Un team di 200 sacerdoti commenta il Vangelo del giorno
200 sacerdoti commenti il Vangelo del giorno
Contemplare il Vangelo di oggi
Vangelo di oggi + omelia (di 300 parole)
Allora si diceva tra le genti: «Il Signore ha fatto grandi cose per loro». Grandi cose ha fatto il Signore per noi: eravamo pieni di gioia.
Ristabilisci, Signore, la nostra sorte, come i torrenti del Negheb. Chi semina nelle lacrime mieterà nella gioia.
Nell’andare, se ne va piangendo, portando la semente da gettare, ma nel tornare, viene con gioia, portando i suoi covoni.
Non ho certo raggiunto la mèta, non sono arrivato alla perfezione; ma mi sforzo di correre per conquistarla, perché anch’io sono stato conquistato da Cristo Gesù. Fratelli, io non ritengo ancora di averla conquistata. So soltanto questo: dimenticando ciò che mi sta alle spalle e proteso verso ciò che mi sta di fronte, corro verso la mèta, al premio che Dio ci chiama a ricevere lassù, in Cristo Gesù.
Tuttavia, poiché insistevano nell’interrogarlo, si alzò e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei». E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani. Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo. Allora Gesù si alzò e le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». Ed ella rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù disse: «Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più».
«Neanch’io ti condanno»
Pbro. D. Pablo ARCE Gargollo (Ciudad de México, Messico)Oggi vediamo Gesù “scrivere col dito per terra” (Gv 8,6), come se fosse allo stesso tempo occupato e divertito in qualcosa più importante che ascoltare quelli che accusano la donna che Gli viene presentata perché «è stata sorpresa in flagrante adulterio» (Gv 8,3).
Ci sorprende la serenità e anche il buon umore che osserviamo in Gesù, perfino nei momenti che, per altri, sono di grande tensione. Una lezione pratica per ognuno di noi, in questi giorni nostri che trascorrono a una velocità vertiginosa e con i nervi a fior di pelle in molte occasioni.
La prudente e ridicola scomparsa degli accusatori, ci ricorda che solamente Dio può giudicare e che tutti noi siamo peccatori. Nella nostra vita quotidiana, nel lavoro, nelle relazioni familiari o di amicizia, esprimiamo giudizi di valore. Spesso, i nostri giudizi sono erronei e oltraggiano il prestigio altrui. Si tratta di una vera mancanza di giustizia che ci obbliga a rimediare, compito questo non sempre facile. Contemplando Gesù, circondato da questa “braccheria” di accusatori, comprendiamo molto bene quello che ci dice san Tommaso d'Aquino: «La giustizia e la misericordia sono così unite tra di loro, che l’una regge l’altra. La giustizia senza la misericordia è crudeltà; e la misericordia senza la giustizia è rovina e distruzione».
Dobbiamo esultare di gioia per la certezza che Dio ci perdona tutto, assolutamente tutto, nel sacramento della confessione. In questi giorni di Quaresima abbiamo la magnifica opportunità di andare da Chi è ricco in misericordia nel sacramento della riconciliazione.
E, inoltre, per quest’oggi, un proposito concreto: guardando gli altri, dirò, nell’intimo del mio cuore, le stesse parole di Gesù: «Neanche io ti condanno» (Gv 8,11).
Pensieri per il Vangelo di oggi
«Come possono dei peccatori compiere la Legge e punire quella donna? Che ognuno si guardi a se stesso, entrando nel proprio interiore e ponendosi in presenza del tribunale del proprio cuore e della propria coscienza, si vedrà obbligato a riconoscersi peccatore» (Sant’Agostino)
«Il Dio Redentore, il Dio tenero, soffre per la durezza del cuore» (Francesco)
«L'amore, come il corpo di Cristo, è indivisibile: non possiamo amare Dio che non vediamo, se non amiamo il fratello, la sorella che vediamo. Nel rifiuto di perdonare ai nostri fratelli e alle nostre sorelle, il nostro cuore si chiude e la sua durezza lo rende impermeabile all'amore misericordioso del Padre (...)» (Catechismo della Chiesa Cattolica, n° 2.840)