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«Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto»
Fray Josep Mª MASSANA i Mola OFM (Barcelona, Spagna)Oggi, celebriamo la festa di San Giorgio, patrono secondario della Catalogna. Fu un coraggioso cavaliere, probabilmente martirizzato a Lydda, Israele. Se la storia è a corto di dati biografici, la leggenda ha "completato" la sua figura.
Venerato fin dal secolo IV, diversi paesi e luoghi lo hanno scelto come patrono: Grecia, Inghilterra, Portogallo , Lituania , Genova ... Nel XIII secolo, la devozione è arrivata in Catalogna e Aragona, che pure lo hanno scelto come patrono.
Questo nome suscita sentimenti appassionati in Catalogna: un libro e una rosa, cultura e poesia. E anche la testimonianza, la santità, la protezione, l'intercessione. San Giorgio non solo incarna i valori patriottici, culturali, letterari e cavallereschi, ma anche, e soprattutto, valori profondamente cristiani.
Anzi: dove ha dovuto prendere il coraggio di San Giorgio per combatte il drago e liberare la principessa? Dalla sua unione e comunione con Gesù che lo nutriva con la linfa della vita: «Io sono la vite, voi i tralci» (Gv 15,5). Dove trova la forza per essere fedele e sopportare il martirio? Dal Signore, che disse: «perché senza di me non potete far nulla» (Gv 15,5).
Un'altra considerazione: il popolo catalano —e qualsiasi popolo— soltanto può vivere unito e forte in modo cristiano se coloro che lo formano vivono come rami ben attaccati al Tronco e agli altri. Ognuno non è indipendente dagli altri. I tralci si aiutano, si irrigano mutuamente, hanno comunione di vita.
I cristiani siamo chiamati ad essere innestati in Gesù e vivere in comunione di vita con Lui e tutti gli altri. Così, attraverso di noi, tutti gli altri rami, anche quelli che vivono poco o molto separati della vera Vite, avranno un certo legame con Cristo.
La festa di San Giorgio ci invita ad essere molto vicino a Gesù per ricevere la sua vita, e con gli altri, per renderli parte di quella vita.