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Vangelo di oggi + omelia (di 300 parole)
In quella notte, quando Erode stava per farlo comparire davanti al popolo, Pietro, piantonato da due soldati e legato con due catene, stava dormendo, mentre davanti alle porte le sentinelle custodivano il carcere. Ed ecco, gli si presentò un angelo del Signore e una luce sfolgorò nella cella. Egli toccò il fianco di Pietro, lo destò e disse: «Àlzati, in fretta!». E le catene gli caddero dalle mani. L’angelo gli disse: «Mettiti la cintura e légati i sandali». E così fece. L’angelo disse: «Metti il mantello e seguimi!». Pietro uscì e prese a seguirlo, ma non si rendeva conto che era realtà ciò che stava succedendo per opera dell’angelo: credeva invece di avere una visione. Essi oltrepassarono il primo posto di guardia e il secondo e arrivarono alla porta di ferro che conduce in città; la porta si aprì da sé davanti a loro. Uscirono, percorsero una strada e a un tratto l’angelo si allontanò da lui. Pietro allora, rientrato in sé, disse: «Ora so veramente che il Signore ha mandato il suo angelo e mi ha strappato dalla mano di Erode e da tutto ciò che il popolo dei Giudei si attendeva».
Magnificate con me il Signore, esaltiamo insieme il suo nome. Ho cercato il Signore: mi ha risposto e da ogni mia paura mi ha liberato.
Guardate a lui e sarete raggianti, i vostri volti non dovranno arrossire. Questo povero grida e il Signore lo ascolta, lo salva da tutte le sue angosce.
L’angelo del Signore si accampa attorno a quelli che lo temono, e li libera. Gustate e vedete com’è buono il Signore; beato l’uomo che in lui si rifugia.
«Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente»
Mons. Jaume PUJOL i Balcells, Archivescovo Emerito di Tarragona (Tarragona, Spagna)Oggi celebriamo la solennità di San Pietro e St. Paolo, che furono fondamenta della Chiesa primitiva e, quindi, della nostra fede cristiana. Apostoli del Signore, testimoni della prima ora, vissero quei momenti iniziali della espansione della Chiesa e sigillarono con il suo sangue la loro fedeltà a Gesù. Auguriamoci che noi, cristiani del secolo XXI, sappiamo essere testimoni credibili dell'amore di Dio tra gli uomini, come lo furono i due Apostoli e come lo sono stati tanti e tanti dei nostri concittadini.
In uno dei primi interventi di Papa Francesco, rivolgendosi ai cardinali, ha detto loro che dobbiamo «camminare, costruire e confessare». Cioé, dobbiamo andare avanti sulla nostra strada vitale, costruendo la Chiesa e confessando il Signore. Il Papa ha avvertito: «Noi possiamo camminare quanto vogliamo, noi possiamo edificare tante cose, ma se non confessiamo Gesù Cristo, la cosa non va. Diventeremo una ONG assistenziale, ma non la Chiesa, Sposa del Signore».
Abbiamo sentito nel Vangelo della Messa un fatto centrale per la vita di Pietro e la Chiesa. Gesù chiede a quel pescatore di Galilea un atto di fede nella sua condizione divina e Pedro non esita a dire: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente» (Mt 16,16). Immediatamente, Gesù istituì il primato, dicendo a Pietro che sarebbe la roccia sulla quale la Chiesa sarà costruita nel tempo (cfr Mt 16,18) e dandogli il potere delle chiavi, la potestà suprema.
Anche se Pietro e i suoi successori sono assistiti dalla forza dello Spirito Santo, hanno bisogno lo stesso della nostra preghiera, perché la missione che hanno è di grande importanza per la vita della Chiesa: devono essere fondamento sicuro per tutti i cristiani lungo il tempo; per ciò ogni giorno dobbiamo pregare anche per il Santo Padre, per la sua persona e per le sue intenzioni.
Pensieri per il Vangelo di oggi
«Poiché non è necessario opporsi alla volontà del Signore che decide, ho risposto con obbedienza a ciò che la mano misericordiosa del Maestro ha voluto fare con me» (San Gregorio Magno)
«E tu, hai mai sentito in te questo sguardo d'amore infinito che, al di là di tutti i tuoi peccati, limiti e fallimenti, continua a fidarsi di te e a guardare la tua esistenza con speranza?» (Francesco)
«E subito cominciò a predicare Gesù nelle sinagoghe, che era il Figlio di Dio" (Atti 9:20). Questo sarà, fin dall'inizio, il centro della fede apostolica professata per la prima volta da Pietro come fondamento della Chiesa» (Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 442)
Altri commenti
«Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente»
Mons. Pere TENA i Garriga Vescovo Auxiliare Emerito di Barcelona (Barcelona, Spagna)Oggi è un giorno consacrato per il martirio degli apostoli Pietro e Paolo. «Pietro, primo predicatore della fede; Paolo, illustre maestro della verità» (Prefazio). Oggi è un giorno per essere riconoscenti alla fede apostolica, che è anche la nostra, proclamata da queste due colonne con la loro predicazione. È la fede che vince il mondo, perché crede e annuncia che Gesù è il figlio di Dio: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente» (Mt 16,16). Le altre festività degli apostoli san Pietro e san Paolo riguardano altri aspetti, però oggi ci riferiamo a ciò che permette nominarli come «primi predicatori del Vangelo» (Colletta): con il loro martirio confermarono la loro testimonianza.
La loro fede, la forza per il martirio, non gli venne dalla loro capacità umana. Non fu nessun uomo in carne ed ossa che insegnò a Pietro chi era Gesù, bensì fu la rivelazione del Padre dei cieli (cf. Mt 16,17). Così come il riconoscimento “di colui che lui perseguitava” come Gesù il Signore, fu chiaramente per Saulo, opera della grazia di Dio. In entrambi i casi, la libertà umana che chiede l’atto di fede, si basa nell’azione dello Spirito.
La fede degli apostoli è la fede della Chiesa, una, santa, cattolica e apostolica. Dalla confessione di Pietro in Cesarea di Filippo, «ogni giorno, nella Chiesa, Pietro continua a dire: “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente!”» (San Leone Magno). Da allora fino ai nostri giorni una moltitudine di cristiani di tutte le epoche, età, culture, e qualsiasi altra cosa che possa stabilire diversità tra gli uomini, ha proclamato all’unanimità la stessa fede vittoriosa.
Attraverso il battesimo e la cresima siamo inseriti nel cammino della testimonianza, ossia, del martirio. È necessario che restiamo attenti al “laboratorio della fede” che lo Spirito realizza in noi (Giovanni Paolo II), e chiedere umilmente poter sperimentare l’allegria della fede della Chiesa.
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