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Vangelo di oggi + omelia (di 300 parole)
Sarò come rugiada per Israele; fiorirà come un giglio e metterà radici come un albero del Libano, si spanderanno i suoi germogli e avrà la bellezza dell’olivo e la fragranza del Libano. Ritorneranno a sedersi alla mia ombra, faranno rivivere il grano, fioriranno come le vigne, saranno famosi come il vino del Libano. Che ho ancora in comune con gli idoli, o Èfraim? Io l’esaudisco e veglio su di lui; io sono come un cipresso sempre verde, il tuo frutto è opera mia». Chi è saggio comprenda queste cose, chi ha intelligenza le comprenda; poiché rette sono le vie del Signore, i giusti camminano in esse, mentre i malvagi v’inciampano.
Tu gradisci la sincerità nel mio intimo, nel segreto del cuore m’insegni la sapienza. Aspergimi con rami d’issòpo e sarò puro; lavami e sarò più bianco della neve.
Crea in me, o Dio, un cuore puro, rinnova in me uno spirito saldo. Non scacciarmi dalla tua presenza e non privarmi del tuo santo spirito.
Rendimi la gioia della tua salvezza, sostienimi con uno spirito generoso. Signore, apri le mie labbra e la mia bocca proclami la tua lode.
»Il fratello farà morire il fratello e il padre il figlio, e i figli si alzeranno ad accusare i genitori e li uccideranno. Sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato. Quando sarete perseguitati in una città, fuggite in un’altra; in verità io vi dico: non avrete finito di percorrere le città d’Israele, prima che venga il Figlio dell’uomo».
«Sarete odiati da tutti a causa del mio nome»
P. Josep LAPLANA OSB Monje de Montserrat (Montserrat, Barcelona, Spagna)Oggi, il Vangelo rileva le difficoltà e le contraddizioni che il cristiano dovrà soffrire per causa di Cristo e del suo Vangelo, e come dovrà resistere e perseverare fino alla fine. Gesù ci promise: «Io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo» (Mt 28,20); però non ha promesso ai suoi un cammino facile, al contrario, disse loro: «Sarete odiati da tutti per causa del mio nome» (Mt 10,22).
La Chiesa e il mondo sono due realtà di “difficile” convivenza. Il mondo, che la Chiesa deve convertire a Gesù Cristo, non è una realtà neutra, come se fosse cera vergine che solo aspetta il timbro che le dia forma. Questo sarebbe stato così solamente se non avessimo avuto una storia di peccato fra la creazione dell’uomo e la sua redenzione. Il mondo, come struttura allontanata da Dio, obbedisce ad un altro signore, che il Vangelo di San Giovanni nomina come “il signore di questo mondo”, il nemico dell’anima, al quale il cristiano ha fatto giuramento —nel giorno del suo battesimo— di disobbedienza, di confronto, per appartenere solo al Signore e alla Madre Chiesa che lo ha generato in Gesù Cristo.
Però il battezzato continua vivendo in questo mondo e non in altri, non rinuncia alla cittadinanza di questo mondo, nemmeno gli nega il suo onesto apporto per sostenerlo e migliorarlo; i doveri di cittadinanza civica sono anche doveri cristiani; pagare le tasse è un dovere di giustizia per il cristiano. Gesù disse che i suoi seguaci siamo nel mondo, però non siamo del mondo (cf Gv 17,14-15). Non apparteniamo al mondo incondizionalmente, solo apparteniamo del tutto a Gesù Cristo e alla Chiesa, vera patria spirituale che è qui nella terra e che attraversa la barriera dello spazio e del tempo per sbarcarci nella patria definitiva del cielo.
Questa doppia cittadinanza si scontra immancabilmente con le forze del peccato e del dominio che muovono i meccanismi mondani. Ripassando la storia della chiesa, Newman diceva che «La persecuzione è la marca della Chiesa e chissà la più durevole di tutte».
Pensieri per il Vangelo di oggi
«L’atleta non ha vinto quando si è spogliato delle vesti. La corona della vittoria la riceve soltanto dopo aver combattuto come si deve» (San Paolino di Nola)
«Gesù ci dice: “Vi mando come pecore in mezzo ai lupi”. Il cristiano, in ogni caso, dovrà essere prudente, a volte anche astuto: queste sono le virtù accettate dalla logica evangelica. Ma, mai la violenza» (Francesco)
«Noi possiamo, dunque, sperare la gloria del cielo promessa da Dio a coloro che lo amano91 e fanno la sua volontà. In ogni circostanza ognuno deve sperare, con la grazia di Dio, di perseverare sino alla fine (…)» (Catechismo della Chiesa Cattolica, nº 1.821)