Un team di 200 sacerdoti commenta il Vangelo del giorno
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Contemplare il Vangelo di oggi
Vangelo di oggi + omelia (di 300 parole)
Ecco, l’occhio del Signore è su chi lo teme, su chi spera nel suo amore, per liberarlo dalla morte e nutrirlo in tempo di fame.
L’anima nostra attende il Signore: egli è nostro aiuto e nostro scudo. Su di noi sia il tuo amore, Signore, come da te noi speriamo.
Egli stava ancora parlando, quando una nube luminosa li coprì con la sua ombra. Ed ecco una voce dalla nube che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo». All’udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. Ma Gesù si avvicinò, li toccò e disse: «Alzatevi e non temete». Alzando gli occhi non videro nessuno, se non Gesù solo. Mentre scendevano dal monte, Gesù ordinò loro: «Non parlate a nessuno di questa visione, prima che il Figlio dell’uomo non sia risorto dai morti».
«Fu trasfigurato davanti a loro»
Rev. D. Jaume GONZÁLEZ i Padrós (Barcelona, Spagna)Oggi, incamminati verso la Settimana Santa, la liturgia della Parola ci presenta la Trasfigurazione di Gesù Cristo. Sebbene nel nostro calendario c'è un giorno liturgico festivo riservato a quest’evento (il 6 agosto), adesso ci si invita a contemplare la stessa scena nella sua intima relazione con i successi della Passione, Morte e Risurrezione del Signore.
Infatti, si avvicinava la Passione per Gesù e, sei giorni prima di salire sul Tabor, lo annunciò molto chiaramente: aveva detto ai discepoli che Egli «doveva andare a Gerusalemme e soffrire molto da parte degli anziani, dei capi dei sacerdoti e degli scribi, e venire ucciso e risorgere il terzo giorno» (Mt 16,21).
I discepoli, però, non erano preparati a veder soffrire il loro Signore. Egli, che si era mostrato sempre compassionevole verso i derelitti, che aveva restituito la bianchezza alla pelle danneggiata dalla lebbra, che aveva restituito la luce agli occhi di tanti ciechi e riabilitate le membra di tanti invalidi, non era possibile che ora il Suo corpo venisse deformato da colpi e dalle flagellazioni. Ma, contutto ciò, Egli affermava, senza diminuzioni: «doveva soffrire molto». Incomprensibile! Impossibile!
Nonostante tutte le incomprensioni, Gesù sa, tuttavia, il perché è venuto a questo mondo Sa che ha assunto tutta la debolezza ed il dolore che pesa sull’umanità, per poterla divinizzare e, così, riscattarla dal circolo vizioso del peccato e della morte, in tal modo che questa -la morte- finalmente vinta, non continui a schiavizzare gli uomini, creati a immagine e somiglianza di Dio.
Perciò, la Trasfigurazione è una splendida immagine della nostra redenzione, dove la carne del Signore viene manifestata nell’esplosione della risurrezione. Così, se l’annuncio della Passione provocò angustia tra gli Apostoli, il fulgore della Sua divinità, li rassicura nella speranza ed anticipa loro il giubilo pasquale, sebbene ne Pietro, ne Santiago, ne Giovanni sappiano con precisione che cosa significhi l’espressione...`risuscitare tra i morti´(cf. Mt 17,9).Tempo verrà che lo capiranno!
Pensieri per il Vangelo di oggi
«Lo scopo della trasfigurazione era soprattutto quello di rimuovere lo scandalo della croce dal cuore dei discepoli, e quindi di impedire che l'umiliazione della passione volontaria turbasse la loro fede» (San Leone Magno)
«Ascoltatelo". Questo invito del Padre è molto importante. Noi, discepoli di Gesù, siamo chiamati ad essere persone che ascoltano la sua voce e prendono sul serio le sue parole» (Francesco)
«I Vangeli narrano in due momenti solenni, il battesimo e la trasfigurazione di Cristo, che la voce del Padre lo designa come suo "Figlio prediletto". Gesù designa se stesso come 'l'unico Figlio di Dio' (Gv 3,16) e con questo titolo afferma la sua preesistenza eterna. Egli chiede la fede nel 'Nome dell'unico Figlio di Dio' (Gv 3,18) (...)» (Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 444)
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