Un team di 200 sacerdoti commenta il Vangelo del giorno
200 sacerdoti commenti il Vangelo del giorno
Contemplare il Vangelo di oggi
Vangelo di oggi + omelia (di 300 parole)
Allora egli concederà la pioggia per il seme che avrai seminato nel terreno, e anche il pane, prodotto della terra, sarà abbondante e sostanzioso; in quel giorno il tuo bestiame pascolerà su un vasto prato. I buoi e gli asini che lavorano la terra mangeranno biada saporita, ventilata con la pala e con il vaglio. Su ogni monte e su ogni colle elevato scorreranno canali e torrenti d’acqua nel giorno della grande strage, quando cadranno le torri. La luce della luna sarà come la luce del sole e la luce del sole sarà sette volte di più, come la luce di sette giorni, quando il Signore curerà la piaga del suo popolo e guarirà le lividure prodotte dalle sue percosse.
Risana i cuori affranti e fascia le loro ferite. Egli conta il numero delle stelle e chiama ciascuna per nome.
Grande è il Signore nostro, grande nella sua potenza; la sua sapienza non si può calcolare. Il Signore sostiene i poveri, ma abbassa fino a terra i malvagi.
Chiamati a sé i suoi dodici discepoli, diede loro potere sugli spiriti impuri per scacciarli e guarire ogni malattia e ogni infermità. E li inviò ordinando loro: «Rivolgetevi alle pecore perdute della casa d’Israele. Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date».
«Pregate (...) il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe!»
Rev. D. Xavier PAGÉS i Castañer (Barcelona, Spagna)Oggi, quando è trascorsa già una settimana, nell’itinerario di preparazione alla celebrazione del Natale, abbiamo già constatato che una delle virtù in cui dobbiamo esercitarci nell’Avvento è la speranza. Ma non in un modo passivo, come chi stà ad aspettare il passaggio del treno, ma una speranza attiva che ci spinge a prepararci, mettendo, da parte nostra, tutto ciò che sia necessario affinché Gesù possa nascere di nuovo nei nostri cuori.
Dobbiamo, però, cercare di non limitarci solo a quello che noi aspettiamo ma soprattutto a trattare di scoprire che cos’è quello che Iddio aspetta da noi. Come i dodici, anche noi siamo chiamati a seguire le loro strade. Voglia il Cielo che oggi ascoltiamo la voce del Signore che -per mezzo del profeta Isaia- ci dice: «Questa è la strada, percorretela» (Is 30,21, della prima lettura di oggi). Seguendo ognuno il proprio cammino, Dio aspetta da tutti che con la nostra vita annunciamo «che il Regno dei cieli è vicino» (Mt 10,7).
Il Vangelo di oggi ci narra come, di fronte a quella moltitudine di gente, Gesù ebbe compassione e disse loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe!» (Mt 9,37-38). Lui ha voluto aver fiducia in noi e vuole che, nelle più diverse circostanze, rispondiamo alla vocazione di convertirci in apostoli del nostro mondo. La missione per la quale Dio Padre ha inviato suo Figlio al mondo richiede da noi essere i suoi seguaci. Ai giorni nostri troviamo anche una moltitudine disorientata e priva di speranza, che ha sete della Buona Novella della Salvezza che Cristo ci ha portato e della quale noi siamo i messaggeri. E’ una missione affidata a tutti. Coscienti delle nostre debolezze e handicaps, appoggiamoci sulla preghiera costante e siamo contenti di diventare così collaboratori del piano redentore che Cristo ci ha rivelato.
Pensieri per il Vangelo di oggi
«Per una messe abbondante sono pochi i lavoratori. All’udire questo, non possiamo non sentire una grande tristezza, perché bisogna riconoscere che, sebbene ci siano persone che desiderano ascoltare cose buone, mancano, in cambio coloro che si dedichino ad annunciarle. Pregate anche per noi, affiché la nostra voce non termini mai di esortarli» (San Gregorio Magno)
«Il mondo non é un insieme di pene e dolori. Tutta la afflizione che esiste nel mondo é protetta da una misericordia amorevole. Chi celebra cosí l’Avvento potrá parlare del Natale felice, beato e pieno di grazia» (Benedetto XVI)
«Con il Credo niceno-costantinopolitano rispondiamo confessando: ‘Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo; per opera dello Spirito Santo si è incarnato nel seno della Vergine Maria e si è fatto uomoʹ» (Catechismo della Chiesa Cattolica, n° 456)
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