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Contemplare il Vangelo di oggi
Vangelo di oggi + omelia (di 300 parole)
Nella tenda santa davanti a lui ho officiato e così mi sono stabilita in Sion. Nella città che egli ama mi ha fatto abitare e in Gerusalemme è il mio potere. Ho posto le radici in mezzo a un popolo glorioso, nella porzione del Signore è la mia eredità, nell’assemblea dei santi ho preso dimora».
Egli mette pace nei tuoi confini e ti sazia con fiore di frumento. Manda sulla terra il suo messaggio: la sua parola corre veloce.
Annuncia a Giacobbe la sua parola, i suoi decreti e i suoi giudizi a Israele. Così non ha fatto con nessun’altra nazione, non ha fatto conoscere loro i suoi giudizi.
Perciò anch’io [Paolo], avendo avuto notizia della vostra fede nel Signore Gesù e dell’amore che avete verso tutti i santi, continuamente rendo grazie per voi ricordandovi nelle mie preghiere, affinché il Dio del Signore nostro Gesù Cristo, il Padre della gloria, vi dia uno spirito di sapienza e di rivelazione per una profonda conoscenza di lui; illumini gli occhi del vostro cuore per farvi comprendere a quale speranza vi ha chiamati, quale tesoro di gloria racchiude la sua eredità fra i santi.
Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce. Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Era nel mondo e il mondo è stato fatto per mezzo di lui; eppure il mondo non lo ha riconosciuto. Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto. A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali, non da sangue né da volere di carne né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati.
E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità. Giovanni gli dà testimonianza e proclama: «Era di lui che io dissi: Colui che viene dopo di me è avanti a me, perché era prima di me». Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto: grazia su grazia. Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo. Dio, nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato.
«E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria»
Rev. D. Ferran BLASI i Birbe (Barcelona, Spagna)Oggi, il Vangelo di Giovanni ci viene presentato sotto una forma poetica e sembra offrirci, non solamente un’introduzione, ma pure una sintesi di tutti gli elementi presenti in questo libro. Possiede un ritmo che lo rende solenne, con parallelismi, somiglianze e ripetizioni ricercate, mentre le grandi idee segnano, diremmo, una specie di diversi e grandi cerchi. Il punto culminante dell’esposizione lo si trova precisamente nel centro, con un’affermazione che s’incastra perfettamente in questo tempo di Natale: «E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi» (Gv 1,14).
L’autore ci dice che Dio assunse la condizione umana e stette tra noi. In questi giorni Lo troviamo nel seno di una famiglia: per adesso in Betlemme, e, più avanti, con gli altri, in Egitto, e poi a Nazaret.
Dio ha voluto che Suo Figlio condivida la Sua vita con la nostra e –perciò- che passi attraverso tutte le tappe dell’esistenza: nel seno materno, nella nascita e nella Sua crescita costante (appena nato, bambino,adolescente e, per sempre, Gesù, il Salvatore).
E continua: «abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità» (ibidem). Anche nei primi momenti l’hanno cantato gli angeli: «Gloria a Dio nel più alto dei cieli», «e pace in terra» (cf. Lc 2,14). E, adesso, nel fatto di trovarsi avvolto nei panni dai suoi genitori: nei pannolini preparati dalla Madre, nell’amoroso ingegno del padre – buono ed abile- che Gli ha preparato un posto così accogliente come ha potuto, e nelle manifestazioni di affetto dei pastori che vanno ad adorarLo, e gli fanno moine e Gli portano regali.
Ecco, come questo frammento del Vangelo ci offre la parola di Dio –che è tutta la Sua sapienza-. Di questa ci fa partecipi, ci offre la Vita in Dio, in una crescita senza limiti, ed anche la Luce che ci fa vedere tutte le cose del mondo nel suo giusto valore, dal punto di vista di Dio, con “visione soprannaturale”, con affettuosa riconoscenza verso Chi si è dato a tutti gli uomini e a tutte le donne del mondo, fin da quando apparve su questa terra come un bambino.
Pensieri per il Vangelo di oggi
«Svegliati, o uomo, e riconosci la dignità della tua natura. Ricordati che sei stato fatto a immagine di Dio; questa immagine, che fu distrutta in Adamo, è stata ricostituita in Cristo» (San Leone Magno)
«Coloro che credono nel nome di Cristo ricevono una nuova origine. L'origine stessa di Gesù Cristo diventa ora la nostra origine. La nostra vera "genealogia" è la fede in Gesù, che ci dona una nuova origine, ci fa nascere "da Dio» (Benedetto XVI)
«Il Simbolo della fede professa la grandezza dei doni di Dio all'uomo attraverso l'opera della sua creazione, e ancor più, attraverso la redenzione e la santificazione (...). Riconoscendo nella fede la loro nuova dignità, i cristiani sono chiamati a condurre ormai una "vita degna del Vangelo di Cristo" (Fil 1,27). Attraverso i sacramenti e la preghiera ricevono la grazia di Cristo e i doni del suo Spirito che li rendono capaci di fare questo» (Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 1.692)
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