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Contemplare il Vangelo di oggi

Vangelo di oggi + omelia (di 300 parole)

Giovedì, XXIII settimana del Tempo Ordinario
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Prima Lettura (Col 3,12-17): Fratelli, scelti da Dio, santi e amati, rivestitevi di sentimenti di tenerezza, di bontà, di umiltà, di mansuetudine, di magnanimità, sopportandovi a vicenda e perdonandovi gli uni gli altri, se qualcuno avesse di che lamentarsi nei riguardi di un altro. Come il Signore vi ha perdonato, così fate anche voi. Ma sopra tutte queste cose rivestitevi della carità, che le unisce in modo perfetto. E la pace di Cristo regni nei vostri cuori, perché ad essa siete stati chiamati in un solo corpo. E rendete grazie! La parola di Cristo abiti tra voi nella sua ricchezza. Con ogni sapienza istruitevi e ammonitevi a vicenda con salmi, inni e canti ispirati, con gratitudine, cantando a Dio nei vostri cuori. E qualunque cosa facciate, in parole e in opere, tutto avvenga nel nome del Signore Gesù, rendendo grazie per mezzo di lui a Dio Padre.
Salmo Responsoriale: 150
R/. Ogni vivente dia lode al Signore.
Lodate Dio nel suo santuario, lodatelo nel suo maestoso firmamento. Lodatelo per le sue imprese, lodatelo per la sua immensa grandezza.

Lodatelo con il suono del corno, lodatelo con l’arpa e la cetra. Lodatelo con tamburelli e danze, lodatelo sulle corde e con i flauti.

Lodatelo con cimbali sonori, lodatelo con cimbali squillanti. Ogni vivente dia lode al Signore.
Versetto prima del Vangelo (1Gv 4,12): Alleluia, alleluia. Se ci amiamo gli uni gli altri, Dio rimane in noi e l’amore di lui è perfetto in noi. Alleluia.
Testo del Vangelo (Lc 6,27-38): In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «A voi che ascoltate, io dico: amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi trattano male. A chi ti percuote sulla guancia, offri anche l’altra; a chi ti strappa il mantello, non rifiutare neanche la tunica. Da’ a chiunque ti chiede, e a chi prende le cose tue, non chiederle indietro. E come volete che gli uomini facciano a voi, così anche voi fate a loro. Se amate quelli che vi amano, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori amano quelli che li amano. E se fate del bene a coloro che fanno del bene a voi, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto. Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e la vostra ricompensa sarà grande e sarete figli dell’Altissimo, perché egli è benevolo verso gli ingrati e i malvagi.

»Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso. Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati. Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio».

«Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso»

Rev. D. Jaume AYMAR i Ragolta (Badalona, Barcelona, Spagna)

Oggi, nel Vangelo, il Signore ci chiede per ben due volte di amare i nemici. E dà poi tre concrezioni positive su questo comando: fate del bene a coloro che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi maltrattano. Si tratta di una direttiva che sembra difficile da raggiungere: come non amare coloro che ci amano? Inoltre, come possiamo amare coloro che conosciamo con certezza che ci vogliono male? Venire ad amare in questo modo è un dono di Dio, ma dobbiamo essere pronti a esso. Certamente, amare i nostri nemici è la cosa umanamente più saggia: il nemico amato sarà disarmato, l'amore può essere la condizione che dia possibilità per non essere più nemico. Allo stesso modo, Gesù continua: «A chi ti percuote sulla guancia, porgi anche l'altra» (Lc 6:29). Potrebbe sembrare eccessiva mansuetudine. Ma, cosa fece Gesù dopo essere schiaffeggiato nella sua passione? Certamente non decise di contrattaccare, ma rispose con fermezza tale, piena di carità, che sicuramente fece riflettere quel servo inbestialito: «Se ho parlato male, dimostrami dov'è il male; ma se ho parlato bene, perché mi percuoti?». ( Gv 18,22-23).

In tutte le religioni esiste una massima d'oro: «Non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te stesso». Gesù è l'unico che formula in modo positivo: «Ciò che volete gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro» (Lc 6,31). Questa regola d’oro è il fondamento di ogni morale. Commentando questo versetto, San Giovanni Crisostomo ci istruisce: «C'è di più, perché Gesù non ha detto solo: 'Desiderate tutto il bene per gli altri' ma 'fate del bene agli altri'»; Così la massima d'oro proposta da Gesù non può diventare un semplice desiderio, ma deve tradursi in opere.