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Contemplare il Vangelo di oggi
Vangelo di oggi + omelia (di 300 parole)
Fate morire dunque ciò che appartiene alla terra: impurità, immoralità, passioni, desideri cattivi e quella cupidigia che è idolatria; a motivo di queste cose l’ira di Dio viene su coloro che gli disobbediscono. Anche voi un tempo eravate così, quando vivevate in questi vizi. Ora invece gettate via anche voi tutte queste cose: ira, animosità, cattiveria, insulti e discorsi osceni, che escono dalla vostra bocca. Non dite menzogne gli uni agli altri: vi siete svestiti dell’uomo vecchio con le sue azioni e avete rivestito il nuovo, che si rinnova per una piena conoscenza, ad immagine di Colui che lo ha creato. Qui non vi è Greco o Giudeo, circoncisione o incirconcisione, barbaro, Scita, schiavo, libero, ma Cristo è tutto e in tutti.
Ti lodino, Signore, tutte le tue opere e ti benedicano i tuoi fedeli. Dicano la gloria del tuo regno e parlino della tua potenza.
Per far conoscere agli uomini le tue imprese e la splendida gloria del tuo regno. Il tuo regno è un regno eterno, il tuo dominio si estende per tutte le generazioni.
»Ma guai a voi, ricchi, perché avete già la vostra consolazione. Guai a voi che ora siete sazi, perché avrete fame. Guai a voi che ora ridete, perché sarete afflitti e piangerete. Guai quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti facevano i loro padri con i falsi profeti».
«Beati voi poveri (...). Ma guai a voi, ricchi»
Rev. D. Joaquim MESEGUER García (Rubí, Barcelona, Spagna)Oggi, Gesù ci indica dov’è la vera felicità. Nella versione di Luca, le beatitudini sono accompagnate da lamenti che si affliggono per coloro che non accettano il messaggio di salvezza e che si rinchiudono in una vita autosufficiente ed egoista. Con le beatitudini e i lamenti, Gesù spiega la dottrina dei due cammini: il cammino della vita ed il cammino della morte. Non vi è una terza possibilità neutrale: colui che no va verso la vita va inesorabilmente verso la morte; colui che non segue la luce, vive nelle tenebre.
«Beati voi poveri, perché vostro è il regno di Dio» (Lc 6,20). Questa beatitudine è il fondamento di tutte le altre, poiché chi è povero sarà capace di ricevere il Regno di Dio come un dono. Chi è povero si renderà conto di che cosa si deve aver fame e sete: non dei beni materiali, ma della Parola di Dio; non del potere, ma della giustizia e l’amore. Chi è povero potrà piangere dinanzi alla sofferenza del mondo. Chi è povero saprà che ogni ricchezza è di Dio e che, per questo, sarà incompreso e perseguitato nel mondo.
«Ma guai a voi, ricchi, perché avete già la vostra consolazione» (Lc 6,24). Questo rammarico è anche il fondamento delle susseguenti, poiché chi è ricco e autosufficiente, chi non sa porre le proprie ricchezze al servizio del prossimo, si rinchiude nel proprio egoismo e opera lui stesso la propria disgrazia. Che Dio ci liberi dal desiderio di ricchezze, di andare dietro alle promesse del mondo e di porre il nostro cuore nei beni materiali; che Dio non permetta sentirci soddisfatti dinanzi alle lodi ed adulazioni umane, perché questo significherebbe aver posto il nostro cuore nella gloria del mondo e non in quella di Cristo. Ci sarà vantaggioso ricordare quel che dice San Basilio: «Chi ama il suo prossimo come se stesso non accumula cose innecessarie che possono essere utili per altri».
Pensieri per il Vangelo di oggi
«Ciò che si deve temere non è di essere maledetti, ma di aessere coinvolti nella comune ipocrisia: allora sì saresti diventati insipidi e saresti stati calpestati dalla gente» (San Giovanni Crisostomo)
«Le Beatitudini sono promesse in cui risplende la nuova immagine del mondo e dell’uomo che Gesù inaugura, e in cui ‘si invertono i valori’. Quando l’uomo cammina con Gesù, allora vive con criteri nuovi» (Benedetto XVI)
«Le beatitudini sono al centro della predicazione di Gesù. La loro proclamazione riprende le promesse fatte al popolo eletto a partire da Abramo. Le porta alla perfezione ordinandole non più al solo godimento di una terra, ma al regno dei cieli» (Catechismo della Chiesa, n. 1716)
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