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Contemplare il Vangelo di oggi

Vangelo di oggi + omelia (di 300 parole)

Sacratissimo Cuore di Gesù (A)
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Prima Lettura (Dt 7,6-11): Mosè parlò al popolo dicendo: «Tu sei un popolo consacrato al Signore, tuo Dio: il Signore, tuo Dio, ti ha scelto per essere il suo popolo particolare fra tutti i popoli che sono sulla terra. Il Signore si è legato a voi e vi ha scelti, non perché siete più numerosi di tutti gli altri popoli – siete infatti il più piccolo di tutti i popoli –, ma perché il Signore vi ama e perché ha voluto mantenere il giuramento fatto ai vostri padri: il Signore vi ha fatti uscire con mano potente e vi ha riscattati liberandovi dalla condizione servile, dalla mano del faraone, re d’Egitto. Riconosci dunque il Signore, tuo Dio: egli è Dio, il Dio fedele, che mantiene l’alleanza e la bontà per mille generazioni, con coloro che lo amano e osservano i suoi comandamenti; ma ripaga direttamente coloro che lo odiano, facendoli perire; non concede una dilazione a chi lo odia, ma lo ripaga direttamente. Osserverai, dunque, mettendoli in pratica, i comandi, le leggi e le norme che oggi ti prescrivo».
Salmo Responsoriale: 102
R/. L’amore del Signore è per sempre.
Benedici il Signore, anima mia, quanto è in me benedica il suo santo nome. Benedici il Signore, anima mia, non dimenticare tutti i suoi benefici.

Egli perdona tutte le tue colpe, guarisce tutte le tue infermità, salva dalla fossa la tua vita, ti circonda di bontà e misericordia.

Il Signore compie cose giuste, difende i diritti di tutti gli oppressi. Ha fatto conoscere a Mosè le sue vie, le sue opere ai figli d’Israele.

Misericordioso e pietoso è il Signore, lento all’ira e grande nell’amore. Non ci tratta secondo i nostri peccati e non ci ripaga secondo le nostre colpe.
Seconda Lettura (1Gv 4,7-16): Carissimi, amiamoci gli uni gli altri, perché l’amore è da Dio: chiunque ama è stato generato da Dio e conosce Dio. Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore. In questo si è manifestato l’amore di Dio in noi: Dio ha mandato nel mondo il suo Figlio unigenito, perché noi avessimo la vita per mezzo di lui. In questo sta l’amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati.

Carissimi, se Dio ci ha amati così, anche noi dobbiamo amarci gli uni gli altri. Nessuno mai ha visto Dio; se ci amiamo gli uni gli altri, Dio rimane in noi e l’amore di lui è perfetto in noi. In questo si conosce che noi rimaniamo in lui ed egli in noi: egli ci ha donato il suo Spirito. E noi stessi abbiamo veduto e attestiamo che il Padre ha mandato il suo Figlio come salvatore del mondo. Chiunque confessa che Gesù è il Figlio di Dio, Dio rimane in lui ed egli in Dio. E noi abbiamo conosciuto e creduto l’amore che Dio ha in noi. Dio è amore; chi rimane nell’amore rimane in Dio e Dio rimane in lui.
Versetto prima del Vangelo (Mt 11,29ab): Alleluia, alleluia. Prendete il mio giogo sopra di voi, dice il Signore, e imparate da me, che sono mite e umile di cuore. Alleluia.
Testo del Vangelo (Mt 11,25-30): In quel tempo Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo.

»Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».

«Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro»

Rev. D. Antoni DEULOFEU i González (Barcelona, Spagna)

Oggi, quando ci sentiamo stanchi per le l’attività di ogni giorno –perché tutti abbiamo cariche pesanti e a volte difficili da sopportare- pensiamo in queste parole di Gesù: « Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò» (Mt 11,28). Riposiamo in Lui, poiché è l’Unico in cui possiamo riposare di tutto ciò che ci preoccupa, e così trovare la pace e tutto l’amore che non sempre ci viene dato dal mondo.

Il riposo autenticamente umano necessita di una dose di “contemplazione”. Se eleviamo gli occhi al cielo e preghiamo con il cuore e siamo semplici, sicuramente troveremo e vedremo Dio, perché Lui è lì «Ti benedico, o Padre, Signore del cielo» (Mt 11,25). Pero Lui non si trova solo lì, troviamolo anche nel “”soave giogo” delle piccole cose di ogni giorno: vediamolo nel sorriso di quel piccolo bambino pieno di innocenza, nello sguardo grato di quel malato che abbiamo visitato, negli occhi di quel povero che ci chiede aiuto, la nostra bontà...

Riposiamo tutto il nostro essere, e affidiamoci del tutto a Dio, che è la nostra unica salvezza e la salvezza del mondo. Così come raccomandava Giovanni Paolo II, per riposare veramente, ci è necessario dirigere «uno sguardo di soddisfazione gioiosa [per un lavoro ben fatto]: uno sguardo “contemplativo” che non aspira più a nuove opere, ma piuttosto a godere la bellezza di ciò che è stato fatto» alla presenza di Dio. A Lui, inoltre, dobbiamo dirigere un ringraziamento: tutto ci viene dall’Altissimo e, senza di Lui, nulla potremmo fare.

Infatti, uno dei più grandi pericoli di oggi è che «il nostro è un tempo di continuo movimento che giunge spesso all’attivismo, col facile rischio del “fare per fare”. Dobbiamo resistere a questa tentazione cercando di “essere” prima ancora di “fare”» (Giovanni Paolo II). Perché in verità, come ci dice Gesù, una sola è la cosa di cui c’è bisogno (cf. Lc 10,42): «Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime» (Mt 11,29).

Pensieri per il Vangelo di oggi

  • «Il Signore crocifisso è una testimonianza insormontabile di amore paziente e di umile mitezza» (San Giovanni Paolo II)

  • «Solo contemplando l’umanità sofferente di Gesù possiamo diventare miti, umili, teneri come Lui. Non c’è altra via» (Francesco)

  • «(…) Il Sacro Cuore di Gesù, trafitto per i nostri peccati e per la nostra salvezza, è considerato il principale indicatore e simbolo dell’amore con cui il divin Redentore ama continuamente l’eterno Padre e tutti gli uomini.» (Catechismo della Chiesa Cattolica, nº 478)