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Contemplare il Vangelo di oggi

Vangelo di oggi + omelia (di 300 parole)

Lunedì, IX settimana del Tempo Ordinario
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Prima Lettura (2Pt 1,1-7): Carissimi, grazia e pace siano concesse a voi in abbondanza mediante la conoscenza di Dio e di Gesù Signore nostro. La sua potenza divina ci ha donato tutto quello che è necessario per una vita vissuta santamente, grazie alla conoscenza di colui che ci ha chiamati con la sua potenza e gloria. Con questo egli ci ha donato i beni grandissimi e preziosi a noi promessi, affinché per loro mezzo diventiate partecipi della natura divina, sfuggendo alla corruzione, che è nel mondo a causa della concupiscenza. Per questo mettete ogni impegno per aggiungere alla vostra fede la virtù, alla virtù la conoscenza, alla conoscenza la temperanza, alla temperanza la pazienza, alla pazienza la pietà, alla pietà l’amore fraterno, all’amore fraterno la carità.
Salmo Responsoriale: 90
R/. Mio Dio, in te confido.
Chi abita al riparo dell’Altissimo passerà la notte all’ombra dell’Onnipotente. Io dico al Signore: «Mio rifugio e mia fortezza, mio Dio in cui confido».

«Lo libererò, perché a me si è legato, lo porrò al sicuro, perché ha conosciuto il mio nome. Mi invocherà e io gli darò risposta; nell’angoscia io sarò con lui.

Lo libererò e lo renderò glorioso. Lo sazierò di lunghi giorni e gli farò vedere la mia salvezza».
Versetto prima del Vangelo (Cf. Ap 1,5): Alleluia, alleluia. Gesù Cristo, testimone fedele, primogenito dei morti, tu ci hai amati
e hai lavato i nostri peccati nel tuo sangue. Alleluia.
Testo del Vangelo (Mc 12,1-12): In quel tempo, Gesù si mise a parlare con parabole [ai capi dei sacerdoti, agli scribi e agli anziani]: «Un uomo piantò una vigna, la circondò con una siepe, scavò una buca per il torchio e costruì una torre. La diede in affitto a dei contadini e se ne andò lontano.

»Al momento opportuno mandò un servo dai contadini a ritirare da loro la sua parte del raccolto della vigna. Ma essi lo presero, lo bastonarono e lo mandarono via a mani vuote. Mandò loro di nuovo un altro servo: anche quello lo picchiarono sulla testa e lo insultarono. Ne mandò un altro, e questo lo uccisero; poi molti altri: alcuni li bastonarono, altri li uccisero. Ne aveva ancora uno, un figlio amato; lo inviò loro per ultimo, dicendo: «Avranno rispetto per mio figlio!». Ma quei contadini dissero tra loro: «Costui è l’erede. Su, uccidiamolo e l’eredità sarà nostra». Lo presero, lo uccisero e lo gettarono fuori della vigna.

»Che cosa farà dunque il padrone della vigna? Verrà e farà morire i contadini e darà la vigna ad altri. Non avete letto questa Scrittura: «La pietra che i costruttori hanno scartato è diventata la pietra d’angolo; questo è stato fatto dal Signore ed è una meraviglia ai nostri occhi»?».

E cercavano di catturarlo, ma ebbero paura della folla; avevano capito infatti che aveva detto quella parabola contro di loro. Lo lasciarono e se ne andarono.

«Al momento opportuno mandò un servo dai contadini a ritirare da loro la sua parte del raccolto della vigna»

Fr. Alphonse DIAZ (Nairobi, Kenya)

Oggi, il Signore ci invita a passeggiare nella Sua vigna: «Un uomo piantò una vigna (e...) la diede in affitto a dei contadini» (Mc 12,1).Tutti siamo locatari di questo vigneto. Il vigneto è il nostro proprio spirito, la Chiesa ed il mondo intero. Iddio ci chiede frutti. In primo luogo, la nostra santità personale; poi un apostolato costante tra i nostri amici, affinché il nostro esempio e la nostra parola li incoraggi ad avvicinarsi sempre di più a Cristo; infine, il mondo, che si trasformerà in un miglior luogo per viverci, se santifichiamo il nostro lavoro professionale, le nostre relazioni sociali e il nostro dovere verso il benessere comune.

Che classe di locatari siamo? Di quelli che lavorano sodo, o di quelli che s’infastidiscono quando il padrone manda i suoi servi a riscuotere l’affitto? Possiamo opporci a quelli che hanno la responsabilità di aiutarci a produrre i frutti che Dio aspetta da noi. Possiamo opporre obiezioni a quanto insegnano la Santa Madre Chiesa ed il Papa, i vescovi, o forse, più modestamente, i nostri genitori, il nostro direttore spirituale o quel buon amico che sta cercando di aiutarci. Possiamo, finanche, diventare aggressivi e cercare di aggredirli o di ferirli o persino di “ucciderli” mediante la nostra critica e commenti negativi. Dovremmo esaminare noi stessi sui motivi reali di quest’atteggiamento. Forse abbiamo bisogno di conoscere più profondamente la nostra fede; forse dobbiamo imparare a conoscerci meglio, a realizzare un miglior esame di coscienza, per poter scoprire le ragioni per le quali non vogliamo produrre frutti.

Chiediamo alla nostra Madre Maria il Suo aiuto per poter lavorare con amore, sotto la guida del Papa. Tutti possiamo essere “buoni pastori” e “pescatori” di uomini. «Allora andiamo e chiediamo al Signore che ci aiuti a produrre frutto, un frutto che perduri. Solo così questa valle di lacrime, verrà trasformata in un giardino di Dio» (Benedetto XVI). Potremmo avvicinare a Gesù il nostro spirito, quello dei nostri amici, o quello di tutto il mondo, se semplicemente leggessimo e meditassimo quanto ci insegna il Santo Padre e cercassimo di metterlo in pratica.

Pensieri per il Vangelo di oggi

  • «Dolce Gesù, in che stato ti vedo! Mite e amorevole, unico Salvatore delle nostre vecchie ferite, chi ti ha portato a soffrire queste ferite, non solo crudeli ma ignominiose? Dolce vite, buon Gesù!» (San Bonaventura)

  • «Ci ha chiamato con amore, ci protegge. Ma poi ci dà la libertà, ci dà tutto questo amore “in affitto”. È come se ci dicesse: voi vi prendete cura del mio amore come io mi prendo cura di voi. È il dialogo tra Dio e noi: custodire l'amore» (Francesco)

  • «‘Senza il Creatore, la creatura è diluita’ (Concilio Vaticano II). Per questo i credenti sanno di essere spinti dall'amore di Cristo a portare la luce del Dio vivente a coloro che non lo conoscono o che lo rifiutano» (Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 49)