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Vangelo di oggi + omelia (di 300 parole)
Allora Abramo si prostrò con la faccia a terra e rise e pensò: «A uno di cento anni può nascere un figlio? E Sara all’età di novant’anni potrà partorire?». Abramo disse a Dio: «Se almeno Ismaele potesse vivere davanti a te!». E Dio disse: «No, Sara, tua moglie, ti partorirà un figlio e lo chiamerai Isacco. Io stabilirò la mia alleanza con lui come alleanza perenne, per essere il Dio suo e della sua discendenza dopo di lui. Anche riguardo a Ismaele io ti ho esaudito: ecco, io lo benedico e lo renderò fecondo e molto, molto numeroso: dodici prìncipi egli genererà e di lui farò una grande nazione. Ma stabilirò la mia alleanza con Isacco, che Sara ti partorirà a questa data l’anno venturo».
Dio terminò così di parlare con lui e lasciò Abramo, levandosi in alto.
La tua sposa come vite feconda nell’intimità della tua casa; i tuoi figli come virgulti d’ulivo intorno alla tua mensa.
Ecco com’è benedetto l’uomo che teme il Signore. Ti benedica il Signore da Sion. Possa tu vedere il bene di Gerusalemme tutti i giorni della tua vita!
«Signore, se vuoi, puoi purificarmi»
Rev. D. Xavier ROMERO i Galdeano (Cervera, Lleida, Spagna)Oggi, il Vangelo ci mostra un lebbroso, pieno di dolore e consapevole della sua malattia, e che viene a Gesù chiedendo: «Signore, se vuoi, puoi purificarmi» (Mt 8.2). Anche noi, vedendo così vicino al Signore e tanto lontana la nostra testa, i nostri cuori e le nostre mani del suo progetto di salvezza, dovremmo sentirci ansiosi e in grado di fare la stessa espressione del lebbroso: «Signore, se vuoi, puoi purificarmi» (Mt 8.2).
Tuttavia, si impone una domanda: Una società che non ha coscienza del peccato, può chiedere il perdono del Signore? Può chiedere purificazione? Tutti conosciamo molte persone che soffrono e il cui cuore è ferito, ma il suo dramma è non sempre sono coscienti della loro situazione personale. E invece, Gesù va oltre noi, giorno dopo giorno (cfr Mt 28,20), e si aspetta la stessa richiesta: «Signore, se vuoi...» (Mt 8.2). Però, dobbiamo anche collaborare. Sant'Agostino ce lo ricorda nella sua dichiarazione classica: «Colui che ti ha creato senza di te, non ti salverà senza di te». E 'quindi necessario essere in grado di chiedere al Signore di aiutarci, che vogliamo cambiare col suo aiuto.
Qualcuno potrebbe domandarsi, perché è così importante rendersi conto, convertirsi e voler cambiare? Semplicemente perché, altrimenti, non saremmo in grado di dare una risposta affermativa alla domanda precedente, in cui abbiamo detto che una società senza coscienza di peccato difficilmente sentirà il desiderio o la necessità di cercare il Signore per fare la sua richiesta di aiuto.
Così, quando arriva il momento per il pentimento, il momento della confessione sacramentale, è preciso eliminare il passato, dei mali che infettano il nostro corpo e la nostra anima. Non abbiamo alcun dubbio, chiedere perdono è un grande momento di iniziazione cristiana, perché è il momento nel quale la fascia cade dai nostri occhi. E se qualcuno è a conoscenza della sua situazione e non vuole convertirsi? Dice il famoso proverbio: «non c'è peggior cieco che quello che non vuol vedere».
Pensieri per il Vangelo di oggi
«Nella persona di questo lebbroso, il Signore vuole esortarci ad essere umili e a fuggire dalla vanagloria; ci esorta ad essere grati» (San Giovanni Crisostomo)
«Gesù prende da noi l'umanità malata, e noi da Lui la sua umanità sana e che guarisce. Questo avviene ogni volta che riceviamo con fede un sacramento, in particolare il sacramento della Riconciliazione, che ci guarisce dalla lebbra e dal peccato» (Francesco)
«Il nome "Signore" significa sovranità divina. Confessare o invocare Gesù come Signore è credere nella sua divinità. 'Nessuno può dire: ‘Gesù è il Signore!’, se non per influenza dello Spirito Santo' (1 Cor 12,3)» (Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 455)