Un team di 200 sacerdoti commenta il Vangelo del giorno
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Contemplare il Vangelo di oggi
Vangelo di oggi + omelia (di 300 parole)
Lo scettro del tuo potere stende il Signore da Sion: domina in mezzo ai tuoi nemici!
A te il principato nel giorno della tua potenza tra santi splendori; dal seno dell’aurora, come rugiada, io ti ho generato.
Il Signore ha giurato e non si pente: «Tu sei sacerdote per sempre al modo di Melchìsedek».
C’erano infatti circa cinquemila uomini. Egli disse ai suoi discepoli: «Fateli sedere a gruppi di cinquanta circa». Fecero così e li fecero sedere tutti quanti. Egli prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò su di essi la benedizione, li spezzò e li dava ai discepoli perché li distribuissero alla folla. Tutti mangiarono a sazietà e furono portati via i pezzi loro avanzati: dodici ceste.
«Voi stessi date loro da mangiare»
Rev. D. Antoni CAROL i Hostench (Sant Cugat del Vallès, Barcelona, Spagna)Oggi, è il giorno più grande per il cuore di un cristiano, perchè la Chiesa, dopo di solennizzare il Giovedì Santo, giorno dell’istituzione dell’Eucaristia, cerca adesso l’esaltazione di quest’augusto Sacramento, cercando che tutti L’adorino senza limite alcuno. «Quantum potes, tantum aude...», «osa tutto quanto ti sia possibile»: è questo l’invito che ci fa San Tommaso d’Acquino, in un meravoglioso inno di lode all’Eucaristia. E quest’invito sintetizza ammirevolmente quali devono essere i sentimenti del nostro cuore d’avanti alla presenza reale di Gesù nell’Eucaristia. Tutto quello che possiamo fare risulta poco per cercare di corrispondere ad uno slancio così umile, così impressionante! Il Creatore del cielo e della terra si nasconde sotto le specie sacramentali e ci si offre quale cibo delle nostre anime. E’ il pane degli Angeli e l’alimento di quelli che si trovano in cammino. Ed è un pane che ci vien dato abbondantemente, come quello che venne distribuito senza limiti, quel pane miracolosamente moltiplicato da Gesù, per evitare che svenissero quelli che Lo seguivano: «Tutti mangiarono a sazietà e furono portati via i pezzi loro avanzati: dodici ceste» (Lc 9,17).
Di fronte a questa sovrabbondanza d’amore, dovrebbe essere impossibile una risposta debole. Uno sguardo di fede attento e profondo a questo Sacramento divino, necessariamente esige una preghiera riconoscente di un cuore ardente. San Giuseppemaria, nella sua predicazione, soleva farsi eco delle parole di un venerando e pietoso prelato: «trattamelo bene».
Un rapido esame di coscienza ci aiuterà a riconoscere che cosa dobbiamo fare per trattare con maggiore delicatezza Gesù Sacramenato: la purezza della nostra anima – dev’essere sempre in grazia per riceverLo-, il modo corretto nel vestire – quale segno esterno di amore e rispetto-, la frequenza con cui ci avviciniamo a riceverLo, le volte che andiamo a visitarlo nel Tabernacolo... Dovrebbero essere incontabili i particolari verso il Signore nell’Eucaristia. Cerchiamo di fare quanto sia possibile per ricevere e trattare Gesù Sacramentato con la purezza, umiltà e devozione della Madre Sua Santissima, con lo spirito ed il fervore dei santi.
Pensieri per il Vangelo di oggi
«Sfamò la folla quando ormai si avvicinava la notte, come quando già sarà vicina la fine dei tempi, o quando il Sole di Giustizia moriva per noi » (San Beda il Venerabile)
«Il Signore desidera che tutti gli esseri umani si alimentino con l’Eucarestia. Oggi, festa del Corpus Christi, con la processione e l’adorazione solenne dell’Eucarestia, viene richiamata l’attenzione sul fatto che Cristo si è immolato per l’umanità intera» (Benedetto XVI)
«I miracoli della moltiplicazione dei pani, allorché il Signore pronunciò la benedizione, spezzò i pani e li distribuì per mezzo dei suoi discepoli per sfamare la folla, prefigurano la sovrabbondanza di questo unico pane che è la sua Eucaristia» (Catechismo della Chiesa Cattolica, nº 1.335)