Un team di 200 sacerdoti commenta il Vangelo del giorno
200 sacerdoti commenti il Vangelo del giorno
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Vangelo di oggi + omelia (di 300 parole)
Allora intraprese il cammino di ritorno dai campi di Moab con le sue nuore, perché nei campi di Moab aveva sentito dire che il Signore aveva visitato il suo popolo, dandogli pane. Orpa si accomiatò con un bacio da sua suocera, Rut invece non si staccò da lei. Noemi le disse: «Ecco, tua cognata è tornata dalla sua gente e dal suo dio; torna indietro anche tu, come tua cognata». Ma Rut replicò: «Non insistere con me che ti abbandoni e torni indietro senza di te, perché dove andrai tu, andrò anch’io, e dove ti fermerai, mi fermerò; il tuo popolo sarà il mio popolo e il tuo Dio sarà il mio Dio». Così dunque tornò Noemi con Rut, la moabita, sua nuora, venuta dai campi di Moab. Esse arrivarono a Betlemme quando si cominciava a mietere l’orzo.
Egli rimane fedele per sempre, rende giustizia agli oppressi, dà il pane agli affamati. Il Signore libera i prigionieri.
Il Signore ridona la vista ai ciechi, il Signore rialza chi è caduto, il Signore ama i giusti, il Signore protegge i forestieri.
Egli sostiene l’orfano e la vedova, ma sconvolge le vie dei malvagi. Il Signore regna per sempre, il tuo Dio, o Sion, di generazione in generazione.
«Amerai il Signore tuo Dio (...). Amerai il tuo prossimo»
Rev. D. Pere CALMELL i Turet (Barcelona, Spagna)Oggi, il dottore della legge chiede a Gesù: «qual è il più grande comandamento della legge?» (Mt 22,36), il più importante, il primo. La risposta, invece, parla di un primo comandamento e di un secondo, che «è simile al primo» (Mt 22,39). Due anelli inseparabili che sono una stessa cosa. Inseparabili, ma uno prima e uno secondo, uno d’oro e l’altro d’argento. Il signore ci porta alla profondità della catechesi cristiana, perché «Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti» (Mt 22,40).
Ecco qui la ragione del classico commento dei due legni della Croce del Signore: quello scavato nella terra è la verticalità, che guarda verso il cielo a Dio. L’altro rappresenta l’orizzontalità, il modo di fare con i nostri simili. Anche in quest’immagine c’è un primo e un secondo. L’orizzontalità sarebbe a livello del suolo se prima non possedessimo un legno diritto verso l’alto, e quanto più vogliamo alzare il livello del nostro servizio agli altri —l’orizzontalità— più elevato dovrà essere il nostro amore a Dio. Altrimenti, è facile che sopravvenga lo scoraggiamento, l’incostanza, l’esigenza delle compensazioni in qualsiasi ordine. Dice San Giovanni della Croce: «Quanto più ama un anima, tanto più perfetta è in quello che ama; così quest’anima, che è già perfetta, tutta lei è amore e tutte le sue azioni sono amore».
Infatti, nei santi già conosciuti possiamo vedere come l’amore a Dio, che loro sanno manifestare in diversi modi, concede loro una grande iniziativa al momento di aiutare il prossimo. Chiediamo oggi alla Madonna che ci colmi col desiderio di sorprendere Nostro Signore con opere e parole di affetto. Così, il nostro cuore sarà capace di scoprire come sorprendere con qualche simpatico dettaglio quelli che vivono e lavorano accanto a noi, e non soltanto nei giorni speciali, che quello lo sa fare chiunque. Sorprendere!: forma pratica di pensare meno in noi stessi.
Pensieri per il Vangelo di oggi
«Mi chiedi per quale motivo e con quale metodo o misura si dovrebbe amare Dio. Rispondo: la ragione per amare Dio è Dio; il metodo e la misura è amarlo senza metodo né misura» (San Bernardo)
«Nulla dovrebbe venire prima del servizio di Dio. Tale “sottomissione” a Dio non è distruttiva della creatura. La creazione è configurata in modo tale da invitare a questo culto. Il ritmo della nostra vita vibra correttamente solo se è impregnato di questa forza» (Benedetto XVI)
«(…) L'adorazione del Dio unico libera l'uomo dal ripiegamento su se stesso, dalla schiavitù del peccato e dall'idolatria del mondo» (Catechismo della Chiesa Cattolica, nº 2.097)