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Contemplare il Vangelo di oggi

Vangelo di oggi + omelia (di 300 parole)

Venerdì, XIII settimana del Tempo Ordinario
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Prima Lettura (Am 8,4-6.9-12): «Ascoltate questo, voi che calpestate il povero e sterminate gli umili del paese, voi che dite: “Quando sarà passato il novilunio e si potrà vendere il grano? E il sabato, perché si possa smerciare il frumento, diminuendo l’efa e aumentando il siclo e usando bilance false,
per comprare con denaro gli indigenti e il povero per un paio di sandali? Venderemo anche lo scarto del grano”». «In quel giorno – oracolo del Signore Dio – farò tramontare il sole a mezzogiorno e oscurerò la terra in pieno giorno!

Cambierò le vostre feste in lutto e tutti i vostri canti in lamento: farò vestire ad ogni fianco il sacco, farò radere tutte le teste: ne farò come un lutto per un figlio unico e la sua fine sarà come un giorno d’amarezza. Ecco, verranno giorni – oracolo del Signore Dio – in cui manderò la fame nel paese; non fame di pane né sete di acqua, ma di ascoltare le parole del Signore». Allora andranno errando da un mare all’altro e vagheranno da settentrione a oriente, per cercare la parola del Signore, ma non la troveranno.
Salmo Responsoriale: 118
R/. Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio.
Beato chi custodisce i suoi insegnamenti e lo cerca con tutto il cuore. Con tutto il mio cuore ti cerco: non lasciarmi deviare dai tuoi comandi.

Io mi consumo nel desiderio dei tuoi giudizi in ogni momento. Ho scelto la via della fedeltà, mi sono proposto i tuoi giudizi.

Ecco, desidero i tuoi precetti: fammi vivere nella tua giustizia. Apro anelante la mia bocca, perché ho sete dei tuoi comandi.
Versetto prima del Vangelo (Mt 11,28): Alleluia, alleluia. Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro, dice il Signore. Alleluia.
Testo del Vangelo (Mt 9,9-13): In quel tempo, Gesù, vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì. Mentre sedeva a tavola nella casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e se ne stavano a tavola con Gesù e con i suoi discepoli. Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: «Come mai il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?». Udito questo, disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate a imparare che cosa vuol dire: “Misericordia io voglio e non sacrifici”. Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori».

«Seguimi»

Diacono. P. Josep MONTOYA Viñas (Valldoreix, Barcelona, Spagna)

Oggi, con questa parola, semplice ma profonda — “Seguimi” — Gesù trasforma la vita di Matteo. Un pubblicano, un uomo rifiutato dai suoi contemporanei, è guardato con misericordia e chiamato dal Maestro.

Questo Vangelo ci parla dello sguardo di Gesù: uno sguardo che non condanna, ma invita. Anche noi, in qualche momento della nostra vita, abbiamo ascoltato questa chiamata. Forse non con parole udibili, ma nel profondo del cuore: un invito a uscire dalla nostra zona di comfort e a seguirlo in un cammino di conversione e di servizio. Che cosa mi chiede Gesù, adesso? Che risposta voglio dargli?

Gesù non aspetta che siamo perfetti per chiamarci. Il Signore dice ai farisei, di fronte al loro disagio: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati» (Mt 9,12). È nella nostra realtà concreta, con le nostre ferite e i nostri limiti, che Egli ci dice “seguimi”.

Papa Leone XIV, quando ricevette la berretta cardinalizia, diceva nel discorso di ringraziamento, rivolgendosi a tutti i cardinali presenti: «Non abbiate paura di dire di “sì”. Non abbiate paura, almeno, di aprire i vostri cuori e, se volete, provate a vedere se il Signore vi chiama…».

La chiamata di Cristo, per papa Leone, è un invito ad aprirsi alla vocazione di seguirlo, con fiducia e senza timore. Questa carità è ciò che muove Gesù a sedersi a tavola con i peccatori. Ed è la stessa che oggi ci spinge a guardare gli altri con misericordia, non dall’alto in basso, ma con il desiderio che tutti possiamo ascoltare e rispondere alla chiamata, perché «voglio l’amore e non il sacrificio» (Os 6,6; cf. Mt 9,13), abbiamo ascoltato oggi dalla bocca di Gesù.

Che questo Vangelo ci rinnovi il cuore e ci aiuti a riconoscere la voce di Cristo nella nostra vita quotidiana di ogni giorno.

Pensieri per il Vangelo di oggi

  • «Mio dolce Signore, volgi generosamente i tuoi occhi misericordiosi verso questo tuo popolo; perché la tua gloria sarà molto più grande se avrai pietà dell'immensa moltitudine delle tue creature» (Santa Caterina da Siena)

  • «Gesù Cristo è il volto visibile della misericordia del Padre. Misericordia: è la parola che svela il mistero della Santissima Trinità. Misericordia: è l'ultimo e supremo atto con cui Dio ci viene incontro» (Francesco)

  • «Gesù ha compiuto azioni, quale il perdono dei peccati, che lo hanno rivelato come il Dio Salvatore. Alcuni Giudei, i quali non riconoscevano il Dio fatto uomo, ma vedevano in lui “un uomo” che si faceva Dio (GV 10,33), l'hanno giudicato un bestemmiatore» (Catechismo della Chiesa Cattolica, nº 594)

Altri commenti

«Seguimi»

Rev. D. Pere CAMPANYÀ i Ribó (Barcelona, Spagna)

Oggi, il Vangelo ci parla di una vocazione, quella del pubblicano Matteo. Gesù stà preparando il piccolo gruppo di discepoli che dovranno continuare la Sua opera di salvazione. Lui sceglie chi vuole: saranno pescatori o procedenti da una modesta professione. Chiama, a che lo segua, finanche un esattore delle imposte, professione disprezzata dai giudei –che si consideravano osservanti perfetti della legge-, perchè la consideravano quasi fosse una vita peccatrice, perchè riscuotevano imposte da parte del governatore romano, al quale non volevano assoggettarsi.

E’ sufficiente l’invito di Gesù: «Seguimi» (Mt 9,9). Per una parola del Maestro, Matteo lascia la sua professione e, contentissimo, L’invita a casa sua per celebrarvi un banchetto di riconoscenza. Era normale che Matteo avesse un gruppo di buoni amici della sua stessa professione, affinchè l’accompagnassero a partecipare di quel convito. Secondo i farisei, tutta quella gente era peccatrice, riconosciuta pubblicamente come tale.

I farisei non possono star zitti e commentano con alcuni discepoli di Gesù: «Come mai il vostro maestro mangia assieme ai pubblicani e ai peccatori?» (Mt 9,10). La risposta di Gesù arriva immediatamente: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati» (Mt 9,12). Il paragone è perfetto: «Non sono venuto (...) a chiamare i giusti, ma i peccatori» (Mt 9,13).

Le parole di questo Vangelo sono di grande attualità. Gesù continua ad invitarci a seguirLo, ognuno secondo il suo stato e professione. Seguire Gesù, però, esige lasciare passioni disordinate, cattiva condotta familiare, perdere tempo, per potersi dedicare alla preghiera, al banchetto eucaristico, alla pastorale missionaria. In realtà «un cristiano non è padrone di sè stesso, ma deve dedicarsi al servizio di Dio» (Sant’Ignazio d’Antiochia).

Certamente il Signore mi chiede un cambio di vita e, così, mi domando: a quale gruppo appartengo? A quello delle persone che tendono alla perfezione o a quello delle persone che si riconoscono sinceramente smarrite nel buio? Non è forse vero che posso migliorare? Coraggio, allora, e fiducia nel Signore!