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Vangelo di oggi + omelia (di 300 parole)
Rispose allora Pietro insieme agli apostoli: «Bisogna obbedire a Dio invece che agli uomini. Il Dio dei nostri padri ha risuscitato Gesù, che voi avete ucciso appendendolo a una croce. Dio lo ha innalzato alla sua destra come capo e salvatore, per dare a Israele conversione e perdono dei peccati. E di questi fatti siamo testimoni noi e lo Spirito Santo, che Dio ha dato a quelli che gli obbediscono». Fecero flagellare [gli apostoli] e ordinarono loro di non parlare nel nome di Gesù. Quindi li rimisero in libertà. Essi allora se ne andarono via dal Sinedrio, lieti di essere stati giudicati degni di subire oltraggi per il nome di Gesù.
Cantate inni al Signore, o suoi fedeli, della sua santità celebrate il ricordo, perché la sua collera dura un istante, la sua bontà per tutta la vita. Alla sera ospite è il pianto e al mattino la gioia.
Ascolta, Signore, abbi pietà di me, Signore, vieni in mio aiuto! Hai mutato il mio lamento in danza, Signore, mio Dio, ti renderò grazie per sempre.
Quando già era l’alba, Gesù stette sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. Gesù disse loro: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?». Gli risposero: «No». Allora egli disse loro: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete». La gettarono e non riuscivano più a tirarla su per la grande quantità di pesci. Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È il Signore!». Simon Pietro, appena udì che era il Signore, si strinse la veste attorno ai fianchi, perché era svestito, e si gettò in mare. Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: non erano infatti lontani da terra se non un centinaio di metri.
Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. Disse loro Gesù: «Portate un po’ del pesce che avete preso ora». Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatré grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si squarciò. Gesù disse loro: «Venite a mangiare». E nessuno dei discepoli osava domandargli: «Chi sei?», perché sapevano bene che era il Signore. Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede loro, e così pure il pesce. Era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risorto dai morti.
Quand’ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli». Gli disse di nuovo, per la seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pascola le mie pecore». Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse: «Mi vuoi bene?», e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecore. In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi». Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E, detto questo, aggiunse: «Seguimi».
«Gesù disse loro: «Venite a mangiare»»
Rev. D. Jaume GONZÁLEZ i Padrós (Barcelona, Spagna)Oggi, terza Domenica di Pasqua, contempliamo ancora le apparizioni del Risorto, quest’anno secondo il vangelo di Giovanni, nell’impressionante capitolo ventuno, tutto permeato di riferimenti sacramentali, molto vivo per la comunità cristiana della prima generazione, colei che raccolse la tesmonianza evangelica degli Apostoli.
Questi, dopo gli eventi pasquali, sembra che tornano alle loro occupazioni abituali, come se avessero dimenticato che il Maestro li aveva convertiti in “pescatori di uomini”. Un errore che l’evangelista Giovanni riconosce, constatando che -malgrado essersi sforzati - «non presero (pescarono) nulla» (Gn 21,3). Era la notte dei discepoli. Tuttavia, all’alba, la presenza nota del Signore trasforma tutta la scena. Simon Pietro, che in precedenza aveva preso l’iniziativa nella pesca infruttuosa, ora raccoglie la rete piena: centocinquantatré pesci è il risultato, numero che è la somma dei valori numerici di Simon (76) e di ikhthys (=pesce,77). Significativo!
Così, quando sotto lo sguardo del Signore glorificato e con la sua autorità, gli Apostoli, con la primazia di Pietro- manifestata nella triplice dichiarazione di amore al Signore- esercitano la loro missione evangelizzatrice, avviene il miracolo: “pescano uomini”. I pesci, una volta pescati, muoiono se li togli dal loro ambiente. Analogamente, anche gli esseri umani muoiono se nessuno li salva dalle tenebre e dal soffocamento, di un’esistenza lontana da Dio e avvolta di assurdità, portandoli alla luce, all’aria e al calore della vita. Della vita di Cristo, che Lui stesso alimenta dalla spiaggia della sua gloria, splendida figura della vita sacramentale della Chiesa e, primordialmente, dell’Eucaristia. In lei il Signore dà personalmente il pane e, con lui, si dà se stesso, come indica la presenza del pesce, che per la prima comunità cristiana era il simbolo di Cristo e, di conseguenza, del cristiano.
Pensieri per il Vangelo di oggi
«E dopo aver mangiato davanti a loro, prese i resti e li diede loro. Per dimostrarle la veridicità della sua resurezione, si dignò di mangiare con loro, affinchè vedessero che era risorto in modo reale, e non imaginario» (San Beda)
«Qual è lo sguardo di Gesù su di me oggi? Come mi guarda Gesù? Con una chimamata? Con perdono? Con una missione? Siamo tutti sotto lo sguardo di Gesù, Lui ci guarda sempre con amore. Ci chiede qualcosa e ci da una missione» (Francesco)
«L’incontro con Gesù risorto, diventa espressione di adorazione: “Mio Signore e mio Dio!” (Gv 20,28). Assume allora una connotazione d’amore e d’affetto che resterà peculiare della tradizione cristiana: “È il Signore!”(Gv 21,7)» (Catechismo della Chiesa Cattolica n. 448)