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Ma quello, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è mio prossimo?». Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gèrico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e, quando lo vide, passò oltre. Anche un levìta, giunto in quel luogo, vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui. Il giorno seguente, tirò fuori due denari e li diede all’albergatore, dicendo: «Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo pagherò al mio ritorno».
»Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?». Quello rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Va’ e anche tu fa’ così».
«E chi è il mio prossimo?»
Fray Josep Mª MASSANA i Mola OFM (Barcelona, Spagna)Oggi celebriamo la festa di San Giovanni XXIII, dell'Ordine Francescano Secolare (OFS) dai 14 anni. La sua vita è stata un lungo viaggio dalla semplicità della sua famiglia contadina: studi in seminario, sacerdote, segretario episcopale, direttore spirituale e professore di seminaristi in Storia della Chiesa, diplomatico, cardinale, nunzio di Pio XII in Francia, Papa iniziatore del Concilio Vaticano II.
Lungo questa strada fu soprattutto un pastore secondo il cuore di Dio, di coloro che odorano di pecora, in espressione creata da Papa Francesco; Fu uno di quelli che non “passano oltre” (cfr Lc 10,31,32), come dice il Vangelo di oggi, vedendo l'uomo battuto dai banditi, abbandonato a margine e nella grondaia dell'umanità. Giovanni XXIII è uno dei pastori che si mette al servizio di coloro che vivono in periferia, secondo un'altra felice espressione del Papa.
Gesù fa oggi una dura critica al popolo della Chiesa —sacerdote, levita— che non si discosta dal suo cammino per avvicinarsi allo sfortunato, perché sono convinti di adempiere già col suo dovere nel tempio, che con ciò hanno già abbastanza e che non hanno bisogno di preoccuparsi per gli altri.
D'altra parte, con la parabola del buon samaritano, Gesù solleva chi è veramente “prossimo” a suo fratello. Se ci avviciniamo a chi è lontano, a chi è indifferente, siamo già “prossimi”. Gesù loda coloro che sanno avvicinarsi e farsi vicini agli altri. Abbiamo un modello eccellente nella persona di San Giovanni XXIII. Vedeva questi fratelli disprezzati non come puzzolenti, ma semplicemente come fratelli. Diceva sempre: «Avviciniamoci, conosciamoci, amiamoci e risponderemo alla preghiera di Gesù: Che tutti siano uno».
Certamente Gesù, mentre meditiamo sul Vangelo di questa festa, ci sta dicendo anche: «Va’ e anche tu fa’ così» (Lc 10,37).
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