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Vangelo di oggi + omelia (di 300 parole)
Allora egli mi disse: «Hai visto, figlio dell’uomo?». Poi mi fece ritornare sulla sponda del torrente; voltandomi, vidi che sulla sponda del torrente vi era una grandissima quantità di alberi da una parte e dall’altra. Mi disse: «Queste acque scorrono verso la regione orientale, scendono nell’Aràba ed entrano nel mare: sfociate nel mare, ne risanano le acque. Ogni essere vivente che si muove dovunque arriva il torrente, vivrà: il pesce vi sarà abbondantissimo, perché dove giungono quelle acque, risanano, e là dove giungerà il torrente tutto rivivrà. Lungo il torrente, su una riva e sull’altra, crescerà ogni sorta di alberi da frutto, le cui foglie non appassiranno: i loro frutti non cesseranno e ogni mese matureranno, perché le loro acque sgorgano dal santuario. I loro frutti serviranno come cibo e le foglie come medicina».
Un fiume e i suoi canali rallegrano la città di Dio, la più santa delle dimore dell’Altissimo. Dio è in mezzo ad essa: non potrà vacillare. Dio la soccorre allo spuntare dell’alba.
Il Signore degli eserciti è con noi, nostro baluardo è il Dio di Giacobbe. Venite, vedete le opere del Signore, egli ha fatto cose tremende sulla terra.
Quel giorno però era un sabato. Dissero dunque i Giudei all’uomo che era stato guarito: «È sabato e non ti è lecito portare la tua barella». Ma egli rispose loro: «Colui che mi ha guarito mi ha detto: “Prendi la tua barella e cammina”». Gli domandarono allora: «Chi è l’uomo che ti ha detto: “Prendi e cammina”?». Ma colui che era stato guarito non sapeva chi fosse; Gesù infatti si era allontanato perché vi era folla in quel luogo. Poco dopo Gesù lo trovò nel tempio e gli disse: «Ecco: sei guarito! Non peccare più, perché non ti accada qualcosa di peggio». Quell’uomo se ne andò e riferì ai Giudei che era stato Gesù a guarirlo. Per questo i Giudei perseguitavano Gesù, perché faceva tali cose di sabato.
«Gesù, vedendolo giacere (...), gli disse: Vuoi guarire?»
Rev. D. Àngel CALDAS i Bosch (Salt, Girona, Spagna)Oggi, san Giovanni ci parla della scena della piscina di Betesda. Sembrava, più che altro, una sala d’attesa di un ospedale traumatologico: «giaceva un grande numero di infermi, ciechi, zoppi e paralitici» (Gv 5,3). Gesù passò da lì.
E`curioso: Gesù si trova sempre in mezzo ai problemi. Lì dove c’è qualcosa da “liberare”, per fare felice la gente, Lui è lì. I farisei, invece, solo pensavano se era sabato. La loro mala fede sacrificava lo spirito. La malvagità del peccato stillava dai loro occhi. Non c’è peggior sordo di colui che non vuol capire.
Il protagonista del miracolo era invalido da trent’otto anni. «Vuoi guarire?» (Gv 5,6) gli disse Gesù. Era da tempo che lottava nel nulla perché non aveva trovato Gesù. Finalmente, aveva incontrato l’Uomo. I cinque portici della piscina di Betsaida rimbombarono quando si sentì la voce del Maestro: «Alzati, prendi la tua barella e cammina» (Gv 5,8). Fu cosa di un’istante.
La voce di Cristo è la voce di Dio. Tutto era nuovo in quel vecchio paralitico, esaurito dallo scoraggiamento. Più tardi san Giovanni Crisostomo dirà che nella piscina di Betesda si curavano i malati di corpo, e nel Battesimo si ristabilivano i malati dell’anima; là succedeva ogni tanto ed era solo per un malato. Nel Battesimo è sempre ed è per tutti. In entrambi i casi si manifesta il potere di Dio per mezzo dell’acqua.
Il paralitico impotente sul bordo dell’acqua non ti fa pensare all’esperienza della nostra impotenza per fare del bene? Come pretendiamo risolvere da soli quello che è di una rilevanza soprannaturale? Non vedi ogni giorno accanto a te una costellazione di paralitici che si “muovono” molto, però sono incapaci di allontanarsi dalla loro mancanza di libertà? Il peccato paralizza, invecchia, uccide. Bisogna fissarsi in Gesù. E necessario che Lui –la sua grazia– ci sommerga nell’acqua della preghiera, della confessione, dell’apertura di spirito. Tu ed io possiamo essere paralitici sempiterni, o portatori e strumenti di luce.
Pensieri per il Vangelo di oggi
«Siamo scontenti di noi stessi quando pecchiamo, perché il peccato scontenta Dio. E poiché non siamo liberi dal peccato, assomigliamo almeno a Dio nel nostro dispiacere per ciò che gli dispiace» (Sant'Agostino)
«Le porte della Chiesa sono sempre aperte. È la casa di Gesù e Gesù accoglie. Se le persone sono ferite, cosa fa Gesù? Le rimprovera perché sono ferite? No, va e li porta sulle sue spalle. E questo si chiama misericordia» (Francesco)
«Gesù ha compiuto opere come il perdono dei peccati che lo hanno rivelato come Dio Salvatore. Alcuni ebrei che non lo riconoscevano come Dio fatto uomo vedevano in lui 'un uomo che si fa Dio' (Gv 10,33), e lo giudicavano un blasfemo» (Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 594)