Un team di 200 sacerdoti commenta il Vangelo del giorno
200 sacerdoti commenti il Vangelo del giorno
Contemplare il Vangelo di oggi
Vangelo di oggi + omelia (di 300 parole)
E noi siamo testimoni di tutte le cose da lui compiute nella regione dei Giudei e in Gerusalemme. Essi lo uccisero appendendolo a una croce, ma Dio lo ha risuscitato al terzo giorno e volle che si manifestasse, non a tutto il popolo, ma a testimoni prescelti da Dio, a noi che abbiamo mangiato e bevuto con lui dopo la sua risurrezione dai morti. E ci ha ordinato di annunciare al popolo e di testimoniare che egli è il giudice dei vivi e dei morti, costituito da Dio. A lui tutti i profeti danno questa testimonianza: chiunque crede in lui riceve il perdono dei peccati per mezzo del suo nome».
«Il suo amore è per sempre».
La destra del Signore si è innalzata, la destra del Signore ha fatto prodezze. Non morirò, ma resterò in vita e annuncerò le opere del Signore.
La pietra scartata dai costruttori è divenuta la pietra d’angolo. Questo è stato fatto dal Signore: una meraviglia ai nostri occhi.
Sequenza
Alla vittima pasquale, s’innalzi oggi il sacrificio di lode. L’Agnello ha redento il suo gregge, l’Innocente ha riconciliato noi peccatori col Padre.
Morte e Vita si sono affrontate in un prodigioso duello. Il Signore della vita era morto; ma ora, vivo, trionfa.
«Raccontaci, Maria: che hai visto sulla via?». «La tomba del Cristo vivente, la gloria del Cristo risorto, e gli angeli suoi testimoni, il sudario e le sue vesti. Cristo, mia speranza, è risorto: precede i suoi in Galilea».
Sì, ne siamo certi: Cristo è davvero risorto. Tu, Re vittorioso, abbi pietà di noi.
Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò. Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte. Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti.
«Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette»
Mons. Joan Enric VIVES i Sicília Vescovo di Urgell (Lleida, Spagna)Oggi «è il giorno fatto dal Signore», canteremo per tutta la Pasqua. Ed è che questa espressione del Salmo 117 invade la celebrazione della fede cristiana. Il Padre ha risuscitato suo Figlio Gesù Cristo, l'Amato, Quello in cui si compiace perché ha amato fino a dare la propria vita per tutti.
Viviamo la Pasqua con grande gioia. Cristo è risorto! Celebriamola pieni di gioia e di amore. Oggi, Gesù Cristo ha vinto la morte, il peccato, la tristezza ... e ci ha aperto le porte della nuova vita, la autentica vita, quella che lo Spirito Santo ci va dando per pura grazia. Che nessuno sia triste! Cristo è la nostra Pace e il nostro Cammino per sempre. Egli, ora «svela anche pienamente l'uomo all'uomo e gli fa nota la sua altissima vocazione» (Concilio Vaticano II, Gaudium et Spes 22).
Il grande segno che oggi ci dà il Vangelo è che la tomba di Gesù è vuota. Non dobbiamo più cercare tra i morti Quello che vive, perché è risorto. E i discepoli, che dopo lo vedranno Risorto, vale a dire, lo sperimenteranno vivo in un incontro di fede meraviglioso, comprendono che c’è un vuoto nel luogo della sua sepoltura. La tomba vuota e le apparizioni saranno i grandi segni per la fede del credente. Il Vangelo dice che «entrò anche l'altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette» (Gv 20,8). Seppe avvertire per la fede che quel vuoto e, allo stesso tempo, quel lenzuolo funebre e quel sudario piegato ordinatamente erano piccoli segni del passaggio di Dio, della nuova vita. L'amore sa captare ciò che gli altri non captano, e ne ha abbastanza con piccoli segni. Il «discepolo che Gesù amava» (Gv 20,2) si guidava per l'amore che aveva ricevuto da Cristo.
