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200 sacerdoti commenti il Vangelo del giorno
Contemplare il Vangelo di oggi
Vangelo di oggi + omelia (di 300 parole)
Io infatti sto già per essere versato in offerta ed è giunto il momento che io lasci questa vita. Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la corsa, ho conservato la fede. Ora mi resta soltanto la corona di giustizia che il Signore, il giudice giusto, mi consegnerà in quel giorno; non solo a me, ma anche a tutti coloro che hanno atteso con amore la sua manifestazione.
Io, invece, continuo a sperare; moltiplicherò le tue lodi. La mia bocca racconterà la tua giustizia, ogni giorno la tua salvezza.
Verrò a cantare le imprese del Signore Dio: farò memoria della tua giustizia, di te solo. Fin dalla giovinezza, o Dio, mi hai istruito e oggi ancora proclamo le tue meraviglie.
Allora io ti renderò grazie al suono dell’arpa, per la tua fedeltà, o mio Dio, a te canterò sulla cetra, o Santo d’Israele.
Seduto di fronte al tesoro, osservava come la folla vi gettava monete. Tanti ricchi ne gettavano molte. Ma, venuta una vedova povera, vi gettò due monetine, che fanno un soldo. Allora, chiamati a sé i suoi discepoli, disse loro: «In verità io vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. Tutti infatti hanno gettato parte del loro superfluo. Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere».
«Venuta una vedova povera, vi gettò due monetine»
Rev. D. Enric PRAT i Jordana (Sort, Lleida, Spagna)Oggi, come ai tempi di Gesù, i devoti –e ancor di più i “professionisti” della religione- possiamo soffrire la tentazione di una classe di ipocrisia spirituale, espressa in atteggiamenti vanitosi, giustificati dall’illusione di sentirci migliori degli altri: per un qualcosa, ci consideriamo i credenti, i praticanti... i puri! Almeno nel foro interno della nostra coscienza, a volte, forse ci sentiamo così; senza arrivare, tuttavia a “lasciarci vedere che preghiamo” e, meno ancora a che “ci impadroniamo dei beni altrui”.
In contrasto evidente con i maestri della Legge, il Vangelo ci offre il gesto semplice, diremmo insignificante, di una donna vedova che suscitò l’ammirazione di Gesù: «Venne una vedova povera, vi gettò due monetine» (Mc 12,42). Il valore materiale del donativo era quasi nullo. Ma la volontà di quella donna era ammirevole, eroica: diede tutto quello che aveva per vivere.
In questo gesto, Dio e gli altri si avanzavano a lei e alle sue necessità. Lei rimaneva totalmente nelle mani della Provvidenza. Non le restava nessun’altra cosa a cui afferrarsi, perché aveva messo tutto volontariamente al servizio di Dio e per l’aiuto ai bisognosi. Gesù –che vide quel gesto- giudicò il dimenticarsi di sé stessa e il desiderio di glorificare Dio e di aiutare i poveri, come il donativo più importante di tutti quelli che erano stati fatti –chissà ostentatamente- in quello stesso luogo.
Tutto ciò indica che la scelta fondamentale e salvifica la troviamo nel nucleo della propria coscienza, quando decidiamo aprirci a Dio e vivere per aiutare il prossimo; il valore della scelta non viene calcolato sulla qualità o quantità dell’operato, ma dalla purezza dell’intenzione e la generosità dell’amore.
Pensieri per il Vangelo di oggi
«Dovete dare quello che vi costa qualcosa. Non basta dare solo ciò di cui si può fare a meno, ma anche ciò di cui non si può e non si vuole fare a meno. Questo è ciò che io chiamo amore in atto» (Santa Teresa di Calcutta)
«La vedova che, nella sua miseria, getta nel tesoro del tempio ‘tutto quello che aveva per vivere’ (Mc 12,44). La sua piccola e insignificante monetina diventa un simbolo eloquente: questa vedova non dona a Dio ciò che le avanza, non dona ciò che possiede, ma ciò che è: tutta la sua persona» (Benedetto XVI)
«’L'amore della Chiesa per i poveri [...] appartiene alla sua costante tradizione’. Si ispira al Vangelo delle beatitudini, alla povertà di Gesù e alla sua attenzione per i poveri. L'amore per i poveri è anche una delle motivazioni del dovere di lavorare per far parte dei beni a chi si trova in necessità. Tale amore per i poveri non riguarda soltanto la povertà materiale, ma anche le numerose forme di povertà culturale e religiosa» (Catechismo della Chiesa Cattolica, nº 2.444)
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