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Contemplare il Vangelo di oggi

Vangelo di oggi + omelia (di 300 parole)

17 ottobre: Sant’Ignazio d’Antiochia, martire e vescovo
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Testo del Vangelo (Gv 12,24-26): In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna. Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorerà».

«Se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto»

Rev. D. Antoni CAROL i Hostench (Sant Cugat del Vallès, Barcelona, Spagna)

Oggi contempliamo l'immagine del chicco di grano che muore producendo molti frutti (cfr Gv 12,24): è Cristo stesso, non solo metaforicamente o simbolicamente, ma letteralmente. Non si tratta di semplici belle parole. Gesù, in effetti, ci ha dato in anticipo il suo sacrificio della Croce, facendoci “pane”. Ecco le parole testuali che pronunciò nel Cenacolo: «Prendete e masticate tutto di lui, perché questo è il mio corpo triturato da voi». Cristo ha fatto il grano in modo che possiamo mangiarlo con il frutto!

Sant'Ignazio di Antiochia, vescovo e martire contemporaneo dell'era apostolica (35-108), visse un martirio di sorprendente somiglianza con quello di Cristo. In primo luogo, perché, come il Maestro, non ha trovato la morte in un batter d'occhio. Gesù rivelò fin dall'inizio del suo ministero pubblico quale sarebbe stato il suo destino: sapeva dove stava andando e aspettava con grande desiderio la sua ora (cfr Lc 12,50).

Il vescovo martire di Antiochia, nel frattempo, viaggiò come prigioniero per un lungo itinerario dalla Siria alla Roma imperiale, dove doveva essere giustiziato. Il viaggio verso il martirio è durato diverse settimane. Durante questo itinerario, Ignazio scrisse 7 bellissime lettere a varie comunità cristiane (Efeso, Filadelfia, Smirne...). Questi scritti sono una testimonianza privilegiata della fede e della vita delle prime generazioni cristiane. Ignazio, come Cristo, sapeva benissimo dove stava andando. Stupiscono l'ardore, l'illusione e l'amore con cui aspettava il martirio.

Vi è, inoltre, un secondo aspetto del martirio di sant'Ignazio di Antiochia che ricorda in particolare la resa di Gesù. Nella sua lettera “Ad Romanos” afferma «Sono frumento di Dio e sarò macinato dai denti delle fiere per divenire pane puro di Cristo». Che bel frutto!: Identificato con Gesù crocifisso e somigliato a Gesù Eucaristia. I secoli sono passati e non ci è mai mancato il frutto dell'Eucaristia: Dio lo ha reso molto più facile per noi che per Sant'Ignazio! Speriamo che non ci manchi la purezza e l'ardore di sant'Ignazio di Antiochia!