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Vangelo di oggi + omelia (di 300 parole)
Così arrivarono al luogo che Dio gli aveva indicato; qui Abramo costruì l’altare, collocò la legna. Poi Abramo stese la mano e prese il coltello per immolare suo figlio. Ma l’angelo del Signore lo chiamò dal cielo e gli disse: «Abramo, Abramo!». Rispose: «Eccomi!». L’angelo disse: «Non stendere la mano contro il ragazzo e non fargli niente! Ora so che tu temi Dio e non mi hai rifiutato tuo figlio, il tuo unigenito». Allora Abramo alzò gli occhi e vide un ariete, impigliato con le corna in un cespuglio. Abramo andò a prendere l’ariete e lo offrì in olocausto invece del figlio.
L’angelo del Signore chiamò dal cielo Abramo per la seconda volta e disse: «Giuro per me stesso, oracolo del Signore: perché tu hai fatto questo e non hai risparmiato tuo figlio, il tuo unigenito, io ti colmerò di benedizioni e renderò molto numerosa la tua discendenza, come le stelle del cielo e come la sabbia che è sul lido del mare; la tua discendenza si impadronirà delle città dei nemici. Si diranno benedette nella tua discendenza tutte le nazioni della terra, perché tu hai obbedito alla mia voce».
la morte dei suoi fedeli.
Ti prego, Signore, perché sono tuo servo; io sono tuo servo, figlio della tua schiava: tu hai spezzato le mie catene. A te offrirò un sacrificio di ringraziamento e invocherò il nome del Signore.
Adempirò i miei voti al Signore davanti a tutto il suo popolo, negli atri della casa del Signore,
in mezzo a te, Gerusalemme.
Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Rabbì, è bello per noi essere qui; facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Non sapeva infatti che cosa dire, perché erano spaventati. Venne una nube che li coprì con la sua ombra e dalla nube uscì una voce: «Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo!». E improvvisamente, guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo, con loro.
Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare ad alcuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell’uomo fosse risorto dai morti. Ed essi tennero fra loro la cosa, chiedendosi che cosa volesse dire risorgere dai morti.
«Fu trasfigurato davanti a loro»
Rev. D. Jaume GONZÁLEZ i Padrós (Barcelona, Spagna)Oggi, contempliamo la scena «nella quale i tre apostoli Pietro, Giacomo e Giovanni appaiono quasi in estasi per la bellezza del Redentore» (Giovanni Paolo ll): «Fu trasfigurato davanti a loro e le Sue vesti divennero splendenti» (Mc 9,2-3). Riguardo a noi, possiamo estrarre un messaggio: «Ha vinto la morte e ha fatto risplendere la vita e l’incorruttibilità per mezzo del Vangelo» (2 Tim 1,10) afferma san Paolo al suo discepolo Timoteo. E’ quello che ammiriamo pieni di stupore, come allora i tre Apostoli prediletti, in questo episodio proprio della seconda domenica di Quaresima: la Trasfigurazione.
Risulta opportuno che nel nostro esercizio quaresimale riceviamo questa esplosione di sole e di luce sul volto e sugli abiti di Gesù. E’ un’immagine meravigliosa dell’umanità redenta, che non ci viene presentata nella bruttezza del peccato, ma in tutta la bellezza che la divinità trasmette alla nostra carne. La gioia di Pietro esprime ciò che si sente quando ci si lascia invadere dalla grazia divina.
Lo Spirito Santo trasfigura anche i sensi degli Apostoli, per cui possono vedere la gloria divina dell’Uomo Gesù. Occhi trasfigurati per vedere quello che brilla di più; uditi trasfigurati per ascoltare la voce più sublime e vera: quella del Padre che si compiace nel Figlio. Tutto l’insieme risulta troppo sorprendente per noi, abituati, come siamo, al colore grigiastro della mediocrità. Solo se ci lasciamo toccare dal Signore, i nostri sensi saranno capaci di vedere ed ascoltare quello che c’ è di più bello e gioioso in Dio, e negli uomini divinizzati da Colui che risuscitò dai morti.
«La spiritualità cristiana –ha scritto Giovanni Paolo ll- ha quale caratteristica il dovere del discepolo di `assomigliarsi´ sempre più pienamente al Suo Maestro», in tal modo che –per mezzo di una frequenza che potremmo chiamare “amichevole”- arriviamo al punto di «respirare i Suoi sentimenti». Mettiamo nelle mani della Vergine Maria la meta della nostra vera “trasfigurazione” nel Suo Figlio, Cristo Gesù.
Pensieri per il Vangelo di oggi
«Si ebbe in quel miracolo un altro insegnamento. Infatti Mosè ed Elia, cioè la legge e i profeti, apparvero a parlare con il Signore. Le pagine dell’uno e dell’altro Testamento si trovano vicendevolmente concordi. Come dice san Giovanni: “La Legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo”» (San Leone Magno)
«Noi abbiamo bisogno di andare in disparte, di salire sulla montagna, per trovare noi stessi e percepire meglio la voce del Signore. Ma non possiamo rimanere lì! L’incontro con Dio nella preghiera ci spinge nuovamente a “scendere dalla montagna” e ritornare in basso, nella pianura, dove incontriamo tanti fratelli appesantiti da fatiche, malattie, ingiustizie, ignoranze, povertà materiale e spirituale» (Francesco)
«Dal giorno in cui Pietro ha confessato che Gesù è il Cristo, il Figlio del Dio vivente, il Maestro “cominciò a dire apertamente ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme, e soffrire molto [...] e venire ucciso e risuscitare il terzo giorno” (Mt 16,21). In tale contesto si colloca l'episodio misterioso della trasfigurazione di Gesù su un alto monte, davanti a tre testimoni da lui scelti: Pietro, Giacomo e Giovanni. Il volto e la veste di Gesù diventano sfolgoranti di luce, appaiono Mosè ed Elia che parlano “della sua dipartita che avrebbe portato a compimento a Gerusalemme” (Lc 9,31). Una nube li avvolge e una voce dal cielo dice: “Questi è il Figlio mio, l'eletto; ascoltatelo” (Lc 9,35)» (Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 554)
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