Un team di 200 sacerdoti commenta il Vangelo del giorno
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Vangelo di oggi + omelia (di 300 parole)
Il lupo dimorerà insieme con l’agnello; il leopardo si sdraierà accanto al capretto; il vitello e il leoncello pascoleranno insieme e un piccolo fanciullo li guiderà. La mucca e l’orsa pascoleranno insieme; i loro piccoli si sdraieranno insieme. Il leone si ciberà di paglia, come il bue. Il lattante si trastullerà sulla buca della vipera; il bambino metterà la mano nel covo del serpente velenoso. Non agiranno più iniquamente né saccheggeranno in tutto il mio santo monte, perché la conoscenza del Signore riempirà la terra come le acque ricoprono il mare. In quel giorno avverrà che la radice di Iesse sarà un vessillo per i popoli. Le nazioni la cercheranno con ansia. La sua dimora sarà gloriosa.
Nei suoi giorni fiorisca il giusto e abbondi la pace, finché non si spenga la luna. E dòmini da mare a mare, dal fiume sino ai confini della terra.
Perché egli libererà il misero che invoca e il povero che non trova aiuto. Abbia pietà del debole e del misero e salvi la vita dei miseri.
Il suo nome duri in eterno, davanti al sole germogli il suo nome. In lui siano benedette tutte le stirpi della terra e tutte le genti lo dicano beato.
«Io ti rendo lode, Padre»
Abbé Jean GOTTIGNY (Bruxelles, Belgio)Oggi leggiamo un brano del decimo capitolo del Vangelo secondo San Luca. Il Signore invia settantadue discepoli ai luoghi dove anche Lui doveva andare. Essi ritornano esultanti. Sentendoli raccontare del loro operato e delle loro gesta «Gesù esultò nello Spirito Santo e disse: “Io ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra”» (Lc 10,21).
La gratitudine è uno degli aspetti dell’umiltà. L’arrogante considera che non deve niente a nessuno. Ma, per essere grati, è necessario essere capaci di riconoscere, in primo luogo, la propria piccolezza. “Grazie” è una delle prime parole che insegniamo ai bambini. «Io ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, che hai nascosto queste cose ai dotti e ai sapienti e le hai rivelate ai piccoli» (Lc 10,21).
Benedetto XVI, parlando dell’atteggiamento dell’adorazione, afferma che questo presuppone un «riconoscimento della presenza di Dio, Creatore e Signore dell’universo. È un riconoscimento pieno di gratitudine che emerge dal profondo del cuore e avvolge tutto l’essere, perché l’uomo può realizzarsi solamente adorando e amando Dio sopra ogni cosa».
Un’anima sensibile esperimenta la necessità di manifestare il suo riconoscimento. È la sola cosa che come uomini possiamo fare per corrispondere ai favori divini. «Che cosa mai possiedi che tu non abbia ricevuto?» (1Cor 4,7). Naturalmente abbiamo bisogno di «ringraziare a Dio Padre, attraverso il Figlio, nello Spirito Santo; con la grande misericordia con la quale ci ha amati, ha avuto pietà di noi, e quando eravamo morti per i nostri peccati, ci ha fatto rivivere con Cristo, perché fossimo in Lui una nuova creazione» (San Leone Magno).
Pensieri per il Vangelo di oggi
«All’inizio, quale idea di Dio poteva avere l'uomo che non fosse quella di un idolo fabbricato dal proprio cuore? Era incomprensibile. Ma ora ha voluto essere capito. In quale modo? Beh, coricato in una mangiatoia. Quando medito su ciò, il mio pensiero raggiunge Dio» (San Bernardo)
«Gesù esultò di gioia nello Spirito Santo e lodò il Padre. Questa è la vita interiore di Gesù: il suo rapporto con il Padre nello Spirito. Gesù è la vicinanza della tenerezza del Padre a noi» (Francesco)
«La liturgia cristiana ha una duplice dimensione. Da una parte, la Chiesa, unita al suo Signore e ‘sotto l'azione dello Spirito Santo’ (Lc 10,21), benedice il Padre ‘per il suo ineffabile Dono’ (2Co 9,15) con l'adorazione, la lode e l'azione di grazie. Dall'altra, (…) la Chiesa non cessa di presentare al Padre ‘l'offerta dei propri doni’ e d'implorare che mandi lo Spirito Santo sull'offerta, su se stessa, sui fedeli e sul mondo intero, affinché (…) queste benedizioni divine portino frutti di vita» (Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 1.083)