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Contemplare il Vangelo di oggi
Vangelo di oggi + omelia (di 300 parole)
Attingerete acqua con gioia alle sorgenti della salvezza. Rendete grazie al Signore e invocate il suo nome, proclamate fra i popoli le sue opere, fate ricordare che il suo nome è sublime.
Cantate inni al Signore, perché ha fatto cose eccelse, le conosca tutta la terra. Canta ed esulta, tu che abiti in Sion, perché grande in mezzo a te è il Santo d’Israele.
Allora Maria disse: «L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva. D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente e Santo è il suo nome; di generazione in generazione la sua misericordia per quelli che lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote. Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, come aveva detto ai nostri padri, per Abramo e la sua discendenza, per sempre». Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua.
«Il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo»
Mons. F. Xavier CIURANETA i Aymí Vescovo Emerito di Lleida (Lleida, Spagna)Oggi contempliamo il fatto della Visita della Vergine Maria a sua cugina Elisabetta. Appena le è stato comunicato di essere stata scelta da Dio Padre per essere Madre del Figlio di Dio, e che sua cugina Elisabetta ha ricevuto anche lei il dono della maternità, marcia decisa verso la montagna per felicitare la sua propria cugina, e condividere con lei la gioia di essere state favorite dal dono della maternità e per servirla.
Il saluto della Madre di Dio provoca che il bambino, che Elisabetta porta nel suo grembo salti di entusiasmo fra le entraglie di sua madre: La Madre di Dio, che porta Gesù nel suo grembo è causa di gioia. La maternità è un dono di Dio che genera gioia. Le famiglie gioiscono quando si annunzia una vita nuova. La nascita di Cristo produce certamente «una grande gioia» (Lc 2,10).
Malgrado tutto, oggi la maternità non è valorizzata dovutamente. Frequentemente si prepongono altri interessi superficiali che sono manifestazioni di comodità e di egoismo. Le possibili rinuncie che comporta l’amore paterno e materno, spaventano a tanti matrimoni che chissà per i mezzi che hanno ricevuto da Dio, dovrebbero essere più generosi e dire di “Sì” in maniera più responsabile alle nuove vite. Tante famiglie smettono di essere “santuari della vita”. Il Papa San Giovanni Paolo II fa constatare che la contraccezione e l’aborto «hanno le loro radici nella mentalità edonistica e irresponsabile, rispetto alla sessualità e presuppongono un concetto egoista della libertà, che vede nella procreazione un ostacolo allo sviluppo della propria personalità».
Elisabetta, durante cinque mesi, non usciva di casa e meditava: «Ecco che cosa ha fatto per me il Signore» (Lc 1,25). E Maria disse: «L'anima mia magnifica il Signore (...) perché ha guardato l'umiltà della sua serva» (Lc 1,46.48). La Vergine Maria e Elisabetta valorizzano e ingrandiscono l’opera di Dio in loro: la maternità! È necessario che i cattolici ritrovino il significato della vita come un dono di Dio agli esseri umani.
Pensieri per il Vangelo di oggi
«Cuore dolcissimo di Maria, dai forza e sicurezza al nostro cammino sulla terra: sii tu stessa la nostra via, perché tu conosci il cammino e la scorciatoia sicura che portano, attraverso il tuo amore, all'amore di Gesù Cristo»(San Josemaría)
«In questa festa contempliamo Maria. Ci apre alla speranza, a un futuro pieno di gioia e ci insegna la via per raggiungerlo: accogliere suo Figlio nella fede; non perdere mai la nostra amicizia con Lui, ma lasciarci illuminare e guidare dalla sua Parola» (Benedetto XVI)
«Solo la fede può aderire alle vie misteriose dell'onnipotenza di Dio. Questa fede si gloria delle sue debolezze per attirare su di sé la potenza di Cristo. Di questa fede, la Vergine Maria è il modello supremo: ha creduto che “nulla è impossibile a Dio” (Lc 1,37) e ha potuto proclamare la grandezza del Signore: "Il Potente ha fatto cose meravigliose per me, santo è il suo nome" (Lc 1,49)» (Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 273)
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