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Contemplare il Vangelo di oggi

Vangelo di oggi + omelia (di 300 parole)

Giovedì della III settimana del Tempo Ordinario
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Prima Lettura (2Sam 7,18-19.24-29): Dopo che Natan gli ebbe parlato, il re Davide andò a presentarsi davanti al Signore e disse: «Chi sono io, Signore Dio, e che cos’è la mia casa, perché tu mi abbia condotto fin qui? E questo è parso ancora poca cosa ai tuoi occhi, Signore Dio: tu hai parlato anche della casa del tuo servo per un lontano avvenire: e questa è legge per l’uomo, Signore Dio! Hai stabilito il tuo popolo Israele come popolo tuo per sempre, e tu, Signore, sei diventato Dio per loro.

Ora, Signore Dio, la parola che hai pronunciato sul tuo servo e sulla sua casa confermala per sempre e fa’ come hai detto. Il tuo nome sia magnificato per sempre così: “Il Signore degli eserciti è il Dio d’Israele!”. La casa del tuo servo Davide sia dunque stabile davanti a te! Poiché tu, Signore degli eserciti, Dio d’Israele, hai rivelato questo al tuo servo e gli hai detto: “Io ti edificherò una casa!”. Perciò il tuo servo ha trovato l’ardire di rivolgerti questa preghiera.

Ora, Signore Dio, tu sei Dio, le tue parole sono verità. Hai fatto al tuo servo queste belle promesse. Dégnati dunque di benedire ora la casa del tuo servo, perché sia sempre dinanzi a te! Poiché tu, Signore Dio, hai parlato e per la tua benedizione la casa del tuo servo è benedetta per sempre!».
Salmo Responsoriale: 131
R/. Il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre.
Ricòrdati, Signore, di Davide, di tutte le sue fatiche, quando giurò al Signore, al Potente di Giacobbe fece voto.

«Non entrerò nella tenda in cui abito, non mi stenderò sul letto del mio riposo, non concederò sonno ai miei occhi né riposo alle mie palpebre, finché non avrò trovato un luogo per il Signore, una dimora per il Potente di Giacobbe».

Il Signore ha giurato a Davide, promessa da cui non torna indietro: «Il frutto delle tue viscere io metterò sul tuo trono!

Se i tuoi figli osserveranno la mia alleanza e i precetti che insegnerò loro, anche i loro figli per sempre siederanno sul tuo trono».

Sì, il Signore ha scelto Sion, l’ha voluta per sua residenza: «Questo sarà il luogo del mio riposo per sempre: qui risiederò, perché l’ho voluto».
Versetto prima del Vangelo (Sal 118,105): Alleluia, alleluia. Lampada per i miei passi è la tua parola, luce sul mio cammino. Alleluia.
Testo del Vangelo (Mc 4,21-25): In quel tempo, Gesù diceva [alla folla]: «Viene forse la lampada per essere messa sotto il moggio o sotto il letto? O non invece per essere messa sul candelabro? Non vi è infatti nulla di segreto che non debba essere manifestato e nulla di nascosto che non debba essere messo in luce. Se uno ha orecchi per ascoltare, ascolti!».

Diceva loro: «Fate attenzione a quello che ascoltate. Con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi; anzi, vi sarà dato di più. Perché a chi ha, sarà dato; ma a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha».

«Viene forse la lampada per essere messa sotto il moggio o sotto il letto?»

Rev. D. Àngel CALDAS i Bosch (Salt, Girona, Spagna)

Oggi, Gesù ci spiega il segreto del Regno. Usa perfino una certa ironia per mostrarci che la “energia” interna che possiede la Parola di Dio –la sua propria– la forza espansiva che deve estendersi nel mondo intero, è come la luce, e che questa luce non può «essere messa sotto il moggio o sotto il letto» (Mc 4,21).

Possiamo forse immaginare che grado di stupidità umana sarebbe collocare una candela accesa sotto il letto? Cristiani, con la luce spenta o con la luce accesa ma con la proibizione di illuminare! Questo succede quando non mettiamo al servizio della fede la pienezza delle nostre conoscenze e del nostro amore. Risulta decisamente contro natura ripiegarsi egoisticamente su noi stessi, limitando la nostra vita all’ambito dei nostri interessi personali! Vivere sotto il letto! Assenti dello spirito in modo grottesco e tragico!

Il vangelo –al contrario– è un santo slancio di Amore appassionato che vuole comunicarsi che ha bisogno di “dirsi”, che porta con sé una esigenza di crescita personale, di maturità interna, e di servizio agli altri. «Se dici: “Basta!”, sei morto», dice sant’Agostino. E san Josemaría: «Signore, che io abbia peso e misura in tutto… meno nell’Amore».

«‘Se uno ha orecchi per ascoltare, ascolti!’. Diceva loro: ‘Fate attenzione a quello che ascoltate’» (Mc 4,23-24). Ma che vuol dire ascoltare? Cosa dobbiamo ascoltare? Questa è la grande domanda che ci dobbiamo porre. È l’atto di sincerità verso Dio che ci esige sapere cosa realmente vogliamo fare. E per saperlo bisogna ascoltare: si deve stare attenti alle insinuazioni di Dio. Bisogna introdursi nel dialogo con Lui. E la conversazione mette fine alle “matematiche della misura”: «Con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi; anzi, vi sarà dato di più. Perché a chi ha, sarà dato; ma a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha» (Mc 4,24-25). Gli interessi accumulati da Dio nostro Signore sono imprevedibili e straordinari. Ed è questo un modo di stimolare la nostra generosità.

Pensieri per il Vangelo di oggi

  • «Concedimi, o Signore, un amore che non tramonti mai, in modo che la mia lampada brilli sempre e non si spenga mai, e le sue fiamme siano un fuoco ardente per me e una luce splendente per gli altri» (San Colombano, Abate)

  • «Degli ostacoli che persistono nel nostro tempo, ci limiteremo a menzionare la mancanza di fervore, che è tanto più grave perché viene dall'interno. Questa mancanza di fervore si manifesta nella stanchezza e nella disillusione, nell'adattamento all'ambiente, e soprattutto nella mancanza di gioia e di speranza» (San Paolo VI)

  • «Tutta la vita di Cristo è stata un insegnamento continuo: il suo silenzio, i suoi miracoli, i suoi gesti, la sua preghiera, il suo amore per gli uomini, la sua predilezione per i piccoli e i poveri, la sua accettazione totale del sacrificio sulla croce per la salvezza del mondo, la sua risurrezione, sono il compimento della sua parola e il compimento della rivelazione» (Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 561)