Un team di 200 sacerdoti commenta il Vangelo del giorno
200 sacerdoti commenti il Vangelo del giorno
Contemplare il Vangelo di oggi
Vangelo di oggi + omelia (di 300 parole)
Così, come accade anche oggi, ci sono venuti addosso tanti mali, insieme con la maledizione che il Signore aveva minacciato per mezzo di Mosè, suo servo, quando fece uscire i nostri padri dall’Egitto per concederci una terra in cui scorrono latte e miele. Non abbiamo ascoltato la voce del Signore, nostro Dio, secondo tutte le parole dei profeti che egli ci ha mandato, ma ciascuno di noi ha seguito le perverse inclinazioni del suo cuore, ha servito dèi stranieri e ha fatto ciò che è male agli occhi del Signore, nostro Dio.
Hanno versato il loro sangue come acqua intorno a Gerusalemme e nessuno seppelliva. Siamo divenuti il disprezzo dei nostri vicini, lo scherno e la derisione di chi ci sta intorno. Fino a quando sarai adirato, Signore: per sempre? Arderà come fuoco la tua gelosia?
Non imputare a noi le colpe dei nostri antenati: presto ci venga incontro la tua misericordia, perché siamo così poveri! Aiutaci, o Dio, nostra salvezza, per la gloria del tuo nome; liberaci e perdona i nostri peccati a motivo del tuo nome.
«Chi ascolta voi ascolta me»
Rev. D. Jordi SOTORRA i Garriga (Sabadell, Barcelona, Spagna)Oggi, vediamo Gesù che rivolge il suo sguardo su quelle città della Galilea che erano state oggetto della sua preoccupazione dove Lui aveva predicato e realizzato le opere del Padre. In nessun posto come a Corazìn, Betsàida e Cafàrnao aveva predicato e fatto miracoli. La semina era stata abbondante, ma la raccolta non fu buona. Neanche Gesù poté convincerli! Che mistero, quello della libertà dell’uomo! Possiamo dire di “no” a Dio… Il messaggio evangelico non si impone con la forza, ma solo si offre, e io posso chiudermi ad esso; posso accettarlo o rifiutarlo. Il Signore rispetta completamente la mia libertà. Che responsabilità!
Le espressioni di Gesù: «Guai a te, Corazìn, guai a te, Betsàida!» (Lc 10,13) al termine della sua missione apostolica esprimono più sofferenza che condanna. La prossimità del Regno di Dio non fu per quelle città una chiamata alla penitenza e alla conversione. Gesù riconosce che a Sidone e a Tiro avrebbero sfruttato meglio tutta la grazia dispensata tra i Galilei.
La delusione di Gesù è più grande quando si tratta di Cafàrnao. «Sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai!» (Lc 10,15). Qui Pietro aveva la sua casa e Gesù aveva fatto di questa città il centro della sua predicazione. Ancora una volta vediamo un sentimento di tristezza piuttosto che una minaccia in queste parole. Lo stesso potremmo dire di molte città e persone della nostra epoca. Credono di prosperare, mentre in realtà si stanno distruggendo.
«Chi ascolta voi ascolta me» (Lc 10,16). Queste parole con cui si conclude il Vangelo sono una chiamata alla conversione e sono cariche di speranza. Se ascoltiamo la voce di Gesù siamo ancora in tempo. La conversione consiste nel fatto che l’amore superi progressivamente l’egoismo nella nostra vita, e questo è un lavoro in continuo divenire. San Massimo ci dirà: «Non c’è nulla di così gradevole e amato da Dio come il fatto che gli uomini si convertano a Lui pentendosi sinceramente».
Pensieri per il Vangelo di oggi
«È vero che la nostra fede non è palpabile e che non dipende dai sensi. È un dono di Dio che Egli infonde nell’anima umile, perché la fede non abita in chi è pieno di superbia» (San Francesco di Sales)
«Solamente la Parola di Dio, la Parola di Gesù, ci salva» (Francesco)
«La penitenza interiore è un radicale nuovo orientamento di tutta la vita, un ritorno, una conversione a Dio con tutto il cuore, una rottura con il peccato, un’avversione per il male, insieme con la riprovazione nei confronti delle cattive azioni (…)» (Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 1431)