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Contemplare il Vangelo di oggi
Vangelo di oggi + omelia (di 300 parole)
Ecco, l’occhio del Signore è su chi lo teme, su chi spera nel suo amore, per liberarlo dalla morte e nutrirlo in tempo di fame.
L’anima nostra attende il Signore: egli è nostro aiuto e nostro scudo. È in lui che gioisce il nostro cuore, nel suo santo nome noi confidiamo.
»Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò, e volle regolare i conti con loro. Colui che aveva ricevuto cinque talenti, ne presentò altri cinque, dicendo: "Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque". "Bene, servo buono e fedele, gli disse il suo padrone, sei stato fedele nel poco, ti darò autorità su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone". Presentatosi poi colui che aveva ricevuto due talenti, disse: "Signore, mi hai consegnato due talenti; vedi, ne ho guadagnati altri due". "Bene, servo buono e fedele, gli rispose il padrone, sei stato fedele nel poco, ti darò autorità su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone".
»Venuto infine colui che aveva ricevuto un solo talento, disse: "Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso; per paura andai a nascondere il talento sotterra: ecco qui il tuo". Il padrone gli rispose: "Servo malvagio e infingardo, sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l’interesse. Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti. Perché a chiunque ha sarà dato e sarà nell’abbondanza; ma a chi non ha sarà tolto anche quello che ha. E il servo fannullone gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti"».
«Un uomo, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni»
Rev. D. Albert SOLS i Lúcia (Barcelona, Spagna)Oggi, contempliamo la parabola dei talenti. In Gesù osserviamo (come) un periodo di cambio nello stile del suo messaggio: l’annunzio del Regno non si limita tanto a dimostrare la sua prossimità quanto a descrivere il suo contenuto mediante racconti: è l’ora delle parabole!
Un grand’uomo decide di intraprendere un lungo viaggio, e confida tutto il patrimonio ai suoi servitori. Poteva averlo distribuito in parti uguali, ma non lo fece così. Diede a ciascuno d’accordo alle sue capacità (cinque, due ed un talento). Con quel denaro ogni servitore poté capitalizzare l’inizio di un buon affare. I primi due si dedicarono ad amministrare i loro depositi, ma il terzo —per paura o per pigrizia— preferì nasconderlo evitando ogni investimento: si chiuse nella comodità della sua propria povertà.
Il signore ritornò e... richiese la resa dei conti (cf. Mt 25,19). Premiò il coraggio dei primi due che raddoppiarono il deposito affidato. Il comportamento con il servo “prudente” fu molto diverso.
Il messaggio della parabola continua ad essere di grande attualità. Le moderne democrazie camminano verso una separazione progressiva tra la Chiesa e lo Stato. Questo non è controproducente, anzi al contrario. Tuttavia, questa mentalità globale e progressiva racchiude un effetto secondario, pericoloso per i cristiani: essere l’immagine viva di quel terzo servo a chi il signore (figura biblica di Dio Padre) rimproverò molto severamente. Senza malizia, soltanto per comodità o paura, corriamo il pericolo di nascondere e ridurre la nostra fede cristiana al circolo privato della famiglia e degli amici intimi. Il Vangelo non può limitarsi ad una lettura e contemplazione sterile. Dobbiamo amministrare con coraggio e rischio la nostra vocazione cristiana nel proprio ambiente sociale e professionale proclamando la figura di Cristo con le parole e il testimonio.
Commenta Sant’Agostino: «quelli che predichiamo la parola di Dio ai popoli non siamo tanto lontani dalla condizione umana e dalla riflessione basata nella fede da non avvertire i nostri pericoli. Però ci conforta il fatto che, dove c’è il nostro pericolo a causa del ministero, li abbiamo l’aiuto delle vostre preghiere».
Pensieri per il Vangelo di oggi
«È più prezioso davanti a Dio e all’anima un poquino di questo amore e più profitto fà la Chiesa, benchè sembri che non faccia nulla, di tutte quelle altre opere messe insieme» (San Giovanni della Croce)
«Il Signore non dà a tutti le stesse cose e allo stesso modo: ci conosce personalmente e ci affida ciò che è giusto per noi; ma in tutti ripone la stessa immensa fiducia. Non deludiamolo!» (Francesco)
«Queste differenze appartengono al progetto di Dio, che vuole che ciascuno riceva dall’altro ciò di cui ha bisogno, e che chi ha “talenti” particolari comunichi i suoi benefici a chi ne ha bisogno(...)» (Catechismo della Chiesa Cattolica n. 1937)