto la parola ´Dio’» (Benedetto XVI)

  • «La superstizione è la deviazione del sentimento religioso e delle pratiche che esso impone. Può anche presentarsi mascherata sotto il culto che rendiamo al vero Dio, per esempio, quando si attribuisce un'importanza in qualche misura magica a certe pratiche, peraltro legittime o necessarie (…)» (Catechismo della Chiesa Cattolica, nº 2.111)

Altri commenti

«Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che chiudete il regno dei cieli davanti alla gente»

P. Raimondo M. SORGIA Mannai OP (San Domenico di Fiesole, Florencia, Italia)

Oggi, il Signore ci vuole illuminare su un concetto elementare in se stesso, però sul quale pochi approfondiscono: guidare verso un disastro non è guidare verso la vita, ma alla morte. Chi insegna a morire o a uccidere gli altri non è un maestro di vita, ma un “assassino”.

Il Signore oggi è —diciamo— di malumore, è giustamente dispiaciuto con le guide che fanno smarrire il prossimo e gli tolgono il piacere di vivere, e finalmente la vita: «Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che percorrete il mare e la terra per fare un solo proselito e, ottenutolo, lo rendete figlio della Geenna il doppio di voi» (Mt 23,15).

C’è gente che si sforza per entrare nel Regno dei Cieli, e togliere questa illusione è una colpa veramente grave. Si sono appropriati delle chiavi dell’ingresso, però per loro rappresentano un “giocattolo”, qualcosa di vistoso per appendere alla cintura e basta. I farisei perseguitano le persone, “vanno alla loro caccia” per portarli alla propria convinzione religiosa; non a quella di Dio, ma alla propria; per convertirli, non in figli di Dio, ma dell’inferno. Il loro orgoglio non eleva al cielo, non conduce alla vita ma alla perdizione. Che grave errore!

«Guide —li chiama Gesù— cieche, che filtrate il moscerino e ingoiate il cammello!» (Mt 23,24). È tutto scambiato, sconvolto; il Signore ripetutamente ha cercato di stappare le orecchie e ad aprire gli occhi ai farisei, però dice il profeta Zaccaria: «Ma essi hanno rifiutato di ascoltarmi, mi hanno voltato le spalle, hanno indurito gli orecchi per non sentire» (Za 7,11). Allora, al momento del giudizio, il giudice emetterà una sentenza severa: «Non vi ho mai conosciuti; allontanatevi da me, voi operatori di iniquità» (Mt 7,23). Non è sufficente saperne di più: bisogna sapere la verità ed insegnarla con umile fedeltà. Ricordiamoci del detto di un vero maestro di sapienza, San Tommaso d’Aquino: «Mentre esaltano la loro propria bravura, i superbi avviliscono l’eccellenza della verità!».