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Vangelo di oggi + omelia (di 300 parole)
Lo stesso re e i suoi dignitari rimasero colpiti dalla fierezza di questo giovane, che non teneva in nessun conto le torture. Fatto morire anche questo, si misero a straziare il quarto con gli stessi tormenti. Ridotto in fin di vita, egli diceva: «È preferibile morire per mano degli uomini, quando da Dio si ha la speranza di essere da lui di nuovo risuscitati; ma per te non ci sarà davvero risurrezione per la vita».
Tieni saldi i miei passi sulle tue vie e i miei piedi non vacilleranno. Io t’invoco poiché tu mi rispondi, o Dio; tendi a me l’orecchio, ascolta le mie parole.
Custodiscimi come pupilla degli occhi, all’ombra delle tue ali nascondimi, io nella giustizia contemplerò il tuo volto, al risveglio mi sazierò della tua immagine.
Gesù rispose loro: «I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; ma quelli che sono giudicati degni della vita futura e della risurrezione dai morti, non prendono né moglie né marito: infatti non possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, poiché sono figli della risurrezione, sono figli di Dio. Che poi i morti risorgano, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando dice: “Il Signore è il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe”. Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui».
«Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui»
Mn. Ramon SÀRRIAS i Ribalta (Andorra la Vella, Andorra)Oggi, Gesù fa una chiara affermazione della resurrezione e della vita eterna. I sadducei mettevano in dubbio o, ancora peggio, ridicolizzavano la fede nella vita eterna dopo la morte, la quale, a sua volta, era difesa dai farisei, e lo è anche per noi.
La domanda posta dai sadducei a Gesù “La donna dunque, alla risurrezione, di chi sarà moglie? Poiché tutti e sette l'hanno avuta in moglie” (Lc 20,33) suggerisce una mente giuridica di possessione, una rivendicazione del diritto di proprietà su una persona. Inoltre, la trappola che hanno messo Gesù mostra un malinteso che esiste ancora oggi, immaginare la vita eterna come estensione, dopo la morte, dell'esistenza terrena. Il cielo sarebbe la trasposizione delle cose belle di cui ora godiamo.
Una cosa è credere nella vita eterna e un altra immaginarsi come sarà. Il mistero che non è involto di rispetto e discrezione, pericola di essere banalizzato dalla curiosità e, finalmente, ridicolizzato.
La risposta di Gesù ha due parti. La prima vuole far capire che l' istituzione del matrimonio non ha senso nell’altra vita: “Quelli che sono giudicati degni della vita futura e della risurrezione dai morti, non prendono né moglie né marito” (Lc 20,35). Ciò che perdura e raggiunge la sua massima pienezza è tutto quello che abbiamo seminato di amore vero, di amicizia, di fraternità, di giustizia e di verità...
Il secondo momento della risposta ci lascia due certezze: “Dio non è dei morti, ma dei viventi” (Lc 20,38). Fidarsi di questo Dio significa capire che siamo fatti per la vita. E la vita è essere con Lui senza interruzione, per sempre. Inoltre, “tutti vivono per Lui” (Lc 20,38): Dio è la fonte della vita. Il credente, immerso in Dio attraverso il battesimo, è stato strappato per sempre dal dominio della morte. "L' amore diventa una realtà compiuta se si include in un amore che proporziona realmente eternità" ( Benedetto XVI ).
Pensieri per il Vangelo di oggi
«Cristo, quando morì, dovette attenersi alla legge della tomba; d'altra parte, quando è risorto, l'ha abrogata, a tal punto che ha ribaltato la perpetuità della morte e l'ha trasformata da eterna a temporanea» (San Leone Magno)
«Siamo in cammino, in pellegrinaggio verso la vita piena, e quella vita piena è ciò che illumina il nostro cammino" (Francisco)
«Essere testimone di Cristo è essere 'testimone della sua risurrezione' (At 1,22), 'aver mangiato e bevuto con lui dopo la sua risurrezione dai morti' (At 10,41). La speranza cristiana nella risurrezione è contrassegnata dagli incontri con Cristo risorto. Noi risusciteremo come lui, con lui, per mezzo di lui» (Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 995)