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Vangelo di oggi + omelia (di 300 parole)
Poi Iefte tornò a Mispa, a casa sua; ed ecco uscirgli incontro la figlia, con tamburelli e danze. Era l’unica figlia: non aveva altri figli né altre figlie. Appena la vide, si stracciò le vesti e disse: «Figlia mia, tu mi hai rovinato! Anche tu sei con quelli che mi hanno reso infelice! Io ho dato la mia parola al Signore e non posso ritirarmi». Ella gli disse: «Padre mio, se hai dato la tua parola al Signore, fa’ di me secondo quanto è uscito dalla tua bocca, perché il Signore ti ha concesso vendetta sugli Ammoniti, tuoi nemici». Poi disse al padre: «Mi sia concesso questo: lasciami libera per due mesi, perché io vada errando per i monti a piangere la mia verginità con le mie compagne». Egli le rispose: «Va’!», e la lasciò andare per due mesi. Ella se ne andò con le compagne e pianse sui monti la sua verginità. Alla fine dei due mesi tornò dal padre ed egli compì su di lei il voto che aveva fatto.
Sacrificio e offerta non gradisci, gli orecchi mi hai aperto, non hai chiesto olocausto né sacrificio per il peccato. Allora ho detto: «Ecco, io vengo.
Nel rotolo del libro su di me è scritto di fare la tua volontà: mio Dio, questo io desidero; la tua legge è nel mio intimo».
Ho annunciato la tua giustizia nella grande assemblea; vedi: non tengo chiuse le labbra, Signore, tu lo sai.
»Poi disse ai suoi servi: “La festa di nozze è pronta, ma gli invitati non erano degni; andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze”. Usciti per le strade, quei servi radunarono tutti quelli che trovarono, cattivi e buoni, e la sala delle nozze si riempì di commensali. Il re entrò per vedere i commensali e lì scorse un uomo che non indossava l’abito nuziale. Gli disse: “Amico, come mai sei entrato qui senza l’abito nuziale?”. Quello ammutolì. Allora il re ordinò ai servi: “Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”. Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti».
«Ecco, ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e gli animali ingrassati sono già uccisi e tutto è pronto; venite alle nozze!»
Rev. D. David AMADO i Fernández (Barcelona, Spagna)Oggi, la parabola evangelica ci parla del banchetto del Regno. È una figura usata frequentemente nella predicazione di Gesù. Si tratta della festa di nozze che accadrà alla fine dei tempi e costituirà l'unione di Gesù con la sua Chiesa. Questa è la sposa di Cristo che cammina nel mondo, ma che si unirà alla fine col suo Amato per sempre. Dio Padre ha preparato questa festa e vuole che vi partecipino tutti gli uomini. Perciò dice a tutti: «Venite alle nozze» (Mt 22,4).
La parabola, tuttavia, ha uno sviluppo tragico, «Ma costoro non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari...» (Mt 22,5). Perciò la misericordia di Dio va dirigendosi a persone sempre più lontane. È come un fidanzato che va a sposarsi ed invita i suoi familiari ed amici, ma questi rifiutano di andarci; invita poi conoscenti e compagni di lavoro e vicini di casa, ma interpongono scuse; infine si dirige a chiunque trova per strada, perché ha preparato un banchetto e vuole che ci siano invitati a tavola. Un Qualcosa del genere capita a Dio.
Ma i diversi personaggi che compaiono nella parabola, possono anche essere l'immagine delle condizioni della nostra anima. Per la grazia battesimale siamo amici di Dio e coeredi con Cristo: abbiamo un posto riservato nel banchetto. Se dimentichiamo la nostra condizione di figli, Dio passa a trattarci come conoscenti e continua ad invitarci. Se lasciamo morire in noi la grazia, diventiamo gente della strada, passanti senza importanza nelle cose del Regno. Ma Dio continua a chiamare.
La chiamata può arrivare in qualsiasi momento. È per invito. Nessuno ne ha diritto. È Dio che ci dice: «Venite alle nozze!». E l'invito va accolto con le parole ed i fatti. Perciò quell'invitato venne scacciato: «Come hai potuto entrare qui senz'abito nuziale?» (Mt 22,12).
Pensieri per il Vangelo di oggi
«Cristiano, riconosci l’altissima dignità di questa tua sapienza, e comprendi bene quale dev’essere la tua condotta e quali i premi che ti vengono promessi» (San Leone Magno)
«Il cristiano è l’invitato a una festa, alla gioia, alla gioia di essere salvato, alla gioia di essere redento, alla gioia di partecipare della stessa vita di Gesù. Tu sei invitato alla festa!» (Francesco)
«Si entra nel popolo di Dio mediante la fede e il Battesimo. « Tutti gli uomini sono chiamati a formare il nuovo popolo di Dio», affinché, in Cristo, « gli uomini costituiscano una sola famiglia e un solo popolo di Dio» (Catechismo della Chiesa Cattolica, nº 804)