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200 sacerdoti commenti il Vangelo del giorno
Contemplare il Vangelo di oggi
Vangelo di oggi + omelia (di 300 parole)
Si sono allontanati da te a piedi, incalzati dai nemici; ora Dio te li riconduce in trionfo come sopra un trono regale. Poiché Dio ha deciso di spianare ogni alta montagna e le rupi perenni, di colmare le valli livellando il terreno, perché Israele proceda sicuro sotto la gloria di Dio. Anche le selve e ogni albero odoroso hanno fatto ombra a Israele per comando di Dio. Perché Dio ricondurrà Israele con gioia alla luce della sua gloria, con la misericordia e la giustizia che vengono da lui.
Allora si diceva tra le genti: «Il Signore ha fatto grandi cose per loro». Grandi cose ha fatto il Signore per noi: eravamo pieni di gioia.
Ristabilisci, Signore, la nostra sorte, come i torrenti del Negheb. Chi semina nelle lacrime mieterà nella gioia.
Nell’andare, se ne va piangendo, portando la semente da gettare, ma nel tornare, viene con gioia, portando i suoi covoni.
«Nell’anno quindicesimo dell’impero di Tiberio Cesare, mentre Ponzio Pilato era governatore della Giudea»
P. Maciej SLYZ Misionero de Fidei Donum (Bialystok, Polonia)Oggi, quasi la metà del Vangelo è dedicata a dati storici e biografici. Nemmeno nella liturgia della Messa questo testo storico è stato cambiato per il frequente «in quel tempo». Ha prevalso questa introduzione così "insignificante" per l'uomo contemporaneo: «Nell'anno quindicesimo dell'impero di Tiberio Cesare, mentre Ponzio Pilato era governatore della Giudea, Erode tetrarca della Galilea» (...)" (Lc 3,1). Perché? Per demistificare! Dio è entrato nella storia dell’umanità in un modo "concreto", come lo ha fatto anche nella storia di ogni uomo. Ad esempio, nella vita di Giovanni, —figlio di Zaccaria—, che era nel deserto. Lo chiamò a gridare sulla riva del Giordano ... (Lc 3,6).
Oggi, Dio gestisce anche la sua parola verso me. Lo fa personalmente, —come con Giovanni Battista—, o per via dei loro emissari. Il mio fiume Giordano potrebbe essere l'Eucaristia Domenicale, potrebbe essere il tweet di Papa Francesco che ci ricorda che «Il cristiano è testimone non di una teoria, ma di una Persona: Cristo risorto, vivente e unico Salvatore di tutti». Dio è entrato nella storia della mia vita, perché Cristo non è una teoria. Egli è la pratica salvatrice, la Carità, la Misericordia.
Eppure, questo stesso Dio ha bisogno del nostro povero sforzo: che riempiamo le valli della nostra diffidenza verso il suo amore; che livelliamo i monti e le colline del nostro orgoglio, che impedisce di vederlo e di ricevere il suo aiuto; che siamo capaci di livellare e raddrizzare le vie tortuose che rendono il percorso al nostro cuore un labirinto ...
Oggi è la seconda Domenica di Avvento, il cui obiettivo è che io possa trovare Dio nel cammino della mia vita. E non solo un Neonato, ma soprattutto, il Misericordioso Salvatore, per vedere il sorriso di Dio, quando tutti potranno vedere la salvezza che Dio ha mandato (cfr Lc 3,6). Proprio così! Il santo Gregorio ha insegnato, «Niente piacque tanto Dio come la conversione e la salvezza dell'uomo».
Pensieri per il Vangelo di oggi
«Niente rallegra tanto Dio quanto la conversione e la salvezza dell'uomo» (San Gregorio di Nazianzo)
«L'evangelista sottolinea la figura di Giovanni Battista, che fu il precursore del Messia, e delinea con grande precisione le coordinate spazio-temporali della sua predicazione. L'evangelista vuole mostrare che il Vangelo non è una leggenda, ma la narrazione di una storia reale; che Gesù di Nazareth è un personaggio» (Benedetto XVI)
«C'era un uomo mandato da Dio, il cui nome era Giovanni" (Gv 1,6). Giovanni fu “riempito di Spirito Santo fin dal seno di sua madre" (Lc 1,15.41) dallo stesso Cristo che la Vergine Maria aveva appena concepito dallo Spirito Santo. La 'visita' di Maria a Elisabetta divenne così una 'visita di Dio al suo popolo”» (Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 717)
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«Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!»
