Un team di 200 sacerdoti commenta il Vangelo del giorno
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Contemplare il Vangelo di oggi
Vangelo di oggi + omelia (di 300 parole)
È cinta da grandi e alte mura con dodici porte: sopra queste porte stanno dodici angeli e nomi scritti, i nomi delle dodici tribù dei figli d’Israele. A oriente tre porte, a settentrione tre porte, a mezzogiorno tre porte e a occidente tre porte. Le mura della città poggiano su dodici basamenti, sopra i quali sono i dodici nomi dei dodici apostoli dell’Agnello.
Per far conoscere agli uomini le tue imprese e la splendida gloria del tuo regno. Il tuo regno è un regno eterno, il tuo dominio si estende per tutte le generazioni.
Giusto è il Signore in tutte le sue vie e buono in tutte le sue opere. Il Signore è vicino a chiunque lo invoca, a quanti lo invocano con sincerità.
«Vieni e vedi»
Dr. Christoph BOCKAMP (Bonn, Germania)Oggi celebriamo la festa di san Bartolomeo apostolo. San Giovanni evangelista racconta il suo primo incontro con il Signore con tanto realismo che ci è facile entrare nella scena. Sono dialoghi di cuori giovani, diretti, franchi… divini!
Gesù incontra Filippo per caso e gli dice «Seguimi!» (Gv 1,43). Poco dopo, Filippo, entusiasta dell’incontro con Gesù, cerca il suo amico Natanaèle per comunicagli che —finalmente— ha trovato colui che Mosè e i profeti aspettavano: «Gesù, il figlio di Giuseppe, di Nàzaret» (Gv 1,45). La risposta che riceve non è entusiasta ma scettica: «Da Nàzaret può venire qualcosa di buono?» (Gv 1,46). Quasi dappertutto succede qualcosa di simile. È normale che in ogni città, in ogni paese si pensi che dalla città, dal paese vicino non possa uscire nulla che valga la pena… lì sono quasi tutti degli inetti… e viceversa.
Ma Filippo non si scoraggia. E, siccome sono amici, non dà spiegazioni ma dice: «Vieni e vedi» (Gv 1,46). Va e il suo primo incontro con Gesù è l’inizio della sua vocazione. Quello che apparentemente è una casualità, nei piani di Dio era stato lungamente preparato. Per Gesù, Natanaèle non è uno sconosciuto: «Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto l’albero di fichi» (Gv 1,48). Quale albero di fichi? Forse era il luogo preferito da Natanaèle dove soleva recarsi quando voleva riposare, pensare, rimanere da solo… sempre sotto l’amoroso sguardo di Dio. Come tutti gli uomini, in ogni momento. Ma per rendermi conto di questo amore infinito di Dio per ciascuno di noi, per essere cosciente che è alla mia porta e bussa, ho bisogno di una voce esterna, di un amico, un “Filippo” che mi dica: «Vieni e vedi». Qualcuno che mi porti al cammino che san Josemaria descrive così: Cercare Cristo; incontrare Cristo, amare Cristo.
Pensieri per il Vangelo di oggi
«’Vieni e vedi’. A questo invito Natanaele, abbandonando il fico della legge, la cui ombra gli impediva di ricevere la luce, si avvicinò a colui che asciugò le foglie del fico, del fico sterile. Per questo motivo la Parola rese testimonianza di lui, dicendo che era un vero israelita» (San Gregorio di Nisa)
«Come dobbiamo andare al Signore? Così, con la nostra verità peccaminosa? Con fiducia, anche con gioia, senza truccarsi. Non dobbiamo mai truccarci davanti a Dio. Dobbiamo andare con la verità» (Francesco)
«Gli angeli sono creature spirituali che incessantemente glorificano Dio e servono i suoi disegni salvifici nei confronti delle altre creature: ‘Ad omnia bona nostra cooperantur angeli’ (‘Gli angeli cooperano ad ogni nostro bene’)» (Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 350)