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Contemplare il Vangelo di oggi

Vangelo di oggi + omelia (di 300 parole)

V Domenica (C) del Tempo Ordinario
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Prima Lettura (Is 6,1-2a.3-8): Nell’anno in cui morì il re Ozìa, io vidi il Signore seduto su un trono alto ed elevato; i lembi del suo manto riempivano il tempio. Sopra di lui stavano dei serafini; ognuno aveva sei ali. Proclamavano l’uno all’altro, dicendo: «Santo, santo, santo il Signore degli eserciti! Tutta la terra è piena della sua gloria». Vibravano gli stipiti delle porte al risuonare di quella voce, mentre il tempio si riempiva di fumo. E dissi: «Ohimè! Io sono perduto, perché un uomo dalle labbra impure io sono e in mezzo a un popolo dalle labbra impure io abito; eppure i miei occhi hanno visto il re, il Signore degli eserciti». Allora uno dei serafini volò verso di me; teneva in mano un carbone ardente che aveva preso con le molle dall’altare. Egli mi toccò la bocca e disse: «Ecco, questo ha toccato le tue labbra, perciò è scomparsa la tua colpa e il tuo peccato è espiato». Poi io udii la voce del Signore che diceva: «Chi manderò e chi andrà per noi?». E io risposi: «Eccomi, manda me!».
Salmo Responsoriale: 137
R/. Cantiamo al Signore, grande è la sua gloria.
Ti rendo grazie, Signore, con tutto il cuore: hai ascoltato le parole della mia bocca. Non agli dèi, ma a te voglio cantare, mi prostro verso il tuo tempio santo.

Rendo grazie al tuo nome per il tuo amore e la tua fedeltà: hai reso la tua promessa più grande del tuo nome. Nel giorno in cui ti ho invocato, mi hai risposto, hai accresciuto in me la forza.

Ti renderanno grazie, Signore, tutti i re della terra, quando ascolteranno le parole della tua bocca. Canteranno le vie del Signore: grande è la gloria del Signore!

La tua destra mi salva. Il Signore farà tutto per me. Signore, il tuo amore è per sempre: non abbandonare l’opera delle tue mani.
Seconda Lettura (1Cor 15,1-11): Vi proclamo, fratelli, il Vangelo che vi ho annunciato e che voi avete ricevuto, nel quale restate saldi e dal quale siete salvati, se lo mantenete come ve l’ho annunciato. A meno che non abbiate creduto invano!

A voi infatti ho trasmesso, anzitutto, quello che anch’io ho ricevuto, cioè che Cristo morì per i nostri peccati secondo le Scritture e che fu sepolto e che è risorto il terzo giorno secondo le Scritture e che apparve a Cefa e quindi ai Dodici. In seguito apparve a più di cinquecento fratelli in una sola volta: la maggior parte di essi vive ancora, mentre alcuni sono morti. Inoltre apparve a Giacomo, e quindi a tutti gli apostoli. Ultimo fra tutti apparve anche a me come a un aborto.

Io infatti sono il più piccolo tra gli apostoli e non sono degno di essere chiamato apostolo perché ho perseguitato la Chiesa di Dio. Per grazia di Dio, però, sono quello che sono, e la sua grazia in me non è stata vana. Anzi, ho faticato più di tutti loro, non io però, ma la grazia di Dio che è con me. Dunque, sia io che loro, così predichiamo e così avete creduto.
Versetto prima del Vangelo (Mt 4,19): Alleluia, alleluia. Venite dietro a me, dice il Signore, vi farò pescatori di uomini. Alleluia.
Testo del Vangelo (Lc 5,1-11): In quel tempo, mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio, Gesù, stando presso il lago di Gennèsaret, vide due barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedette e insegnava alle folle dalla barca. Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca». Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano. Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare.

Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontànati da me, perché sono un peccatore». Lo stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca che avevano fatto; così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedèo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini». E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.

«Sulla tua parola getterò le reti»

Rev. D. Blas RUIZ i López (Ascó, Tarragona, Spagna)

Oggi, il Vangelo ci offre il dialogo semplice e allo stesso tempo profondo tra Gesù e Simone Pietro, dialogo che potremmo far nostro: tra le acque burrascose di questo mondo, ci sforziamo a nuotare controcorrente, cercando la buona pesca di un annuncio del Vangelo che ottenga una risposta fruttuosa...

Ed è allora quando ci cade addosso, inevitabilmente, la dura realtà; le nostre forze non sono sufficienti. Abbiamo bisogno di qualcos'altro: la fiducia nella Parola di Colui che ci ha promesso di non lasciarci mai soli. «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma su la tua parola getterò le reti» (Lc 5,5). Questa risposta di Pietro la possiamo capire meglio se la relazioniamo con le parole di Maria alle nozze di Canà: «Qualsiasi cosa vi dica, fatela» (Gv 2,5). Ed è compiendo fiduciosi nella volontà del Signore, quando il nostro lavoro risulta proficuo.

E, tutto questo nonostante la nostra condizione di peccatori: «Signore, allontanati da me, perché sono un peccatore» (Lc 5,8). Sant’Ireneo di Lione scopre un aspetto pedagogico nel peccato: chi è cosciente della sua natura di peccatore è capace di riconoscere la sua condizione di creatura, e, questa riflessione ci colloca di fronte all’evidenza di un Creatore che ci supera.

Soltanto chi, come Pietro, ha saputo accettare la sua limitazione, è in condizione di ammettere che i frutti del suo lavoro apostolico non sono suoi ma di Colui del quale è stato uno strumento. Il Signore chiama gli Apostoli ad essere pescatori di uomini, ma il vero pescatore è Lui: Il buon discepolo non è superiore alla rete che raccoglie la pesca, e, questa rete solo risulta effettiva se agisce come lo fecero gli Apostoli: abbandonando tutto e seguendo il Signore (cf. Lc 5,11).

Pensieri per il Vangelo di oggi

  • «[È compito dei figli di Dio] far sì che tutti gli uomini entrino a proprio agio nelle reti divine e si amino l'un l'altro (…). Accompagniamo Cristo in questa pesca divina» (San Josemaría)

  • «Chi confessa Gesù sa che nella vita non può adagiarsi nel benessere, ma anzi deve correre il rischio di uscire in mare aperto» (Papa Francesco)

  • «Di fronte alla presenza affascinante e misteriosa di Dio, l'uomo scopre la propria piccolezza (…). Davanti ai segni divini che Gesù compie, Pietro esclama: "Signore, allontanati da me che sono un peccatore" (Lc 5,8)» (Catechismo della Chiesa Cattolica, nº 208)