Un team di 200 sacerdoti commenta il Vangelo del giorno
200 sacerdoti commenti il Vangelo del giorno
Contemplare il Vangelo di oggi
Vangelo di oggi + omelia (di 300 parole)
A te conviene la giustizia, o Signore, a noi la vergogna sul volto, come avviene ancora oggi per gli uomini di Giuda, per gli abitanti di Gerusalemme e per tutto Israele, vicini e lontani, in tutti i paesi dove tu li hai dispersi per i delitti che hanno commesso contro di te. Signore, la vergogna sul volto a noi, ai nostri re, ai nostri prìncipi, ai nostri padri, perché abbiamo peccato contro di te; al Signore, nostro Dio, la misericordia e il perdono, perché ci siamo ribellati contro di lui, non abbiamo ascoltato la voce del Signore, nostro Dio, né seguito quelle leggi che egli ci aveva dato per mezzo dei suoi servi, i profeti.
Aiutaci, o Dio, nostra salvezza, per la gloria del tuo nome; liberaci e perdona i nostri peccati a motivo del tuo nome.
Giunga fino a te il gemito dei prigionieri; con la grandezza del tuo braccio salva i condannati a morte.
E noi, tuo popolo e gregge del tuo pascolo, ti renderemo grazie per sempre; di generazione in generazione narreremo la tua lode.
«Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso»
Fr. Zacharias MATTAM SDB (Bangalore, India)Oggi, come dovrebbe agire un cristiano davanti ai suoi fratelli e sorelle? Ebbene, mostrando loro la stessa misericordia e benevolenza del Padre celeste: «Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso» (Lc 6,36). Gesù ha detto: «Non sono venuto per condannare il mondo, ma per salvare il mondo» (Gv 12,47). Gesù Cristo non giudicò nemmeno i suoi carnefici. Anzi, li ha ben pensati, scusandoli e pregando per loro: «Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno» (Lc 23,34). Come suoi discepoli, siamo invitati ad essere come il Maestro.
Gesù dice nel Vangelo di Matteo: «Non giudicate, per non essere giudicati (…) Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello, e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio?» (Mt 7,1.3). La trave è il "non amore", l'"orgoglio" e il "risentimento" nei nostri cuori. Questi vizi sono come una trave che ci impedisce di considerare la colpa del nostro fratello dal suo punto di vista, che è più grave della colpa stessa (in fondo, un granello!), e quindi quegli atteggiamenti sono quelli che dovrebbero essere rimossi per primi. Solo con l'amore possiamo correggere veramente l'altro, tenendo presente che «l'amore scusa tutto» (1Cor 13,7).
Quando Cristo dice «Non giudicate», non vieta l'esercizio della nostra capacità di discernimento, né dice che dobbiamo approvare tutto ciò che fa il nostro fratello. Ciò che vieta è di attribuire una cattiva intenzione alla persona che agisce in questo modo. Solo Dio sa cosa c'è nel cuore di una persona. «L'uomo guarda alle apparenze, ma il Signore guarda al cuore» (1Sam 16,7). Pertanto, giudicare è una prerogativa di Dio, una prerogativa che usurpiamo quando giudichiamo il nostro fratello.
Ciò che conta nel cristianesimo è l'amore: «come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri» (Gv 13,34). Questo amore è riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo (cfr Rm 5,5). Nell'Eucaristia Cristo ci dona il suo Cuore e così possiamo amare ciascuno con il suo Cuore ed essere misericordiosi come è misericordioso il Padre celeste.
Pensieri per il Vangelo di oggi
«Dio mi ha donato la sua infinita misericordia, e per mezzo di essa contemplo e adoro le altre perfezioni divine...! Allora tutte mi appaiono splendenti d'amore; anche la giustizia (e forse questa anche più di tutte le altre) mi sembra rivestita d'amore» (Santa Teresa di Lisieux)
«Dio non può semplicemente ignorare tutta la disobbedienza degli uomini, tutto il male della storia: non può considerarlo irrilevante e insignificante. Questo tipo di ‘misericordia’ e ‘perdono incondizionato’ sarebbe una ‘grazia a buon mercato’. ‘Se noi siamo infedeli, lui rimane fedele, perché non può rinnegare se stesso’ (cfr 2Tm 2,13)» (Benedetto XVI)
«Questo flusso di misericordia non può giungere al nostro cuore finché noi non abbiamo perdonato a chi ci ha offeso. L'amore, come il corpo di Cristo, è indivisibile: non possiamo amare Dio che non vediamo, se non amiamo il fratello, la sorella che vediamo (cfr. 1Gv 4,20). Nel rifiuto di perdonare ai nostri fratelli e alle nostre sorelle, il nostro cuore si chiude e la sua durezza lo rende impermeabile all'amore misericordioso del Padre; nella confessione del nostro peccato, il nostro cuore si apre alla sua grazia» (Catechismo della Chiesa Cattolica, nº 2.840)
Altri commenti
«Date e vi sarà dato»
Rev. D. Antoni ORIOL i Tataret (Vic, Barcelona, Spagna)Oggi, il Vangelo di Luca proclama un messaggio più denso che breve, nonostante sia molto breve. Lo possiamo ridurre a due punti: un inquadramento di misericordia ed un contenuto di giustizia.
In primo luogo, un `inquadramento di misericordia´. Infatti, la consegna di Gesù si distingue come una norma e risplende come un ambiente. Norma assoluta: se il nostro Padre del cielo è misericordioso, noi, quali figli Suoi, dobbiamo esserlo pure. E il Padre è così misericordioso! Nel versicolo precedente afferma: «(...) e sarete figli dell’Altissimo, perché egli è benevolo verso gli ingrati e i maligni» (Lc 6,35).
In secondo luogo, un `contenuto di giustizia´. Infatti ci troviamo di fronte a una specie di “legge del taglione” ma agli antipodi (all’inversa) di quella respinta da Gesù («occhio per occhio, dente per dente»). Qui, in quattro momenti successivi, il Maestro divino ci istruisce, prima con due negazioni; poi con due affermazioni. Negazioni: «Non giudicate e non sarete giudicati»; «Non condannate e non sarete condannati». Affermazioni: «Perdonate e sarete perdonati»; «Date e vi sarà dato».
Applichiamolo, in forma concisa, alla nostra vita quotidiana, soffermandoci specialmente sulla quarta ingiunzione, come fa Gesù. Facciamo un coraggioso e chiaro esame di coscienza: se in materia familiare, culturale, economica e politica il Signore giudicasse e condannasse il nostro mondo come il mondo giudica e condanna, chi potrebbe reggersi di fronte al tribunale? (Quando torniamo a casa e leggiamo il giornale o ascoltiamo le notizie, pensiamo solo nel al mondo della politica). Se il Signore ci perdonasse come lo fanno ordinariamente gli uomini, quante persone ed istituzioni otterrebbero il totale perdono?
La quarta ingiunzione, però, merita una riflessione particolare, giacchè in essa, la benedetta (?) legge del taglione che stiamo considerando, risulta, in qualche modo superata. Infatti, se diamo , ci daranno nella stessa proporzione? No! Se diamo, riceveremo –notiamolo bene- «una misura buona, pigiata, colma e traboccante» (Lc 6,38). Ed è la luce di questa straordinaria sproporzione che ci si esorta a dare previamente. Domandiamoci: Quando do, do bene? do considerando il meglio, do pienamente?