Rev. D. Josep VALL i Mundó (Barcelona, Spagna)Oggi, la Chiesa ci propone la contemplazione delle parole profetiche di Isaia, che si riferiscono al Precursore di Gesù, il Giovanni Battista, che si fece conoscere nel fiume Giordano annunciando la salvezza di Dio. Aveva la missione di aprire nuove rotte, appianare il cammino, spianare le montagne, trasformare i terreni accidentati in valli frondose (cf. Lc 3,4-5). Anche ora ai cristiani si chiede –senza nessuna paura del mondo attuale- di lavorare apostolicamente perché tutti possano intravedere la salvezza (cf. Lc 3,6) che solo arriva da Dio attraverso Cristo.
Abbiamo molti avvallamenti da riempire, molte strade da appianare, molte montagne da muovere. Forse sono tempi difficili, ma non ci mancheranno gli strumenti se contiamo con la grazia di Dio. Saremo precursori nella misura in cui vivremo vicino al Signore e allora si compieranno quelle parole della Lettera a Diogneto: «Ciò che l’anima è per il corpo, così sono i cristiani per il mondo». Naturalmente, dobbiamo amare con tutto il cuore questo mondo nel quale viviamo, come diceva un personaggio di una novella di Dostoevskij: «Amate tutta la creazione nel suo insieme e nei suoi elementi, ogni foglia, ogni raggio, gli animali, le piante. E amando comprenderete il mistero divino delle cose. E una volta compreso, amerete il mondo attuale con un amore universale».
San Giustino affermava: «Tutte le cose, nobilmente umane ci appartengono». E dalle viscere del mondo –in mezzo al lavoro, alla famiglia e all’ambiente sociale- saremo precursori, preparando il cammino della salvezza che ci arriva da Dio. Con l’esempio e la parola «scrolleremo la pigrizia di quelli attorno a noi, apriremo ampli orizzonti di fronte alla loro esistenza egoista e borghese, complicando la loro vita, facendo in modo che si dimentichino di se stessi e li porteremo all’allegria e alla pace» così è come, San Josemaría Escrivá descrisse il lavoro apostolico dei cristiani nel mondo.
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«Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri!»
Rev. D. Antoni CAROL i Hostench (Sant Cugat del Vallès, Barcelona, Spagna)Oggi, attraverso Giovanni Battista, il Vangelo ci esige preparare con urgenza il cammino al Signore Gesù. Ma, noi dobbiamo aprire una rotta a Dio? Non sono piuttosto io, che ho bisogno di essere aiutato da Dio? Certamente non possiamo far nulla senza di Lui, però allo stesso tempo Lui vuole aver bisogno di noi: «Raddrizzate i suoi sentieri!» (Lc 3,4). Ma come? Perché l’amore non può essere imposto; in ogni caso si deve proporre: «Chi ti ha creato senza di te, non ti salverà senza di te» (Sant’ Agostino).
Gesù sta arrivando sulla terra, e lo troveremo come un piccolo bambino “indifeso”, appoggiato su di una mangiatoia: così piccolo che non potrà scalare le mura della superbia del mio cuore, ne emergere dalle onde della mia sensualità...
Con parole di Benedetto XVIº, «la fede cristiana ci offre precisamente il sollievo che Dio è così grande che può farsi piccolo». Ma, insisto, così piccolo che se anche noi non ci facciamo piccoli, non lo vedremo neanche passare, e addirittura potremmo aver paura di Lui (come Erode). Allora dobbiamo aprire i nostri cuori affinché possiamo «distinguere sempre il meglio ed essere integri e irreprensibili per il giorno di Cristo» (Fili 1,10).
«Raddrizzate i suoi sentieri!» Non è nuova questa richiesta. Molti secoli fa –ai tempi del profeta Baruc- Geova-Dio lo chiese a Israele. Lo possiamo notare nella prima lettura di oggi: «Poiché Dio ha stabilito di spianare ogni alta montagna e le rupi secolari, di colmare le valli e spianare la terra perché Israele proceda sicuro sotto la gloria di Dio» (Bar 5,7). Nello stesso modo in cui il Signore ricondusse i prigionieri di Sion, se scostiamo gli ostacoli (colline di superbia, valli di debolezza...) noi canteremo con le lacrime agli occhi: «Grandi cose ha fatto il Signore per noi, ci ha colmati di gioia» (Sal 125,3).
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