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Contemplare il Vangelo di oggi
Vangelo di oggi + omelia (di 300 parole)
Su tutte le genti eccelso è il Signore, più alta dei cieli è la sua gloria. Chi è come il Signore, nostro Dio, che siede nell’alto e si china a guardare sui cieli e sulla terra?
Solleva dalla polvere il debole, dall’immondizia rialza il povero, per farlo sedere tra i prìncipi, tra i prìncipi del suo popolo.
Uno solo, infatti, è Dio e uno solo anche il mediatore fra Dio e gli uomini, l’uomo Cristo Gesù, che ha dato se stesso in riscatto per tutti. Questa testimonianza egli l’ha data nei tempi stabiliti, e di essa io sono stato fatto messaggero e apostolo – dico la verità, non mentisco –, maestro dei pagani nella fede e nella verità. Voglio dunque che in ogni luogo gli uomini preghino, alzando al cielo mani pure, senza collera e senza contese.
Chiamò uno per uno i debitori del suo padrone e disse al primo: “Tu quanto devi al mio padrone?”. Quello rispose: “Cento barili d’olio”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta, siediti subito e scrivi cinquanta”. Poi disse a un altro: “Tu quanto devi?”. Rispose: “Cento misure di grano”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta e scrivi ottanta”.
Il padrone lodò quell’amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza. I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce. Ebbene, io vi dico: fatevi degli amici con la ricchezza disonesta, perché, quando questa verrà a mancare, essi vi accolgano nelle dimore eterne. Chi è fedele in cose di poco conto, è fedele anche in cose importanti; e chi è disonesto in cose di poco conto, è disonesto anche in cose importanti. Se dunque non siete stati fedeli nella ricchezza disonesta, chi vi affiderà quella vera? E se non siete stati fedeli nella ricchezza altrui, chi vi darà la vostra? Nessun servitore può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza».
«Non potete servire Dio e la ricchezza»
Rev. D. Joan MARQUÉS i Suriñach (Vilamarí, Girona, Spagna)Oggi, il Vangelo ci presenta la figura dell’amministratore infedele, un uomo che ha approfittato il proprio mestiere per rubare il suo padrone. E 'stato un semplice amministratore, ed ha agito come padrone. Dovremmo aver presente questo:
1) I beni materiali sono buoni per se stessi perché provengono dalle mani di Dio. Pertanto, dobbiamo amarle.
2) Ma non possiamo "adorarle", come se fossero Dio e lo scopo della nostra esistenza. Dobbiamo essere staccati da loro. Le ricchezze sono al servizio di Dio e del nostro prossimo, non devono servire a detronizzare Dio nei nostri cuori e nelle nostre azioni: «Non potete servire Dio e la ricchezza» (Lc 16,13).
3) Non siamo i padroni dei beni materiali, ma semplici amministratori, quindi non solo dobbiamo averne cura, ma anche renderli il più produttivi possibile, d’accordo con le nostre possibilità. La parabola dei talenti lo insegna chiaramente (cfr Mt 25,14-30).
4) Non possiamo cadere nella avarizia, dobbiamo praticare la liberalità, che è una virtù cristiana che dobbiamo vivere tutti, ricchi e poveri, ciascuno secondo le proprie circostanze. Dobbiamo dare agli altri!
Che cosa succede se ho abbastanza beni per coprire le mie spese? Sì, uno si deve anche sforzare per cercare di moltiplicarli e dare di più (parrocchia, diocesi, carità, apostolato). Ricorda le parole di S. Ambrogio: «Non è una parte del tuo patrimonio che si dà ai poveri, ciò che si dà già appartiene loro. Perché quello che ci è stato dato per l' uso di tutti, te lo fai tuo. La terra ci è stata donata a tutti, non solo ai ricchi».
Sei un egoista che solo pensa a accumulare beni materiali per te, come l'amministratore del Vangelo, diciendo delle bugie, rubando, praticando la cattiveria e la durezza di cuore, impedendo di essere commosso dalle necessità degli altri? Non pensi spesso alle parole di san Paolo: «Dio ama chi dona con gioia» (2Cor 9,7)? Sia generoso!
Pensieri per il Vangelo di oggi
«Non ho più altro modo di dimostrarti il mio amore che gettarti fiori, cioè, non lasciandomi scappare neppure il più piccolo sacrificio, nè un solo sguardo, nè una parola, approfittando anche della cosa più piccola e facendola per amore» (Santa Teresa di Lisieux)
«Il denaro in se stesso non è “cattivo”, ma più di ogni altra cosa può imprigionare l’uomo in un cieco egoismo» (Benedetto XVI)
«Ogni cosa era fra loro comune» (At 4,32). Il cristiano veramente tale nulla possiede di così strettamente suo che non lo debba ritenere in comune con gli altri, pronto quindi a sollevare la miseria dei fratelli più poveri. Il cristiano è un amministratore dei beni del Signore» (Catechismo della Chiesa Cattolica, nº 952)