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Vangelo di oggi + omelia (di 300 parole)
Rendimi la gioia della tua salvezza, sostienimi con uno spirito generoso. Insegnerò ai ribelli le tue vie e i peccatori a te ritorneranno.
Tu non gradisci il sacrificio; se offro olocausti, tu non li accetti. Uno spirito contrito è sacrificio a Dio; un cuore contrito e affranto tu, o Dio, non disprezzi.
»Poi disse ai suoi servi: “La festa di nozze è pronta, ma gli invitati non erano degni; andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze”. Usciti per le strade, quei servi radunarono tutti quelli che trovarono, cattivi e buoni, e la sala delle nozze si riempì di commensali. Il re entrò per vedere i commensali e lì scorse un uomo che non indossava l’abito nuziale. Gli disse: “Amico, come mai sei entrato qui senza l’abito nuziale?”. Quello ammutolì. Allora il re ordinò ai servi: “Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”. Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti».
«Ecco, ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e gli animali ingrassati sono già uccisi e tutto è pronto; venite alle nozze!»
Rev. D. David AMADO i Fernández (Barcelona, Spagna)Oggi, la parabola evangelica ci parla del banchetto del Regno. È una figura usata frequentemente nella predicazione di Gesù. Si tratta della festa di nozze che accadrà alla fine dei tempi e costituirà l'unione di Gesù con la sua Chiesa. Questa è la sposa di Cristo che cammina nel mondo, ma che si unirà alla fine col suo Amato per sempre. Dio Padre ha preparato questa festa e vuole che vi partecipino tutti gli uomini. Perciò dice a tutti: «Venite alle nozze» (Mt 22,4).
La parabola, tuttavia, ha uno sviluppo tragico, «Ma costoro non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari...» (Mt 22,5). Perciò la misericordia di Dio va dirigendosi a persone sempre più lontane. È come un fidanzato che va a sposarsi ed invita i suoi familiari ed amici, ma questi rifiutano di andarci; invita poi conoscenti e compagni di lavoro e vicini di casa, ma interpongono scuse; infine si dirige a chiunque trova per strada, perché ha preparato un banchetto e vuole che ci siano invitati a tavola. Un Qualcosa del genere capita a Dio.
Ma i diversi personaggi che compaiono nella parabola, possono anche essere l'immagine delle condizioni della nostra anima. Per la grazia battesimale siamo amici di Dio e coeredi con Cristo: abbiamo un posto riservato nel banchetto. Se dimentichiamo la nostra condizione di figli, Dio passa a trattarci come conoscenti e continua ad invitarci. Se lasciamo morire in noi la grazia, diventiamo gente della strada, passanti senza importanza nelle cose del Regno. Ma Dio continua a chiamare.
La chiamata può arrivare in qualsiasi momento. È per invito. Nessuno ne ha diritto. È Dio che ci dice: «Venite alle nozze!». E l'invito va accolto con le parole ed i fatti. Perciò quell'invitato venne scacciato: «Come hai potuto entrare qui senz'abito nuziale?» (Mt 22,12).
Pensieri per il Vangelo di oggi
«Cristiano, riconosci l’altissima dignità di questa tua sapienza, e comprendi bene quale dev’essere la tua condotta e quali i premi che ti vengono promessi» (San Leone Magno)
«Il cristiano è l’invitato a una festa, alla gioia, alla gioia di essere salvato, alla gioia di essere redento, alla gioia di partecipare della stessa vita di Gesù. Tu sei invitato alla festa!» (Francesco)
«Si entra nel popolo di Dio mediante la fede e il Battesimo. « Tutti gli uomini sono chiamati a formare il nuovo popolo di Dio», affinché, in Cristo, « gli uomini costituiscano una sola famiglia e un solo popolo di Dio» (Catechismo della Chiesa Cattolica, nº 804)