Un team di 200 sacerdoti commenta il Vangelo del giorno
200 sacerdoti commenti il Vangelo del giorno
Contemplare il Vangelo di oggi
Vangelo di oggi + omelia (di 300 parole)
Abitavano allora a Gerusalemme Giudei osservanti, di ogni nazione che è sotto il cielo. A quel rumore, la folla si radunò e rimase turbata, perché ciascuno li udiva parlare nella propria lingua. Erano stupiti e, fuori di sé per la meraviglia, dicevano: «Tutti costoro che parlano non sono forse Galilei? E come mai ciascuno di noi sente parlare nella propria lingua nativa? Siamo Parti, Medi, Elamìti; abitanti della Mesopotamia, della Giudea e della Cappadòcia, del Ponto e dell’Asia, della Frigia e della Panfìlia, dell’Egitto e delle parti della Libia vicino a Cirene, Romani qui residenti, Giudei e proséliti, Cretesi e Arabi, e li udiamo parlare nelle nostre lingue delle grandi opere di Dio».
Togli loro il respiro: muoiono, e ritornano nella loro polvere. Mandi il tuo spirito, sono creati, e rinnovi la faccia della terra.
Sia per sempre la gloria del Signore; gioisca il Signore delle sue opere. A lui sia gradito il mio canto, io gioirò nel Signore.
Sequenza: Vieni, Santo Spirito, manda a noi dal cielo un raggio della tua luce. Vieni, padre dei poveri,
vieni, datore dei doni, vieni, luce dei cuori. Consolatore perfetto, ospite dolce dell'anima, dolcissimo sollievo. Nella fatica, riposo, nella calura, riparo, nel pianto, conforto. O luce beatissima, invadi nell'intimo il cuore dei tuoi fedeli.
Senza la tua forza, nulla è nell'uomo, nulla senza colpa. Lava ciò che è sórdido, bagna ciò che è árido, sana ciò che sánguina.Piega ciò che è rigido, scalda ciò che è gelido, drizza ciò che è sviato. Dona ai tuoi fedeli, che solo in te confidano i tuoi santi doni. Dona virtù e premio, dona morte santa, dona gioia eterna.
«Ricevete lo Spirito Santo»
Mons. José Ángel SAIZ Meneses, Arcivescovo di Siviglia (Sevilla, Spagna)Oggi, nel giorno di Pentecoste si compie la promessa che Gesù fece agli Apostoli. Nel pomeriggio del giorno di Pasqua alitò su di loro e disse: «Ricevete lo Spirito Santo» (Gv 20,22). La venuta dello Spirito Santo nel giorno di Pentecoste rinnova e porta a termine questo dono in modo solenne e con manifestazioni esterne. Così culmina il mistero pasquale.
Lo Spirito che Gesù comunica crea, nel discepolo, una nuova condizione umana producendo unità. Quando l’orgoglio dell’uomo lo porta a sfidare Dio costruendo la Torre di Babele, Dio confonde le loro lingue così che non possano capirsi. In Pentecoste avviene l’inverso: per grazia dello Spirito Santo, gli Apostoli sono capiti per gente di provenienze e lingue diverse.
Lo Spirito Santo è il Maestro interiore che guida il discepolo verso la verità, che lo spinge ad operare bene, che lo consola nel dolore, che lo trasforma interiormente, dando forza e capacità nuove.
Il primo giorno di Pentecoste dell’era cristiana, gli Apostoli si trovavano riuniti in compagnia di Maria, raccolti in preghiera. Il raccoglimento, l’attitudine di preghiera è imprescindibile per ricevere lo Spirito. «Venne all'improvviso dal cielo un rombo, come di vento che si abbatte gagliardo, e riempì tutta la casa dove si trovavano. Apparvero loro lingue come di fuoco che si dividevano e si posarono su ciascuno di loro» (Atti 2,2-3).
Tutti furono pieni di Spirito Santo e si misero a predicare coraggiosamente. Quegli uomini intimoriti erano stati trasformati in coraggiosi predicatori per niente temerosi del carcere, della tortura o del martirio. Non c’è da sorprendersi: la forza dello Spirito era in loro.
