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Contemplare il Vangelo di oggi

Vangelo di oggi + omelia (di 300 parole)

XXXII Domenica (A) del Tempo Ordinario
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Prima Lettura (Sap 6,12-16): La sapienza è splendida e non sfiorisce, facilmente si lascia vedere da coloro che la amano e si lascia trovare da quelli che la cercano. Nel farsi conoscere previene coloro che la desiderano. Chi si alza di buon mattino per cercarla non si affaticherà, la troverà seduta alla sua porta. Riflettere su di lei, infatti, è intelligenza perfetta, chi veglia a causa sua sarà presto senza affanni; poiché lei stessa va in cerca di quelli che sono degni di lei, appare loro benevola per le strade e in ogni progetto va loro incontro.
Salmo Responsoriale: 62
R/. Ha sete di te, Signore, l’anima mia.
O Dio, tu sei il mio Dio, dall’aurora io ti cerco, ha sete di te l’anima mia, desidera te la mia carne in terra arida, assetata, senz’acqua.

Così nel santuario ti ho contemplato, guardando la tua potenza e la tua gloria. Poiché il tuo amore vale più della vita, le mie labbra canteranno la tua lode.

Così ti benedirò per tutta la vita: nel tuo nome alzerò le mie mani. Come saziato dai cibi migliori, con labbra gioiose ti loderà la mia bocca.

Quando nel mio letto di te mi ricordo e penso a te nelle veglie notturne, a te che sei stato il mio aiuto, esulto di gioia all’ombra delle tue ali.
Seconda Lettura (1Ts 4,13-17): Non vogliamo, fratelli, lasciarvi nell’ignoranza a proposito di quelli che sono morti, perché non siate tristi come gli altri che non hanno speranza. Se infatti crediamo che Gesù è morto e risorto, così anche Dio, per mezzo di Gesù, radunerà con lui coloro che sono morti.

Sulla parola del Signore infatti vi diciamo questo: noi, che viviamo e che saremo ancora in vita alla venuta del Signore, non avremo alcuna precedenza su quelli che sono morti. Perché il Signore stesso, a un ordine, alla voce dell’arcangelo e al suono della tromba di Dio, discenderà dal cielo. E prima risorgeranno i morti in Cristo; quindi noi, che viviamo e che saremo ancora in vita, verremo rapiti insieme con loro nelle nubi, per andare incontro al Signore in alto, e così per sempre saremo con il Signore. Confortatevi dunque a vicenda con queste parole.
Versetto prima del Vangelo (Mt 24,42.44): Alleluia, alleluia. Vegliate e tenetevi pronti, perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo. Alleluia.
Testo del Vangelo (Mt 25,1-13): In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Il regno dei cieli è simile a dieci vergini che, prese le loro lampade, uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le lampade, ma non presero con sé olio; le sagge invece, insieme alle lampade, presero anche dell’olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e dormirono.

»A mezzanotte si levò un grido: Ecco lo sposo, andategli incontro! Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. E le stolte dissero alle sagge: Dateci del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono. Ma le sagge risposero: No, che non abbia a mancare per noi e per voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene. Ora, mentre quelle andavano per comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa.

»Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: Signore, signore, aprici! Ma egli rispose: In verità vi dico: non vi conosco. Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora».

«Ecco lo sposo, andategli incontro!»

Rev. P. Anastasio URQUIZA Fernández MCIU (Monterrey, Messico)

Oggi, siamo invitati a riflettere sullo scopo dell’esistenza; si tratta di una avvertenza del Buon Dio circa il nostro fine ultimo; non giochiamo con la vita! «Il regno dei cieli è simile a dieci vergini che, prese le loro lampade, uscirono incontro allo sposo» (Mt 25,1). La fine di ogni persona dipenderà dalla strada scelta; la morte è conseguenza della vita –stolta o saggia- dal nostro comportamento in questo mondo. Ragazze stolte sono quelle che hanno ascoltato il messaggio di Gesù, ma non lo hanno messo in pratica. Ragazze sagge sono quelle che lo hanno tradotto in vita, e per questo entrano a far parte del banchetto del Regno.

La parabola è un richiamo serio «Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l'ora» (Mt 25,13). Non lasciate che si spenga mai la luce della fede, perché qualsiasi momento può essere l’ultimo momento. Il Regno è già qui. Accendete le lampade con l’olio della fede, della fraternità e della reciproca carità. I nostri cuori, pieni di luce, ci permetteranno vivere la autentica gioia, qui e adesso. Coloro i quali vivono attorno a noi si vedranno, anch’essi, illuminati e conosceranno la gioia della presenza dello Sposo atteso. Gesù ci chiede di non far mancare mai l’olio nelle nostre lampade.

Per questo, quando il Concilio Vaticano II, che sceglie nella Bibbia le immagini raffiguranti la Chiesa, si riferisce a questa comparazione dello sposo e della sposa, e pronuncia queste parole: «La Chiesa viene pure descritta come l'immacolata sposa dell'Agnello immacolato, sposa che Cristo «ha amato.. . e per essa ha dato se stesso, al fine di santificarla», che si è associata con patto indissolubile ed incessantemente «nutre e cura», che dopo averla purificata, volle a sé congiunta e soggetta nell'amore e nella fedeltà» (cf. LG 6).

Pensieri per il Vangelo di oggi

  • «L’anima dunque ha le sue porte, l’anima ha il suo ingresso. Ad esso viene Cristo e bussa, egli bussa alle porte. Aprigli, dunque; egli vuole entrare, vuol trovare la sposa desta» (Sant’Ambrogio)

  • «Vera sapienza è approfittare della vita mortale per compiere opere di misericordia, perché, dopo la morte, ciò non sarà più possibile» (Benedetto XVI)

  • «Tutti questi buoni frutti della natura e della nostra operosità, dopo che li avremo diffusi sulla terra nello Spirito del Signore e secondo il suo precetto, li ritroveremo poi di nuovo, ma purificati da ogni macchia, illuminati e trasfigurati, allorquando Cristo rimetterà al Padre il regno eterno e universale ». 647 Dio allora sarà « tutto in tutti» (1 Cor 15,28), nella vita eterna» (Catechismo della Chiesa Cattolica, n°1.050)