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Vangelo di oggi + breve spiegazione teológica
La preghiera di Maria
REDAZIONE evangeli.net (tratte da testi di Benedetto XVI) (Città del Vaticano, Vaticano)Oggi, Maria rivolge al suo Figlio una richiesta in favore degli amici che si trovano in difficoltà. Lei affida una necessità umana al suo potere – a un potere che va al di là della bravura e della capacità umana.
E così, nel dialogo con Gesù, la vediamo realmente come Madre che chiede, che intercede. Vale la pena di andare un po' più a fondo nell'ascolto di questo brano evangelico: per imparare da Maria a pregare nel modo giusto. Maria non rivolge una vera richiesta a Gesù. Gli dice soltanto: "Non hanno più vino" (Gv 2,3). Ora gli sposi si trovano in difficoltà, e Maria semplicemente lo dice a Gesù. Non chiede una cosa precisa, e ancor meno che Gesù eserciti il suo potere, compia un miracolo, produca del vino. Semplicemente affida la cosa a Gesù e lascia a Lui la decisione su come reagire.
—Da Maria impariamo la bontà pronta ad aiutare, ma anche l'umiltà e la generosità di accettare la volontà di Dio, dandogli fiducia nella convinzione che la sua risposta, qualunque essa sia, sarà il nostro, il mio vero bene.
Maria rappresenta la “nueva donna”, la Madre nostra
REDAZIONE evangeli.net (tratte da testi di Benedetto XVI) (Città del Vaticano, Vaticano)Oggi ci resta però tanto più difficile comprendere la risposta di Gesù. Già l'appellativo non ci piace: "Donna" —perché non dice: "madre"?
In realtà, questo titolo esprime la posizione di Maria nella storia della salvezza. Esso rimanda al futuro, all'ora della crocifissione, in cui Gesù le dirà: "Donna, ecco il tuo figlio!" (Gv 19,26). Indica quindi in anticipo l'ora in cui Egli renderà la donna, sua madre, madre di tutti i suoi discepoli. D’altra parte, il titolo evoca il racconto della creazione di Eva: Adamo, in mezzo alla creazione con tutta la sua ricchezza, come essere umano si sente solo. Allora viene creata Eva, e in lei egli trova la compagna che aspettava e che chiama con il titolo di "donna".
—Nel Vangelo di Giovanni, Maria rappresenta la nuova, la definitiva donna, la compagna del Redentore, la Madre nostra: l'appellativo apparentemente poco affettuoso esprime invece la grandezza della sua perenne missione.
Il “si” del Figlio e il “sì” di Maria, questo duplice “sì” diventa un unico “sì”
REDAZIONE evangeli.net (tratte da testi di Benedetto XVI) (Città del Vaticano, Vaticano)Oggi ancora meno ci piace ciò che Gesù a Cana dice poi a Maria: "Che ho da fare con te, o donna?" (Gv 2,4).
In occasione dell’incarnazione di Gesù esistono due dialoghi che vanno insieme e si fondono l’uno con l’altro, diventano un’unica cosa. C’è innanzitutto il dialogo che Maria ha con l’Arcangelo Gabriele, e nel quale ella dice: "Avvenga di me quello che hai detto" (Lc 1,38). Ma esiste un testo parallelo a questo, un dialogo, per così dire, all’interno di Dio, un dialogo nel quale s'avvia l’incarnazione. L’eterno Figlio dice al Padre: "Tu non hai voluto né sacrifici né offerte, un corpo invece mi hai preparato. (...) Ecco, io vengo per fare la tua volontà" (Ebr 10,5-7; cfr Sl 40,6-8).
—Il “si” del Figlio e il “sì” di Maria, questo duplice “sì” diventa un unico “sì”. In questo duplice “sì” l’obbedienza del Figlio si fa corpo, Maria, con il suo “sì” gli dona il corpo. Quello che nel più profondo hanno da fare l’uno con l’altra, è questo duplice “sì”, nella cui coincidenza è avvenuta l’incarnazione.
Gesù trasforma le nozze umane in un'immagine delle nozze divine tra Dio e l'uomo
REDAZIONE evangeli.net (tratte da testi di Benedetto XVI) (Città del Vaticano, Vaticano)Oggi Gesù non gioca col suo potere in una vicenda in fondo del tutto privata. No, Egli pone in essere un segno, col quale annuncia la sua ora, l’ora delle nozze, l’ora dell’unione tra Dio e l’uomo.
Egli non "produce" semplicemente vino, ma trasforma le nozze umane in un’immagine delle nozze divine, alle quali il Padre invita mediante il Figlio e nelle quali Egli dona la pienezza del bene, rappresentata nell’abbondanza del vino. Le nozze diventano immagine di quel momento, in cui Gesù spinge l’amore fino all’estremo, lascia lacerare il suo corpo e così si dona a noi per sempre, diventa un tutt'uno con noi —nozze tra Dio e l’uomo.
—L’ora della Croce è questa l’ora delle nozze. L’ora di Gesù non è ancora arrivata, ma nel segno della trasformazione dell'acqua in vino, nel segno del dono festivo, anticipa la sua ora già in questo momento.
L'"ora" di Gesù è la croce, e la sua ora definitiva sarà il suo ritorno alla fine dei tempi
REDAZIONE evangeli.net (tratte da testi di Benedetto XVI) (Città del Vaticano, Vaticano)Oggi comprendiamo anche la seconda frase della risposta di Gesù: "Non è ancora giunta la mia ora". Gesù non agisce mai solamente da sé. Egli agisce sempre partendo dal Padre, ed è proprio questo che lo unisce a Maria.
In questa unità di volontà col Padre, ha voluto deporre anche lei la sua richiesta. Per questo, dopo la risposta di Gesù, che sembra respingere la domanda, lei sorprendentemente può dire ai servi con semplicità: “Fate quello che vi dirà!” (Gv 2,5). Così, in modo veramente divino, viene risolta anche la necessità del momento e la domanda iniziale largamente oltrepassata.
—La sua "ora" è la Croce; la sua ora definitiva sarà il suo ritorno alla fine dei tempi. Continuamente Egli anticipa anche proprio questa ora definitiva nell’Eucaristia, nella quale viene sempre già ora. E sempre di nuovo lo fa per intercessione della sua Madre, per intercessione della Chiesa, che lo invoca nelle preghiere eucaristiche: "Vieni, Signore Gesù!"