Lo Spirito Santo, Terza Persona della Trinità, è l’anima della mia anima, la vita della mia vita, l’essere del mio essere; è la mia santificazione, l’ospite del mio più profondo interiore. Per raggiungere la maturità nella vita di fede è necessario che la relazione con Lui sia ogni volta più consapevole, più personale. In questa celebrazione di Pentecoste spalanchiamo le porte del nostro interiore.
Pensieri per il Vangelo di oggi
«Dove c’e la Chiesa, c’e anche lo Spirito di Dio; e dove c’e lo Spirito di Dio, lá c’e pure la Chiesa e tutta la grazia» (San Ireneo di Lione)
«Il sacramento della Penitenza, nasce direttamente dal mistero pasquale. Il perdono non é il frutto dei nostri sforzi, bensí é un regalo, un dono dello Spirito Santo, che ci riempie con il bagno della misericordia e della grazia che scorre incessantemente dal cuore aperto di Cristo crocefisso e risorto» (Francesco)
«Il Simbolo degli Apostoli lega la fede nel perdono dei peccati alla fede nello Spirito Santo, ma anche alla fede nella Chiesa e nella comunione dei santi. Proprio donando ai suoi Apostoli lo Spirito Santo, Cristo risorto ha loro conferito il suo potere divino di perdonare i peccati» (Catechismo della Chiesa Cattolica, n° 976)
Altri commenti
MESSA DELLA VEGLIA (Gv 7,37-39) «Dal suo grembo sgorgheranno fiumi di acqua viva»
Rev. D. Joan MARTÍNEZ Porcel (Barcelona, Spagna)Oggi contempliamo Gesù durante l’ultimo giorno della festa dei Tabernacoli, quando posto in piedi gridò: «Se qualcuno ha sete, venga a me, e beva chi crede in me. Come dice la Scrittura: dal suo grembo sgorgheranno fiumi di acqua viva» (Gv 7,37-38). Riferendosi allo Spirito.
La venuta della Spirito è una teofania dove il vento e il fuoco ci ricordano la trascendenza di Dio. Dopo aver ricevuto lo Spirito, i discepoli parlano senza paura. Nella Eucarestia della vigilia vediamo lo Spirito come “un fiume interno di acqua viva”, come lo fu nel grembo di Gesù; allo stesso tempo scopriamo che anche nella Chiesa, è lo Spirito che infonde la vera vita. Con consuetudine ci riferiamo al ruolo dello Spirito ad un livello individuale, invece oggi la parola di Dio sottolinea l’azione nella comunità cristiana: «...lo Spirito che avrebbero ricevuto i credenti in Lui..» (Gv 7,39). Lo Spirito costituisce la unità stabile e solida che trasforma la comunità in un solo corpo, il corpo di Cristo. D’altra parte, è l’origine della diversità dei doni e dei carismi che ci differenziano a tutti y a ciascuno di noi.
L’unità è un indizio chiaro della presenza dello Spirito nelle nostre comunità. La cosa più importante della Chiesa è invisibile, ed è precisamente la presenza dello Spirito che le da vita. Quando vediamo la Chiesa solamente con occhi umani, senza farla oggetto di fede, sbagliamo, perché perdiamo la possibilità di percepire in Lei la forza dello Spirito. Nel normale stato di tensione tra unità e diversità, tra la Chiesa universale e la locale, tra comunione soprannaturale e comunità di fratelli, abbiamo bisogno di apprezzare la presenza del Regno di Dio nella sua Chiesa pellegrina. Nella preghiera colletta della celebrazione Eucaristica della vigilia, chiediamo a Dio che «...i popoli dispersi si congreghino per mezzo dello Spirito e riuniti le diverse lingue si uniscano a proclamare la gloria del tuo nome».
Adesso dobbiamo chiedere a Dio di saper scoprire lo Spirito come anima della nostra anima e allo stesso tempo, anima della Chiesa.
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