Un team di 200 sacerdoti commenta il Vangelo del giorno
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Vangelo di oggi + omelia (di 300 parole)
Ne proposero due: Giuseppe, detto Barsabba, soprannominato Giusto, e Mattia. Poi pregarono dicendo: «Tu, Signore, che conosci il cuore di tutti, mostra quale di questi due tu hai scelto per prendere il posto in questo ministero e apostolato, che Giuda ha abbandonato per andarsene al posto che gli spettava». Tirarono a sorte fra loro e la sorte cadde su Mattia, che fu associato agli undici apostoli.
Dal sorgere del sole al suo tramonto sia lodato il nome del Signore. Su tutte le genti eccelso è il Signore, più alta dei cieli è la sua gloria.
Chi è come il Signore, nostro Dio, che siede nell’alto e si china a guardare sui cieli e sulla terra?
Solleva dalla polvere il debole, dall’immondizia rialza il povero, per farlo sedere tra i prìncipi, tra i prìncipi del suo popolo.
»Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena. Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi.
»Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri».
«Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena»
Rev. D. Josep VALL i Mundó (Barcelona, Spagna)Oggi la Chiesa ricorda il giorno in cui gli Apostoli scelsero quel discepolo di Gesù che doveva sostituire a Giuda Iscariota. Come ci narra opportunamente San Giovanni Crisostomo in una delle sue prediche, al momento di scegliere persone che usufruiranno di una certa responsabilità, possono esserci certe rivalità e discussioni. Per questo, San Pietro «si disinteressa dell’invidia che avrebbe potuto sorgere», lo lascia alla sorte, all’ispirazione divina, evitando così questa possibilità. Questo Padre della Chiesa, continua dicendo: «È certo che le decisioni importanti molte volte possono generare dispiaceri».
Nel Vangelo del giorno, il Signore parla agli Apostoli riguardo all’allegria che devono sentire: «Questo vi ho detto perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena»(Gv 5,11). In effetti, il cristiano, come Mattia, vivrà felice e con una serena allegria, se assume i diversi avvenimenti della vita dalla grazia della filiazione divina. Altrimenti, finirebbe lasciandosi trasportare da falsi tormenti, da sciocche invidie o da pregiudizi di qualsiasi tipo. L’allegria e la pace sono sempre i frutti dell’esuberanza, dell’impegno apostolico e della lotta per arrivare a essere santi. È il risultato logico e soprannaturale dell’amore a Dio e dello spirito di servizio al prossimo.
Romano Guardini scriveva: «La sorgente dell’allegria, si trova nel più profondo dell’essere di una persona (...). Lì risiede Dio. Allora, l’allegria si espande e ci fa luminosi. E tutto ciò che è bello è percepito con tutto il suo splendore». Quando non siamo contenti dobbiamo saper pregare come San Tommaso Moro: «Mio Dio, concedimi il senso dell’umore affinché possa assaporare la felicità della vita e possa trasmetterla agli altri». Non dimentichiamo quello che Santa Teresa del Gesù chiedeva anche: «Dio, liberami dai santi con la faccia triste, giacché un santo triste è un triste santo».
Pensieri per il Vangelo di oggi
«Dalle realtà conosciute dall'anima, il discorso divino le ispira segretamente un amore che non conosceva» (San Gregorio Magno)
«La vocazione cristiana è questa: rimanere nell'amore di Dio. La relazione d'amore tra Lui e il Padre è la relazione d'amore tra Lui e noi» (Francesco)
«Gesù fa della carità il nuovo comandamento (cfr. Gv 13,34). Amando i suoi “fino alla fine” (Gv 13,1), egli manifesta l'amore del Padre che ha ricevuto. Amando gli uni gli altri, i discepoli imitano l'amore di Gesù che ricevono anche in se stessi. Per questo Gesù dice: “Come il Padre ha amato me, anch'io ho amato voi; rimanete nel mio amore” (Gv 15,9). E anche: 'Questo è il mio comandamento, che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi' (Gv 15,12)» (Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 1.823)