Un team di 200 sacerdoti commenta il Vangelo del giorno
200 sacerdoti commenti il Vangelo del giorno
Contemplare il Vangelo di oggi
Vangelo di oggi + omelia (di 300 parole)
Fedele è il Signore in tutte le sue parole e buono in tutte le sue opere. Il Signore sostiene quelli che vacillano e rialza chiunque è caduto.
Giusto è il Signore in tutte le sue vie e buono in tutte le sue opere. Il Signore è vicino a chiunque lo invoca, a quanti lo invocano con sincerità.
Gesù riprese a parlare e disse loro: «In verità, in verità io vi dico: il Figlio da se stesso non può fare nulla, se non ciò che vede fare dal Padre; quello che egli fa, anche il Figlio lo fa allo stesso modo. Il Padre infatti ama il Figlio, gli manifesta tutto quello che fa e gli manifesterà opere ancora più grandi di queste, perché voi ne siate meravigliati. Come il Padre risuscita i morti e dà la vita, così anche il Figlio dà la vita a chi egli vuole. Il Padre infatti non giudica nessuno, ma ha dato ogni giudizio al Figlio, perché tutti onorino il Figlio come onorano il Padre. Chi non onora il Figlio, non onora il Padre che lo ha mandato. In verità, in verità io vi dico: chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha la vita eterna e non va incontro al giudizio, ma è passato dalla morte alla vita.
In verità, in verità io vi dico: viene l’ora – ed è questa – in cui i morti udranno la voce del Figlio di Dio e quelli che l’avranno ascoltata, vivranno. Come infatti il Padre ha la vita in se stesso, così ha concesso anche al Figlio di avere la vita in se stesso, e gli ha dato il potere di giudicare, perché è Figlio dell’uomo. Non meravigliatevi di questo: viene l’ora in cui tutti coloro che sono nei sepolcri udranno la sua voce e usciranno, quanti fecero il bene per una risurrezione di vita e quanti fecero il male per una risurrezione di condanna. Da me, io non posso fare nulla. Giudico secondo quello che ascolto e il mio giudizio è giusto, perché non cerco la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato.
«In verità, in verità io vi dico: chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha la vita eterna»
Rev. D. Francesc PERARNAU i Cañellas (Girona, Spagna)Oggi il Vangelo ci parla della risposta che Gesù diede ad alcuni che gli contestavano di aver guarito un paralitico di sabato. Gesù approfitta queste critiche per manifestare la sua condizione di Figlio di Dio e, pertanto, di Signore del sabato. Parole che saranno causa della sentenza di condanna nel giorno del giudizio a casa di Caifa. Infatti, quando Gesù si riconobbe Figlio di Dio, il gran sacerdote esclamò: «Ha bestemmiato! Che bisogno abbiamo ancora di testimoni? Ecco, ora avete udito la bestemmia; che ve ne pare?» (Mt 26,65).
Molte volte Gesù aveva fatto riferimento al Padre, ma facendo sempre una distinzione: la Paternità di Dio è diversa, quando si tratta di Cristo e quando riguarda gli uomini. E i Giudei che lo ascoltavano capivano molto bene: non era Figlio di Dio come gli altri, ma la filiazione che rivendica per se stesso è una filiazione naturale. Gesù afferma che la sua natura e quella del Padre sono uguali, nonostante siano persone distinte. Manifesta in questo modo la sua divinità. È questo un frammento del Vangelo molto interessante in vista alla rivelazione del mistero della Santissima Trinità.
Tra le cose che oggi dice il Signore ce ne sono alcune che fanno speciale riferimento a tutti coloro che lungo la storia crederanno in Lui: ascoltare e credere in Gesù è avere già la vita eterna (cf. Gv 5,24). Certamente, non è ancora la vita definitiva, ma è già partecipare della promessa. È conveniente averlo molto presente sforzandoci ad ascoltare la parola di Gesù, come ciò che realmente è Parola di Dio che salva. La lettura e la meditazione del Vangelo deve formar parte delle nostre pratiche religiose abituali. Nelle pagine rivelate sentiremo le parole di Gesù, parole immortali che ci aprono le porte della vita eterna. In conclusione, come insegnava il santo Efrem, la Parola di Dio è una fonte inesauribile di vita.
Pensieri per il Vangelo di oggi
«Cristo, quando è morto, ha dovuto obbedire alla legge della tomba, ma quando è risorto dai morti, l'ha abolita, a tal punto che ha rovesciato la perpetuità della morte e l'ha trasformata da eterna in temporale, perché se per mezzo di Adamo tutti sono morti, per mezzo di Cristo tutti torneranno in vita» (San Leone Magno)
«Cristo è un giudice divino con un cuore umano, un giudice che desidera dare la vita". Solo l'ostinazione impenitente nel male può impedirgli di fare questo dono, per il quale non ha esitato ad affrontare la morte» (San Giovanni Paolo II)
«Cristo è il Signore della vita eterna. Il pieno diritto di giudicare definitivamente le opere e i cuori degli uomini appartiene a Cristo come Redentore del mondo (...). Il Figlio non è venuto a giudicare ma a salvare e a dare la vita che è in lui. È con il rifiuto della grazia in questa vita che ciascuno già giudica se stesso; e può anche condannarsi eternamente rifiutando lo Spirito d'amore» (Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 679)