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Contemplare il Vangelo di oggi

Vangelo di oggi + omelia (di 300 parole)

Santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe (B)
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Prima Lettura (Sir Gen 15,1-6; 21,1-3): In quei giorni, fu rivolta ad Abram, in visione, questa parola del Signore: «Non temere, Abram. Io sono il tuo scudo; la tua ricompensa sarà molto grande». Rispose Abram: «Signore Dio, che cosa mi darai? Io me ne vado senza figli e l’erede della mia casa è Elièzer di Damasco». Soggiunse Abram: «Ecco, a me non hai dato discendenza e un mio domestico sarà mio erede».

Ed ecco, gli fu rivolta questa parola dal Signore: «Non sarà costui il tuo erede, ma uno nato da te sarà il tuo erede». Poi lo condusse fuori e gli disse: «Guarda in cielo e conta le stelle, se riesci a contarle» e soggiunse: «Tale sarà la tua discendenza». Egli credette al Signore, che glielo accreditò come giustizia.

Il Signore visitò Sara, come aveva detto, e fece a Sara come aveva promesso. Sara concepì e partorì ad Abramo un figlio nella vecchiaia, nel tempo che Dio aveva fissato. Abramo chiamò Isacco il figlio che gli era nato, che Sara gli aveva partorito.
Salmo Responsoriale: 104
R/. Il Signore è fedele al suo patto.
Rendete grazie al Signore e invocate il suo nome, proclamate fra i popoli le sue opere. A lui cantate, a lui inneggiate, meditate tutte le sue meraviglie.

Gloriatevi del suo santo nome: gioisca il cuore di chi cerca il Signore. Cercate il Signore e la sua potenza, ricercate sempre il suo volto.

Ricordate le meraviglie che ha compiuto, i suoi prodigi e i giudizi della sua bocca, voi, stirpe di Abramo, suo servo, figli di Giacobbe, suo eletto.

Si è sempre ricordato della sua alleanza, parola data per mille generazioni, dell’alleanza stabilita con Abramo e del suo giuramento a Isacco.
Seconda Lettura (Col Eb 11,8.11-12.17-19): Fratelli, per fede, Abramo, chiamato da Dio, obbedì partendo per un luogo che doveva ricevere in eredità, e partì senza sapere dove andava. Per fede, anche Sara, sebbene fuori dell’età, ricevette la possibilità di diventare madre, perché ritenne degno di fede colui che glielo aveva promesso. Per questo da un uomo solo, e inoltre già segnato dalla morte, nacque una discendenza numerosa come le stelle del cielo e come la sabbia che si trova lungo la spiaggia del mare e non si può contare.

Per fede, Abramo, messo alla prova, offrì Isacco, e proprio lui, che aveva ricevuto le promesse, offrì il suo unigenito figlio, del quale era stato detto: «Mediante Isacco avrai una tua discendenza». Egli pensava infatti che Dio è capace di far risorgere anche dai morti: per questo lo riebbe anche come simbolo.
Versetto prima del Vangelo (Col Eb 1,1.2): Alleluia, alleluia. Molte volte e in diversi modi nei tempi antichi Dio ha parlato ai padri per mezzo dei profeti, ultimamente, in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio. Alleluia.
Testo del Vangelo (Lc 2,22-40): Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, [Maria e Giuseppe] portarono il bambino [Gesù] a Gerusalemme per presentarlo al Signore –come è scritto nella legge del Signore: «Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore»– e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore.

Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore. Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo: «Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola, perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli: luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele». Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione –e anche a te una spada trafiggerà l’anima–, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori».

C’era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme. Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret. Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui.

«Portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore»

Rev. D. Joan Ant. MATEO i García (Tremp, Lleida, Spagna)

Oggi, celebriamo la festa della Sacra Famiglia. Il nostro sguardo si sposta dal centro del presepio –Gesù- per contemplare, vicini a Lui, Maria e Giuseppe. Il Figlio eterno del Padre passa dalla famiglia eterna, che è la Santissima Trinità, alla famiglia terrena, formata da Maria e da Giuseppe. Come deve essere importante la famiglia agli occhi di Dio, quando la prima cosa che procura a Suo Figlio è una Famiglia!

Giovanni Paolo II, nella sua Carta apostolica, `Il Rosario della Vergine Maria´ ha nuovamente fatto risaltare l’importanza capitale che ha la famiglia, quale fondamento della Chiesa e della società umana, e ci ha chiesto di pregare per la famiglia e di recitare il Santo Rosario, per rivitalizzare questa istituzione. Se la famiglia va bene, la società e la Chiesa andranno bene.

Il Vangelo ci dice che il Bambino cresceva e si sviluppava, pieno di sapienza. Gesù trovò il calore di una famiglia che andava strutturandosi attraverso le reciproche relazioni d’amore! Quanto sarebbe bello e utile se ci sforzassimo giorno per giorno nello strutturare la nostra famiglia! Con lo spirito di servizio e di preghiera, con amore reciproco, con una grande capacità di comprendere e di perdonare. Potremo godere -come nella casa di Nazaret- il cielo e la terra! Costruire la famiglia è oggi uno dei compiti più urgenti. I genitori, come ricordava il Concilio Vaticano II, hanno un ruolo insostituibile: «E’ dovere dei genitori creare un ambiente di famiglia rinvigorito dall’amore, dal rispetto verso Dio e verso gli uomini, e di facilitare una educazione integra personale e sociale dei figli». Nella famiglia s’impara la cosa più importante: s’impara ad essere persone.

Infine, parlare della famiglia per i cristiani è parlare della Chiesa. L’evangelista san Luca ci dice che i genitori di Gesù Lo condussero a Gerusalemme per presentarlo al Signore. Quell’offerta raffigurava l’offerta sacrificale al Padre, che ebbe come risultato la nascita dei cristiani. Riflettere su questa gioiosa realtà, ci aprirà ad una più grande fraternità e ci porterà ad amare ancora di più la Chiesa.

Pensieri per il Vangelo di oggi

  • «La casa di Nazareth è la scuola dove si è iniziata la scuola del Vangelo. Quanto ardentemente desidereremmo di ricominciare, vicino a Maria, ad apprendere la vera scienza della vita!» (San Paolo VI)

  • «La famiglia di Gesù è una famiglia come tutte, è modello di amore coniugale, di collaborazione, di sacrificio, di affidamento alla divina Provvidenza... di tutti quei valori che la famiglia custodisce e promuove, contribuendo in modo primario a formare il tessuto di ogni società.» (Benedetto XVI)

  • «La vita nascosta di Nazaret permette ad ogni uomo di essere in comunione con Gesù nelle vie più ordinarie della vita quotidiana» (Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 533)