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Vangelo di oggi + breve spiegazione teológica

IV Domenica di Quaresima (Anno C)
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Testo del Vangelo (Lc 15,1-3.11-32): In quel tempo, si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro». Ed egli disse loro questa parabola: «Un uomo aveva due figli. Il più giovane dei due disse al padre: “Padre, dammi la parte di patrimonio che mi spetta”. Ed egli divise tra loro le sue sostanze. Pochi giorni dopo, il figlio più giovane, raccolte tutte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò il suo patrimonio vivendo in modo dissoluto. Quando ebbe speso tutto, sopraggiunse in quel paese una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. Allora andò a mettersi al servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei suoi campi a pascolare i porci (...).

La libertà

REDAZIONE evangeli.net (tratte da testi di Benedetto XVI) (Città del Vaticano, Vaticano)

Oggi, il figlio parte "a un paese lontano." I Padri hanno visto qui soprattutto l'allontanamento di Dio nel mondo, la magnitudine della separazione tra ciò che è propio e ciò che è autentico. Il figlio sperpera la sua eredità. Soltanto vuole godere. Non vuole sottomettersi a nessun precetto, a nessuna autorità: vuole solo vivere per se stesso, senza alcun obbligo. Gode della vita, si sente completamente autonomo..

La parola greca usata nella parabola per designare l'eredità sperperata significa nella lingua dei filosofi greci "sostanza", natura. Il figlio perduto spreca la sua "natura”. Spreca se stesso. Infine ha speso tutto. L'uomo che intende la libertà come vivere arbitrariamente vive nella bugia, giacché, per sua natura, è parte di una reciprocità, la libertà è una libertà che deve essere condivisa con gli altri

-Una falsa autonomia porta alla schiavitù: quello che era "totalmente" libero diventa uno schiavo miserabile.

La libertà umana è sempre una libertà condivisa, un insieme di libertà

REDAZIONE evangeli.net (tratte da testi di Benedetto XVI) (Città del Vaticano, Vaticano)

Oggi vediamo che la libertà umana è sempre una libertà condivisa, un insieme di libertà. Soltanto in un’ordinata armonia delle libertà, che dischiude a ciascuno il proprio ambito, può reggersi una libertà comune.

Perciò il dono della legge sul Sinai non fu una restrizione o un’abolizione della libertà ma il fondamento della vera libertà. E poiché un giusto ordinamento umano può reggersi soltanto se proviene da Dio e se unisce gli uomini nella prospettiva di Dio, ad un ordinato assetto delle libertà umane non possono mancare i comandamenti che Dio stesso dona. Così Israele è divenuto pienamente popolo proprio attraverso l’alleanza con Dio al Sinai. L’incontro con Dio al Sinai potrebbe essere considerato come il fondamento e la garanzia della sua esistenza come popolo.

—Dobbiamo perciò continuamente pregare che lo Spirito Santo ci apra, ci doni la grazia della comprensione, così da divenire il popolo di Dio proveniente da tutti i popoli.