Un team di 200 sacerdoti commenta il Vangelo del giorno
200 sacerdoti commenti il Vangelo del giorno
Contemplare il Vangelo di oggi
Vangelo di oggi + omelia (di 300 parole)
Voi siete già sazi, siete già diventati ricchi; senza di noi, siete già diventati re. Magari foste diventati re! Così anche noi potremmo regnare con voi. Ritengo infatti che Dio abbia messo noi, gli apostoli, all’ultimo posto, come condannati a morte, poiché siamo dati in spettacolo al mondo, agli angeli e agli uomini. Noi stolti a causa di Cristo, voi sapienti in Cristo; noi deboli, voi forti; voi onorati, noi disprezzati. Fino a questo momento soffriamo la fame, la sete, la nudità, veniamo percossi, andiamo vagando di luogo in luogo, ci affatichiamo lavorando con le nostre mani. Insultati, benediciamo; perseguitati, sopportiamo; calunniati, confortiamo; siamo diventati come la spazzatura del mondo, il rifiuto di tutti, fino ad oggi.
Non per farvi vergognare vi scrivo queste cose, ma per ammonirvi, come figli miei carissimi. Potreste infatti avere anche diecimila pedagoghi in Cristo, ma non certo molti padri: sono io che vi ho generato in Cristo Gesù mediante il Vangelo.
Appaga il desiderio di quelli che lo temono, ascolta il loro grido e li salva. Il Signore custodisce tutti quelli che lo amano, ma distrugge tutti i malvagi.
Canti la mia bocca la lode del Signore e benedica ogni vivente il suo santo nome, in eterno e per sempre.
«Il Figlio dell’uomo è signore del sabato»
Fr. Austin Chukwuemeka IHEKWEME (Ikenanzizi, Nigeria)Oggi, di fronte all’accusa dei farisei, Gesù spiega il senso corretto del riposo sabatico, evocando un esempio dell’Antico Testamento (cf. Dt 23,26): «Allora non avete mai letto ciò che fece Davide, (...), prese i pani dell'offerta, ne mangiò e ne diede ai suoi compagni, sebbene non fosse lecito mangiarli se non ai soli sacerdoti?» (Lc 6,3-4).
La condotta di Davide anticipò la dottrina che Cristo insegna in questo brano. Già nell’Antico Testamento, Dio aveva stabilito un ordine nei precetti della Legge, di modo che quelli di minor rango, cedessero d’innanzi a quelli di maggior rango.
Alla vista di ciò , si spiega che un precetto cerimoniale (come quello che stiamo commentando) cedesse di fronte a un precetto di legge naturale. Nello stesso modo, il precetto del sabato non è al di sopra delle necessità elementari di sussistenza.
In questo brano, Cristo ci insegna quale era il senso dell’istituzione divina del sabato: Dio lo aveva istituito per il benessere dell’uomo, perché potesse riposare e potesse dedicarsi in pace e allegria al culto divino. L’interpretazione dei farisei aveva convertito questo giorno in una occasione di afflizione e preoccupazione, dovuto alle innumerevoli prescrizioni e proibizioni.
Il sabato era stato fatto non solo perché l’uomo potesse riposare, ma anche perché potesse dar gloria a Dio: questo è il vero senso dell’espressione: «Il sabato è stato fatto per l’uomo» (Mc 2,27).
Inoltre , dichiarandosi “signore del sabato” (cf. Lc 6,5), manifesta chiaramente che Lui è lo stesso Dio che diede il precetto al popolo di Israele, affermando così la sua divinità e il suo potere universale. Anche Gesù può chiamarsi “signore del sabato”, perché è Dio.
Chiediamo aiuto alla Vergine per poter credere e capire che il sabato appartiene a Dio ed è in un certo modo - adattato alla natura umana – per rendere onore e gloria all’Onnipotente. Come ha scritto San Giovanni Paolo II, «il riposo è cosa “sacra” ed è un’occasione per «prendere coscienza che tutto è opera di Dio».
Pensieri per il Vangelo di oggi
«In questo tempo di grazia, il cristiano vive un sabato perpetuo quando compie tutte le buone opere con la speranza del riposo futuro» (Sant’Agostino)
«Vivere secondo la domenica vuol dire vivere con la consapevolezza della liberazione portata da Cristo e portare avanti la propria vita come offerta a Dio di se stessi» (Benedetto XVI)
«La celebrazione della domenica attua la prescrizione morale naturalmente iscritta nel cuore dell'uomo « di rendere a Dio un culto esteriore, visibile, pubblico e regolare nel ricordo della sua benevolenza universale verso gli uomini (…)» (Catechismo della Chiesa Cattolica, nº 2.176)