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Contemplare il Vangelo di oggi
Vangelo di oggi + omelia (di 300 parole)
Il sole spuntava sulla terra e Lot era arrivato a Soar, quand’ecco il Signore fece piovere dal cielo sopra Sòdoma e sopra Gomorra zolfo e fuoco provenienti dal Signore. Distrusse queste città e tutta la valle con tutti gli abitanti delle città e la vegetazione del suolo. Ora la moglie di Lot guardò indietro e divenne una statua di sale. Abramo andò di buon mattino al luogo dove si era fermato alla presenza del Signore; contemplò dall’alto Sòdoma e Gomorra e tutta la distesa della valle e vide che un fumo saliva dalla terra, come il fumo di una fornace. Così, quando distrusse le città della valle, Dio si ricordò di Abramo e fece sfuggire Lot alla catastrofe, mentre distruggeva le città nelle quali Lot aveva abitato.
Non associare me ai peccatori né la mia vita agli uomini di sangue, perché vi è delitto nelle loro mani, di corruzione è piena la loro destra.
Ma io cammino nella mia integrità; riscattami e abbi pietà di me. Il mio piede sta su terra piana; nelle assemblee benedirò il Signore.
«Quindi levatosi, sgridò i venti e il mare e si fece una grande bonaccia»
Fray Lluc TORCAL Monje del Monasterio de Sta. Mª de Poblet (Santa Maria de Poblet, Tarragona, Spagna)Oggi, Martedì XIII del Tempo Ordinario, la liturgia ci offre uno dei frammenti più impressionanti della vita pubblica del Signore. La scena presenta una grande vivacità, contrastando radicalmente l’attitudine dei discepoli e quella di Gesù. Possiamo imaginarci l’agitazione che regnò sulla barca quando «ed ecco scatenarsi nel mare una tempesta così violenta che la barca era ricoperta dalle onde» (Mt 8,24), però un’agitazione che non fu sufficente per svegliare a Gesù, che dormiva. Furono i discepoli che con la loro disperazione svegliarono al Maestro! «Salvaci, Signore, siamo perduti!» (Mt 8,25).
L’evangelista si serve di tutto questo drammatismo per rivelarci l’autentica essenza di Gesù. La tormenta non aveva perso la sua furia e i discepoli continuavano pieni di agitazione quando il Signore, con semplicità e tranquillamente,«levatosi, sgridò i venti e il mare e si fece una grande bonaccia» (Mt 8,26). Dalla Parola di rimprovero di Gesù continuò la calma, calma che non era destinata solamente a realizzarsi nell’acqua agitata del cielo e del mare: la Parola di Gesù si dirigeva soprattutto a calmare i cuori timorosi dei suoi discepoli. «Perché avete paura, uomini di poca fede?» (Mt 8,26).
I discepoli passarono dal turbamento e dalla paura all’ammirazione, propria di coloro che hanno appena assistito a qualcosa di impensabile fino ad allora. La sorpresa, l’ammirazione, lo stupore di un cambio così drastico nella situazione che stavano vivendo, svegliò in loro una domanda centrale: «Chi è mai costui al quale i venti e il mare obbediscono?» (Mt 8,27). Chi è che può calmare le tormente dei cieli e della terra e, allo stesso tempo, quelle dei cuori degli uomini? Soltanto chi «dormendo come un uomo sulla barca, può dar ordini ai venti e al mare come Dio» (San Niceta di Remesiana).
Quando pensiamo che la terra sprofonda, non dimentichiamo che il nostro Salvatore è il Dio stesso fatto uomo, il quale ci si avvicina attraverso la fede.
Pensieri per il Vangelo di oggi
«Egli prese i suoi discepoli con sé sulla barca per insegnare loro queste due cose: non aver paura dei pericoli e non essere orgogliosi degli onori» (San Giovanni Crisostomo)
«Gesù non vuole che siamo persone passive; vuole che siamo strumenti attivi e responsabili, ma allo stesso tempo pieni di speranza. Questa è la chiave per affrontare le tempeste della vita» (Benedetto XVI)
«La fiducia filiale è messa alla prova quando abbiamo la sensazione di non essere sempre ascoltati. Il Vangelo ci invita a conformare la nostra preghiera al desiderio dello Spirito» (Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 2.756)