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Contemplare il Vangelo di oggi
Vangelo di oggi + omelia (di 300 parole)
Lavami tutto dalla mia colpa, dal mio peccato rendimi puro.
Crea in me, o Dio, un cuore puro, rinnova in me uno spirito saldo. Non scacciarmi dalla tua presenza e non privarmi del tuo santo spirito.
Rendimi la gioia della tua salvezza, sostienimi con uno spirito generoso. Insegnerò ai ribelli le tue vie e i peccatori a te ritorneranno.
»Adesso l’anima mia è turbata; che cosa dirò? Padre, salvami da quest’ora? Ma proprio per questo sono giunto a quest’ora! Padre, glorifica il tuo nome». Venne allora una voce dal cielo: «L’ho glorificato e lo glorificherò ancora!». La folla, che era presente e aveva udito, diceva che era stato un tuono. Altri dicevano: «Un angelo gli ha parlato». Disse Gesù: «Questa voce non è venuta per me, ma per voi. Ora è il giudizio di questo mondo; ora il principe di questo mondo sarà gettato fuori. E io, quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me». Diceva questo per indicare di quale morte doveva morire.
«Se uno mi vuole servire, mi segua»
Fr. Vimal MSUSAI (Ranchi, Jharkhand, India)Oggi ascoltiamo un brano evangelico le cui parole - dalla mano dell'amato discepolo - devono aver trasmesso un grande coraggio sulla via della fede durante le persecuzioni subite dai primi cristiani. In quei giorni delle festività ebraiche, alcuni greci venivano a Gerusalemme compiere con il colto e volevano vedere Gesù. Chiesero aiuto ai discepoli.
"Vedere Gesù" non significa semplicemente guardarlo, cosa che probabilmente intendevano quei greci. "Vedere Gesù" significa entrare pienamente nella sua mentalità; significa capire perché ha dovuto soffrire e morire per essere risorto. Come il chicco di grano, Gesù Cristo deve rinunciare a tutto, compresa la propria vita, per portare la vita per Egli e per molti altri.
Se non capiamo questo come il nucleo della vita di Cristo, allora non lo abbiamo davvero visto. Nelle parole di sant'Atanasio, possiamo vedere Gesù solo attraverso la morte in Croce, per la quale porta molti frutti per tutti i secoli. "Vedere Gesù" significa arrendersi a una morte immeritata che reca all'umanità i doni della fede e della salvezza (cfr Gv 12,25-26). Il Mahatma Gandhi riflette la stessa idea dicendo che "il modo migliore per trovare te stesso è perderti al servizio degli altri".
Le parole di Gesù ricordano ai suoi discepoli che devono seguire le sue orme, fino alla morte. Il grano, ovviamente, non muore davvero ma si trasforma in qualcosa di completamente nuovo: radici, foglie e frutti (Pasqua). Allo stesso modo, il bruco cessa di essere un bruco per diventare qualcosa di diverso - e allo stesso tempo - spesso molto più bello (una farfalla).
E, se vogliamo "vedere Gesù", dobbiamo camminare per la sua strada. " Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore " (Gv 12,26). Ciò significa viaggiare con Gesù Cristo e con Maria fino al Calvario, ovunque si trovi ciascuno di noi. Gesù, che ha lasciato ogni cosa per noi, ci chiama a stare con lui tutto il percorso, imitando la sua dedicazione e assicurando che la volontà del Padre suo si sia adempiuta.
Pensieri per il Vangelo di oggi
«Essi disdegnarono di credere in Cristo, perché nella loro empietà disprezzarono la sua morte e irrisero il suo sacrificio; e tuttavia quella era la morte del grano che doveva moltiplicarsi, ed era la esaltazione di colui che tutto avrebbe attratto a sé» (Sant'Agostino)
«Egli stesso è il chicco di grano venuto da Dio, il chicco di grano divino, che si lascia cadere sulla terra, che si lascia spezzare, rompere nella morte e, proprio attraverso questo, si apre e può così portare frutto nella vastità del mondo» (Benedetto XVI)
«(…) Egli realizzerà la venuta del suo Regno soprattutto con il grande mistero della sua pasqua: la sua morte in croce e la sua risurrezione. «Quando sarò elevato da terra, attirerò tutti a me» (Gv 12,32). Tutti gli uomini sono chiamati a questa unione con Cristo» (Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 542)
Altri commenti
«Se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto»
Rev. D. Ferran JARABO i Carbonell (Agullana, Girona, Spagna)Oggi, la Chiesa, quasi alla fine della Quaresima, ci propone questo Vangelo per aiutarci ad arrivare alla domenica delle Palme ben preparati, vivendo questi misteri così centrali nella vita cristiana. Il `Via Crucis´ per il cristiano è un “via lucis”, il morire è un tornare a nascere. E, ancora di più, è necessario morire per vivere davvero.
Al principio del Vangelo di oggi, Gesù dice agli Apostoli: «Se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto» (Gv 12,24.) Sant’Agostino commenta al riguardo: «Gesù definisce sè stesso “grano” che doveva morire, per poi moltiplicarsi; che doveva soffrire la morte per l’infedeltà dei giudei e venire moltiplicato dalla fede di tutti i popoli». Il pane dell’Eucaristia, fatto di grano di frumento, viene moltiplicato e viene diviso per diventare alimento di tutti i cristiani. La morte per il martirio è sempre feconda; perciò, «quelli che amano la vita», paradossalmente, la «perdono». Cristo muore per dare frutto, con il Suo sangue: noi dobbiamo imitarLo per risuscitare con Lui e produrre frutto con Lui. Quanti danno silenziosamente la propria vita per i loro fratelli? Dal silenzio e dall’umiltà dobbiamo imparare ad essere grano che muore per ritornare alla Vita.
Il Vangelo di questa domenica finisce esortandoci a camminare nella luce del Figlio innalzato sulla terra: «Ed io, quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me» (Gv 12,32). Dobbiamo chiedere al buon Dio che in noi solamente ci sia luce e che Lui ci aiuti a dissipare ogni ombra. Questo è il momento di Dio, non lo lasciamo perdere! «Voi dormite? Il tempo che vi è stato concesso finisce» (Sant’Ambrogio di Milano) Non possiamo non essere luce nel nostro mondo. Come la luna riceve la sua luce dal sole, in noi devono vedere la luce di Dio.
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