Un team di 200 sacerdoti commenta il Vangelo del giorno
200 sacerdoti commenti il Vangelo del giorno
Contemplare il Vangelo di oggi
Vangelo di oggi + omelia (di 300 parole)
«A te si prostri tutta la terra, a te canti inni, canti al tuo nome». Venite e vedete le opere di Dio, terribile nel suo agire sugli uomini.
Egli cambiò il mare in terraferma; passarono a piedi il fiume: per questo in lui esultiamo di gioia. Con la sua forza domina in eterno.
Venite, ascoltate, voi tutti che temete Dio, e narrerò quanto per me ha fatto. Sia benedetto Dio, che non ha respinto la mia preghiera, non mi ha negato la sua misericordia.
Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: «È vicino a voi il regno di Dio». Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle sue piazze e dite: «Anche la polvere della vostra città, che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è vicino». Io vi dico che, in quel giorno, Sòdoma sarà trattata meno duramente di quella città».
I settantadue tornarono pieni di gioia, dicendo: «Signore, anche i demòni si sottomettono a noi nel tuo nome». Egli disse loro: «Vedevo Satana cadere dal cielo come una folgore. Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra serpenti e scorpioni e sopra tutta la potenza del nemico: nulla potrà danneggiarvi. Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli».
«Andate»
Dr. Josef ARQUER (Berlin, Germania)Oggi, fissiamo il nostro sguardo in alcuni che, tra la moltitudine, hanno cercato di avvicinarsi a Gesù che sta parlando mentre contempla i campi traboccanti di spighe: «La messe è molta, ma gli operai sono pochi:Pregate dunque il padrone della messe perché mandi operai per la sua messe» (Lc 10,2). Repentinamente, fissa lo sguardo su di loro e va segnalando alcuni, uno per uno: tu, tu e tu; fino a settanta due…
Meravigliati, gli sentono dire di andare di due in due, verso tutti i popoli e luoghi dove Egli andrà. Qualcuno forse avrà risposto: -Ma, Signore, io sono venuto solamente per ascoltarti, perché è così bello quello che dici!
Il Signore li mette in guardia sui pericoli che li minacceranno. «Andate: ecco io vi mando come agnelli in mezzo ai lupi». E, usando immagini solite nelle parabole, aggiunge: «Non portate borsa ne bisaccia, ne sandali» (Lc 10,3-4). Interpretando il linguaggio espressivo di Gesú: -Lasciate da parte i mezzi umani. Io vi mando e questo è sufficiente. Sebbene vi sentiate lontani, continuate a sentirvi vicini a me, io vi accompagno.
Diversamente dai Dodici, chiamati dal Signore perché restino vicini a Lui, i settentadue ritorneranno subito alle loro famiglie ed al proprio lavoro. E vivranno lì quello che avevano scoperto presso Gesù: dare testimonio, ognuno dal proprio posto , semplicemente aiutando quelli che ci circondano ad avvicinarsi a Gesù.
L’avventura finisce bene: «I settanta due tornarono molto contenti» (Lc 10,17). Seduti attorno a Gesù, dovettero raccontarGli le esperienze di quel paio di giorni in cui scopersero la bellezza di essere testimoni.
Considerando oggi quel lontano episodio, vediamo che non è un semplice ricordo storico. Dobbiamo sentirci chiamati in causa: possiamo sentirci presso Cristo, presente nella Chiesa e adorarlo nell’Eucaristia. Il Papa Francesco ci incoraggia a «portare Gesù all’uomo, a portare questi all’incontro di Gesù, Via, Verità e Vita, realmente presente nella Chiesa e contemporaneo in ogni uomo.
Pensieri per il Vangelo di oggi
«Li invio così, perché due sono i precetti della carità: l'amore di Dio e del prossimo; e se manca uno dei due non ci può essere la carità» (San Gregorio Magno)
«San Luca mette in risalto l'entusiasmo dei discepoli per i frutti della missione. Speriamo che questo Vangelo risvegli in tutti i battezzati la consapevolezza di essere missionari di Cristo» (Benedetto XVI)
«(…) I Dodici e gli altri discepoli partecipano alla missione di Cristo, al suo potere, ma anche alla sua sorte. Attraverso tutte queste azioni Cristo prepara ed edifica la sua Chiesa» (Catechismo della Chiesa Cattolica, nº 765)
Altri commenti
«Vi mando»
Rev. D. Iñaki BALLBÉ i Turu (Terrassa, Barcelona, Spagna)Oggi, la Chiesa contempla come oltre ai Dodici, c’erano numerosi discepoli che seguivano il Signore ed erano stati chiamati da Lui. Tra tutti quei discepoli, Gesù ne sceglie settanta due per una missione concreta. Esige loro -lo stesso che aveva chiesto agli Apostoli- totale distacco e abbandono completo nella Provvidenza divina.
Il Concilio Vaticano II, nel decreto `Apostolicam actuositatem´, ci ricorda che, fin dal battesimo, ogni cristiano è chiamato da Cristo a compiere una missione. La Chiesa, nel nome del Signore, «prega vivamente tutti i laici a che rispondano con gioia, con generosità e prontezza d’animo, alla voce di Cristo che adesso li invita con maggior insistenza e agli impulsi dello Spirito Santo. Sentano i giovani che questo invito va diretto specialmente a loro; che la ricevano con entusiasmo e magnanimità. E’ il proprio Signore che invita di nuovo tutti i laici, per mezzo di questo santo Concilio, affinché vi aderiscano ogni giorno più intimamente e a che, considerando come proprie tutte le sue cose, si associno alla sua missione salvatrice; nuovamente li invia a tutte le città e luoghi dove Lui deve andare, affinché, con i diversi modi e maniere dell’unico apostolato della Chiesa, che costantemente dovranno adattare alle nuove necessità dei tempi, si offrano, come cooperatori, colaborando sinceramente nell’opera del Signore, coscienti che il loro lavoro non è inutile di fronte a Lui» (n.33).
Cristo vuole inculcare nei suoi discepoli l’audacia apostolica; perciò dice «vi invio». E San Giovanni Crisostomo commenta: «Questo basta per infondervi coraggio, questo basta perché abbiate fiducia e non abbiate paura di quelli che vi attaccano». L’audacia degli Apostoli e dei discepoli proveniva da questa sicura fiducia di essere stati inviati dallo stesso Dio. Agivano, come spiegò lo stesso Pietro al Sinedrio, nel nome di Gesù Cristo Nazareno, «Non vi è (...), sotto il cielo, altro nome dato agli uomini, nel quale è stabilito che noi siamo salvati» (At 4,12).