"Vedere e credere" dei discepoli che devono essere anche nostri. Rinnoviamo la nostra fede pasquale. Che Cristo sia in tutto il nostro Signore. Lasciamo che la sua Vita vivifichi la nostra e rinnoviamo la grazia battesimale che abbiamo ricevuto. Facciamoci apostoli e discepoli suoi. Facciamoci guidare dall'amore e annunciamo a tutto il mondo la gioia di credere in Gesù Cristo. Siamo testimoni fiduciosi della sua Risurrezione.
Pensieri per il Vangelo di oggi
«Ciò che è da considerare in questi eventi è l'intensità dell'amore che ardeva nel cuore di quella donna che non lasciò la tomba. Fu l'unica a vederlo, perché era rimasta a cercarlo, perché ciò che dà forza alle opere buone è la perseveranza in esse» (San Gregorio Magno)
«Gesù non è tornato ad una normale vita umana di questo mondo, come Lazzaro e gli altri morti che Gesù ha risuscitato. È entrato in una vita diversa, nuova; nell'immensità di Dio» (Benedetto XVI)
«Il mistero della risurrezione di Cristo è un evento reale che ha avuto manifestazioni storicamente provate, come testimonia il Nuovo Testamento. Già San Paolo, verso l'anno 56, può scrivere ai Corinzi: "Vi ho infatti consegnato prima di tutto quello che anch'io ho ricevuto: che Cristo è morto per i nostri peccati secondo le Scritture, che è stato sepolto e che è risorto il terzo giorno secondo le Scritture, che è apparso a Cefa e poi ai Dodici". L'Apostolo parla qui della tradizione vivente della risurrezione che ha ricevuto dopo la sua conversione alle porte di Damasco» (Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 639)
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VEGLIA PASQUALE (A) (Mt 28,1-10): «Non è qui. È risorto»
Fray Josep Mª MASSANA i Mola OFM (Barcelona, Spagna)Oggi, nel Vangelo della `Vigilia´pasquale, palpita un grande dinamismo: due donne corrono verso il sepolcro, un terremoto, un angelo fa girare una pietra, delle guardie spaventate cadono come morte. E Gesù, vivo e risuscitato, si fa compagno di strada di quelle donne...
Le donne sono le prime persone che sperimentano la risurrezione di Gesù, ma solo vedendo il sepolcro vuoto e l’angelo che annuncia loro: «Voi, non abbiate paura! So che cercate Gesù, il Crocifisso. Non è qui. E’ risorto, infatti come aveva detto...» (Mt 28,5-6). Sono anche le prime persone a dare testimonianza della loro esperienza: «Presto, andate a dire ai suoi discepoli;`E’ risorto dai morti´» (Mt 28,7).
Credono immediatamente. La loro fede, però, è una mescolanza di paura e di gioia. Avevano paura per le parole dell’angelo, con un annuncio che va oltre l’aspettativa umana. Gioivano per la certezza della risurrezione del Signore, perché le Scritture erano state compiute,per l’immenso privilegio della primizia pasquale che hanno ricevuto. La fede, dunque, pur producendo una grande gioia interna, non esclude la paura.
Vanno ad annunciare l’esperienza del Risuscitato, che hanno avuto senza averlo visto. Gesù premia loro questa fede ed appare loro mentre sono per strada.
Il centro di tutta l’esperienza di fede non è, in primo luogo, né una dottrina, né un dogma. E’ la persona di Gesù. La fede delle due donne del Vangelo di oggi, è centrata in Lui, nella Sua persona e in nessun’altra cosa. L’hanno visto vivo e vivo vanno ad annunciarlo!
Un’altra donna, santa Chiara, scriveva a sant’Agnese di Praga di concentrarsi in Gesù risuscitato: «Osservate, considerate e contemplate Gesù Cristo (...) Se soffrite con Lui, regnerete pure con Lui; se con Lui piangete, con Lui godrete; se morite con Lui sulla croce delle sofferenze, possederete con Lui le dimore eterne».
