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Vangelo di oggi + omelia (di 300 parole)
bramano di conoscere le mie vie, come un popolo che pratichi la giustizia e non abbia abbandonato il diritto del suo Dio; mi chiedono giudizi giusti, bramano la vicinanza di Dio: “Perché digiunare, se tu non lo vedi, mortificarci, se tu non lo sai?”. Ecco, nel giorno del vostro digiuno curate i vostri affari, angariate tutti i vostri operai. Ecco, voi digiunate fra litigi e alterchi e colpendo con pugni iniqui. Non digiunate più come fate oggi, così da fare udire in alto il vostro chiasso. È forse come questo il digiuno che bramo, il giorno in cui l’uomo si mortifica? Piegare come un giunco il proprio capo, usare sacco e cenere per letto, forse questo vorresti chiamare digiuno e giorno gradito al Signore?
Non è piuttosto questo il digiuno che voglio: sciogliere le catene inique, togliere i legami del giogo, rimandare liberi gli oppressi e spezzare ogni giogo? Non consiste forse nel dividere il pane con l’affamato, nell’introdurre in casa i miseri, senza tetto, nel vestire uno che vedi nudo, senza trascurare i tuoi parenti? Allora la tua luce sorgerà come l’aurora, la tua ferita si rimarginerà presto. Davanti a te camminerà la tua giustizia, la gloria del Signore ti seguirà. Allora invocherai e il Signore ti risponderà, implorerai aiuto ed egli dirà: “Eccomi!”».
Sì, le mie iniquità io le riconosco, il mio peccato mi sta sempre dinanzi. Contro di te, contro te solo ho peccato, quello che è male ai tuoi occhi, io l’ho fatto.
Tu non gradisci il sacrificio; se offro olocàusti, tu non li accetti. Uno spirito contrito è sacrificio a Dio; un cuore contrito e affranto tu, o Dio, non disprezzi.
«Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto, e allora digiuneranno»
Rev. D. Xavier PAGÉS i Castañer (Barcelona, Spagna)Oggi, primo venerdì di Quaresima, compiuti il digiuno e l’astinenza del Mercoledì delle Ceneri, abbiamo procurato offrire il digiuno e la recitazione del Santo Rosario per la “pace” così urgente nel nostro mondo. Noi siamo disposti a realizzare questo esercizio quaresimale che la Chiesa, Madre e Maestra, ci chiede di osservare, ricordandoci che lo stesso Signore disse: «Verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto, e allora digiuneranno» (Mt 9,15). Abbiamo il desiderio di vivere questo tempo, non solo per compiere un precetto che siamo obbligati ad osservare, ma, -soprattutto- procurando di arrivare a incontrare lo spirito che ci conduce a vivere questa pratica quaresimale e che ci aiuterà nel nostro progresso spirituale.
Cercando questo senso profondo, possiamo chiederci: qual’è il vero digiuno? Già il profeta Isaia, nella prima lettura di oggi, commenta qual’è il digiuno che Dio valuta di più: «Non consiste forse nel dividere il pane con l'affamato, nell'introdurre in casa i miseri, senza tetto, nel vestire uno che vedi nudo, senza distogliere gli occhi da quelli della tua carne? Allora la tua luce sorgerà come l'aurora, la tua ferita si rimarginerà presto. Davanti a te camminerà la tua giustizia, la gloria del Signore ti seguirà» (Is 58,7-8). A Dio piace così e aspetta da noi tutto quello che conduce all’autentico amore verso i nostri fratelli.
Ogni anno, il Santo Padre Giovanni Paolo II ci scriveva un messaggio di Quaresima. In uno di questi messaggi, sotto il lemma «Si è più felici nel dare che nel ricevere!» (At 20,35), le sue parole ci aiutarono a scoprire questa stessa “dimensione caritativa” del digiuno che ci dispone –dall’intimo del nostro cuore- a prepararci per la Pasqua, con uno sforzo, per identificarci sempre di più con l’amore di Cristo che lo ha portato fino a dare la vita sulla Croce. In definitiva, «ciò che ogni cristiano deve fare sempre, adesso deve farlo con più diligenza e con maggior devozione» (il papa san Leone Magno).
Pensieri per il Vangelo di oggi
«Tre sono le fonti che mantengono salda la fede: la preghiera, il digiuno e la misericordia. Chi ne possiede solo una delle tre non ne possiede nessuna» (San Pietro Crisologo)
«Le Sacre Scritture e tutta la tradizione cristiana insegnano che il digiuno è un grande aiuto per evitare il peccato e tutto ciò che lo induce. Il vero digiuno, ripete il divin Maestro, consiste piuttosto nel compiere la volontà del Padre» (Benedetto XVI)
«Come già nei profeti, l'appello di Gesù alla conversione e alla penitenza non riguarda anzitutto opere esteriori, ‘il sacco e la cenere’, i digiuni e le mortificazioni, ma la conversione del cuore, la penitenza interiore. Senza di essa, le opere di penitenza rimangono sterili e menzognere (…)» (Catechismo della Chiesa Cattolica, nº 1.430)