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VEGLIA PASQUALE (B) (Gv 13,1-15): «Gesù Nazareno, il crocifisso. È risorto»
Mons. Ramon MALLA i Call Vescovo Emerito di Lleida (Lleida, Spagna)Oggi, la Chiesa celebra con giubilo la festa principale: il trionfo della Sua Testa, Cristo Gesù. La Risurrezione di Gesù Cristo è un fatto del quale non possiamo dubitare. E’ comprensibile che non risulti strano che un fatto celestiale, un corpo risuscitato no possa essere compreso da mezzi terreni; molto presto, però, Maria Maddalena e la madre dell’Apostolo San Giacomo, ricevevano una prova indubbia, verificata dopo con molte apparizioni, realizzate in modo tale da escludere assolutamente qualunque sospetto di allucinazioni: «Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno, il Crocifisso. E’ risorto, non è qui. Ecco il luogo dove l’avevano posto»(Mc 16,6).
Oltre la gioia per l’evento della Risurrezione di Cristo, quest’avvenimento ci porta l’allegria di poter contare su di una risposta esultante e chiara agli interrogativi dell’uomo. Che cosa ci attende alla fine della vita? Non possiamo dubitare che, dopo la morte, ci aspetta una vita nuova, che sarà eterna: «là Lo vedrete, come vi ha detto» (Mc 16,7). San Paolo lo afferma con grande convinzione: «Se siamo morti con Cristo, crediamo che anche vivremo con lui, sapendo che Cristo, risorto dai morti, non muore più; la morte non ha più potere su di lui» (Rom 6,8-9). Logicamente, all’interrogante circa la fine della vita, il cristiano può rispondere con lieta speranza.
Il Vangelo di oggi fa risaltare come il giovane –l’angelo- che parla alle donne, riunisce i due concetti di dolore e di gloria: Colui che è risuscitato è precisamente Quello Che fu crocifisso. San Leone Magno dice: «...(per la Tua croce) i credenti estraggono forza dalla debolezza, gloria dallo scherno e vita dalla morte». Le croci di ogni giorno, sono,dunque, cammino di Risurrezione!
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VEGLIA PASQUALE (C) (Lc 24,1-12): «Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Non è qui, è risorto»
Fr. Austin NORRIS (Mumbai, India)Oggi, contempliamo la Gloria del Signore splendente nella sua vittoria sulla sofferenza e sulla morte. Promette una nuova vita a tutti quelli che cercano e credono alla Verità di Gesù. Nessuno si sentirà deluso così come non si sono sentite deluse le donne che «si sono recate al sepolcro con aromi e unguenti» (Lc 24,1).
Gli aromi e gli unguenti che dobbiamo portare durante la nostra esistenza sono una vita attestando la Parola di Dio, quando Gesù, divenuto uomo, disse: «Io sono la resurrezione. Colui che crede a me (…) vivrà, e non morirà mai» (Jn 11,25-26).
Dentro la nostra confusione e dentro il nostro dolere sembra che diventiamo miopi e che non possiamo vedere al di là del nostro ambito. E il «perché cercate tra i morti colui che è vivo?» (Lc 24,5) è un invito a lasciarsi guidare da Gesù e cercare la presenza del Signore “qui e ora”, in mezzo al popolo del Signore e del suo patimento e dolore. In una predica del Mercoledì delle Ceneri, il Santo Padre Benedetto XVI dice che «la salvezza, infatti, è un dono, è la grazia di Dio, però per avere effetto nella mia esistenza ha bisogno della mia approvazione, dimostrata tramite le mie opere, cioè, con la volontà di vivere come Gesù, di andare dietro Lui».
Da parte nostra, «una volta tornati dal sepolcro…» (Lc 24,9) dalle nostre sventure, dubbi e confusioni, possiamo anche offrire ai nostri pari in questa valle di lacrime, speranza e sicurezza. Il buio del sepolcro «un giorno concederà la lucente promessa dell'immortalità» (Prefazione della Messa dei Difunti). Magari la Gloria del Signore Gesù ci tenga in piede e guardando il cielo e magari sempre possiamo essere considerati come un "Popolo Pasquale". Magari possiamo trasformarci, e invece di essere un "popolo di Venerdì Santo" possiamo diventare un popolo di Pasqua.
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